4 zampe in città: come utilizzare al meglio i giardini di Ferrara

Iscriviti al nostro canale Whatsapp

La nostra città è un vero e proprio gioiello, non solo per la sua storia e il suo fascino turistico, ma anche per la sua residenzialità. Nei nostri quartieri è facile imbattersi in case con spazi esterni curati e giardini interni nascosti (Interno Verde ce ne ha fatti scoprire di bellissimi!), compresi quelli condominiali. Gli spazi domestici esterni (inclusi balconi e terrazzi) possono essere una vera e propria risorsa per i cani a patto che vengano utilizzati con consapevolezza.

Legato al tema “cane in giardino” ci sono una serie di ricorsività che riscontro quotidianamente quando faccio consulenze o che mi saltano all’occhio passeggiando per la città: cani di tutti i tipi che sostano ore e ore davanti al cancello, pronti a reagire ad ogni stimolo.

Molto spesso i cani che vivono costantemente e in totale autonomia il giardino sul lungo termine, manifestano una serie di comportamenti ai nostri occhi poco “consoni” ma decisamente leciti.

Il continuo abbaiare, le deiezioni costanti, la distruttività di giochi piante o reti, scavare buche ovunque, le fughe e un costante stato di allerta generale sono molto spesso causa di totale frustrazione di cani, umani e vicini. E questo mi rattrista molto. Siamo davvero sicuri che l’utilizzo che gli imponiamo di fare dello spazio esterno sia positivo per i nostri cani? Il problema non è il giardino in sé, ma come stiamo più o meno consciamente chiedendo al cane di utilizzarlo. Spesso, quello che facciamo è associare il giardino a luogo di totale libertà e autonomia: beh, sbagliato.

Nell’ottica del cane questo si traduce semplicemente in “fai la guardia”. Questo è un ruolo che richiede tantissima competenza nel saper discriminare gli stimoli più o meno problematici e che ha un altissimo valore rispetto al gruppo familiare. Non importa avere un cane geneticamente più o meno portato ad assumersi questo ruolo, se facciamo questa richiesta al nostro cane ci sono una serie di cose a cui dobbiamo prestare attenzione, in caso contrario è molto meglio tenerlo in casa.

Prima di tutto dobbiamo chiederci: è in grado di farlo? Vuole farlo? E’ un qualcosa che porta beneficio e appagamento al suo stato d’animo quotidiano? Sono in grado di guidarlo e affiancarlo adeguatamente in questo ruolo? Perché si, anche noi dobbiamo necessariamente fare la nostra parte, non basta lasciarlo solo davanti al cancello. Dobbiamo essere li a guidarlo nello svolgere correttamente questo compito facendoci carico della gestione degli stimoli e dando credito a quel che ci sta dicendo o tranquillizzarlo se non c’è nulla di cui preoccuparsi. Dimentichiamoci quindi di zittire ogni suo abbaio con un urlo o peggio ancora con l’indifferenza. O quello che otterremo sarà solo un cane reattivo e incredibilmente sotto stress.

Non è raro che cani che vivono quotidianamente questa tipologia di attivazione mostrino anche al di fuori del cancello reattività sociale, incessanti marcature e difficile gestione al guinzaglio. Soprattutto nelle aree intorno a casa.

Inserzione pubblicitaria

Come sempre la soluzione è in mano a noi, dobbiamo semplicemente ascoltare, iniziando ad abolire questi concetti:

UTILIZZO DEL GIARDINO COSÌ IL CANE SI SCARICA: questa parola usata molto spesso anche da tanti addetti ai lavori è davvero raccapricciante e fuorviante e a mio avviso decisamente da abolire soprattutto quando si parla di comportamento. Il cane non scarica le energie semplicemente perché non è una pila che va esaurita attraverso attività o movimento in attesa che si ricarichi di nuovo con il sonno, anzi, spesso questo è controproducente. Il concetto di FARE per il cane è molto più profondo sia in termini di bisogno quotidiano che di tempi in cui esprimere questo bisogno. Per lui significa poter esprimere in maniera adeguata, equilibrata e competente tutti quei comportamenti funzionali a dar credito alla sua individualità e genetica. Piuttosto (se già non lo sapete) individuate assieme ad un professionista cosa ha bisogno di fare il vostro cane e aiutatelo a farlo in maniera corretta utilizzando il giardino come risorsa sotto questo punto di vista.

IL GIARDINO PER I BISOGNI: salvo per incontinenza, altri problemi di salute o motori, età o casi estremi il cane deve uscire dal cancello e poter marcare al di fuori del suo contesto abitativo OGNI GIORNO. Il rilascio di deiezioni non è solo bisogno fisiologico e non permettere al cane di avere un dialogo quotidiano con gli altri conspecifici, di esplorare, perlustrare e analizzare al di fuori del suo spazio verde è molto molto molto sbagliato. Anzi, tendenzialmente tantissimi cani preferiscono evitare di marcare nel proprio giardino ed è giustissimo così.

ISOLAMENTO SOCIALE: lasciare il cane in giardino a dormire, mangiare, vivere senza mai dargli accesso in casa è giusto solo se è una scelta che può fare il cane liberamente. In alternativa è accettabile solo se vi trovate all’interno di un percorso comportamentale per cui quel contesto è funzionale ad un corretto inserimento familiare circa spazi, risorse e costruzione della relazione.

In foto una serie di attività da poter fare assieme in giardino. Da sx in senso orario: condivisione e staticità, fornire al cane un luogo in cui esplorare le sue risorse, attività di ricerca o collaborative (in foto lei scava le buche su mia richiesta ed io ci pianto i fiori), gioco di coppia.

VILLETTE A SCHIERA
Per i cani con un’alta attenzione visiva per esempio i giardini fronte strada delle villette a schiera come quelle presenti nella zona di Via Aeroporto, Cona, Via Pontegradella, Via Bologna, fronte Mura/Sottomura o nelle vie residenziali dei paesini sono da evitare soprattutto in solitaria.

L’eccessivo passaggio di cani, persone o mezzi richiede un’attivazione mentale costante al cane che lo porta alla frustrazione invece che ad uno stato di appagamento. Per esempio questo vale per molti cani da pastore o taglie piccole che tenderanno a viversi tutto questo movimento come problema da controllare e/o segnalare attraverso abbai, marcature o distruttività. In questo caso è preferibile vivere il giardino insieme, attraverso attività ludiche che guidino il cane a mantenere l’attenzione sul “dentro” euna volta rilassato riportarlo in casa a riposare.

SPAZI INTERNI, BALCONI, TERRAZZI
I giardini interni delle case del centro storico, i balconi e i terrazzi invece sono spesso spazi angusti per il cane perché spesso piccoli o circondati da muri. Questa tipologia di spazio non la consiglio per tutti quei cani che hanno una forte spinta mentale alla proiezione esterna (per esempio i cani da caccia). Trovarsi quotidianamente limitato negli orizzonti visivi e olfattivi avrà verosimilmente un effetto tutt’altro che appagante sul cane. In questo caso consiglio di utilizzare lo spazio esterno in un’ottica di variabilità, proponendo ogni giorno attività appaganti e diverse per lui stando in tempi ridotti, ovviamente sempre secondo le preferenze del cane. Questa tipologia di giardini sono invece perfetti per tutti quei cani che ritrovano nello stare con sé stessi uno stato di relax come terrier di tipo bull e amstaff.

Zona adiacente al liceo scientifico – In foto Sakura una cagnolina che tendeva ad abbaiare ad ogni stimolo esterno e che ha imparato a godersi il balcone nel momento dedicato alla masticazione in totale relax

GIARDINI SUL RETRO CON VISTA APERTA
I giardini sul retro che danno invece sui campi o su aree verdi ampie come le case che si trovano nell’area di Pontegradella, San Martino, adiacenti alla campagna attorno al Parco Urbano o nei vari paesini limitrofi, sono ottimi per tutti quei cani che trovano appagamento nello scrutare l’orizzonte anche se in controllo o in allerta perché spesso non presentano stimoli al di là della rete. Questa condizione fondamentale dà la possibilità al cane di staccare e riposare tra una sessione di controllo e l’altra. Possono essere invece sconsigliati pere tutti quei cani tendenti alla fuga che, ad una vista così invitante, tendenzialmente potrebbero faticare a resistere sentendo il bisogno di andare oltre alla rete.

In foto Loki, Lebron, Khaleesi e il piccolo Drago scrutano i confini del loro giardino in relax

Insomma, ogni giardino e contesto porta con sè limiti e possibilità che come sempre vanno valutati in base all’individuo con cui viviamo. Vivere in un contesto con vie piene di cani che abbaiano costantemente non è piacevole per noi tanto quanto per loro. Dobbiamo anche pensare che in tutti quei contesti in cui ci sono tanti giardini vicini con i cani fuori si crea tra di loro una vera e propria sistemica a livello sociale che di positivo spesso ha poco. Sia per i nostri compagni di vita che hanno il diritto di potersi vivere in relax ogni spazio della loro casa sia per il vicinato che ha tutto il diritto di vivere serenamente nel proprio quartiere.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp
Lascia un commento Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articolo precedente

Io e Ferrara, lupi solitari

Articolo successivo

Marco Castello, che porta un falò mediterraneo nel nostro Castello

Inserzione pubblicitaria