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Central Bosc, iniziano i lavori (e non si chiamerà così!): 7 cose da sapere sul nuovo parco urbano di Ferrara

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Circa un centinaio di cittadini hanno affollato ieri l’incontro pubblico di presentazione del nuovo grande parco urbano che sorgerà in via Caldirolo, nella zona Est di Ferrara, su un’area verde di 55.000 metri quadrati seconda per dimensioni solo al Parco Urbano. Un incontro alla presenza del vicesindaco Balboni, del RUP e dirigente comunale Stabellini, del progettista Arch. Giordani, oltre che dei tecnici che hanno lavorato al progetto, dove sono stati illustrati nel dettaglio i contenuti di questo ambizioso progetto. Oltre 4500 nuove piante, spazi per il tempo libero e l’inclusione, come aree gioco, percorsi fitness, un orto condiviso, un’aula didattica all’aperto e un grande bacino allagabile per contenere l’acqua in caso di acquazzoni improvvisi e particolarmente abbondanti. 

Ecco 7 novità emerse durante l’incontro e che svelano qualcosa di più sul progetto:

  1. UN ANNO DI TEMPO
    I lavori di accantieramento partiranno intorno a fine giugno 2025: non invaderanno le vie limitrofe e non causeranno disagi alla circolazione. Anche durante la realizzazione del tratto di pista ciclabile su via Caldirolo la strada non verrà chiusa al traffico. I lavori si dovranno necessariamente concludere entro giugno 2026 come da contratto. Il progetto, oltre alle regole stringenti imposte dal bando di finanziamento, otterrà la certificazione americana SITES, che imporrà ulteriori vincoli di qualità durante la lavorazione e la successiva manutenzione.
  2. NON SI CHIAMERÀ CENTRAL BOSC
    Per fortuna quello resterà solo il nome del progetto, mentre spetterà alla Commissione Toponomastica del Comune di Ferrara dare un nome definitivo e intitolare il parco a qualche illustre concittadino o personaggio. Forse un percorso partecipato sarebbe doveroso: un primo brainstorming collettivo di nomi e poi una decisione finale su una rosa di quelli più apprezzati dai cittadini?
  3. UN PARCO PER RESISTERE AI CAMBIAMENTI CLIMATICI
    Il nuovo parco non sarà solo un polmone verde ma anche un luogo in grado di dare benefici ecosistemici al nostro territorio. 4500 piante saranno messe a dimora, appartenenti a tantissime specie diverse in grado di sopravvivere ai cambiamenti climatici dei prossimi anni. Proprio questa varietà garantirà oltre che la biodiversità di flora e fauna anche una maggiore resilienza ed adattamento. Questo richiederà anche un minor impiego di acqua per mantenerlo, comunque non da rete connessa all’acquedotto ma solo meteorica, e in generale una manutenzione più contenuta. Nella gestione del manto erboso si avrà cura di limitare al massimo la frequenza degli sfalci, lasciando sempre alcune porzioni non sfalciate per sostenere gli insetti impollinatori, garantendo la presenza di risorse floreali e mantenendo habitat necessari alla nidificazione.
  4. NIENTE PIOGGIA, NIENTE LAGHETTO
    Sebbene nel progetto si veda chiaramente un laghetto al centro del parco, non è previsto nessun ricambio d’acqua o alimentazione per mantenerlo: si tratta in realtà di una zona in pendenza rispetto l’area circostante, per raccogliere le acque meteoriche in caso di forte pioggia. Per il 90% dell’anno è previsto dunque che rimanga asciutto, con vegetazione lacustre in grado di vivere in ambienti umidi ma che vedrà l’acqua solo come raccolta dalle zone adiacenti ed evaporerà naturalmente, cercando di risolvere in parte i problemi di allagamento nella zona est della città. Le acque confluiranno in un sistema sotterraneo di raccolta per l’irrigazione della flora nel parco.
  5. ILLUMINATO, ORGANIZZATO, INCLUSIVO
    Il parco sarà completamente illuminato di sera: sono previsti punti luce su tutti i sentieri, nelle aree di sosta, nella ciclabile intorno. Sarà dunque possibile non solo frequentare l’area anche in orari serali ma anche attraversarla in tutta sicurezza, collegando in modo più facile la zona est con il centro attraverso il nuovo tratto di pista ciclabile che uscendo dal parco consentirà di arrivare in piazzale San Giovanni costeggiando l’ultimo tratto di via Caldirolo. Gli ingressi ed i percorsi interni saranno privi di barriere architettoniche per consentire la fruizione degli spazi anche da parte di disabili. I dislivelli presenti sono superati mediante rampe e percorsi di pendenza inferiore al 5%. Anche le aree attrezzate sono accessibili: una dedicata al fitness, una al gioco e una ad uso educativo con un giardino dei profumi e un frutteto didattico. Ci saranno panchine, cestini, portabiciclette (speriamo di più di quanto si trova oggi al Parco Bassani!).
  6. UNA CICLABILE DA COMPLETARE
    Un ultimo stralcio del progetto dovrebbe prevedere il collegamento della ciclabile con il vallo della Mura, ma non sarà realizzato con il parco. Il percorso dall’uscita del parco in via Frutteti dovrebbe consentire l’attraversamento della strada, quello di un’ultima porzione di parco sul retro di un’abitazione privata in via Caldirolo e poi l’attraversamento della via in modo sicuro, per scendere nel Sottomura all’altezza dell’edificio ormai in disuso dell’ex idrovora.
  7. SENSORI E MONITORAGGIO
    Il parco sarà anche “smart”, grazie all’integrazione tra infrastruttura verde e infrastruttura digitale: sensori ambientali, centraline di rilevamento dell’aria e della micro fauna permetteranno un monitoraggio costante dei parametri ambientali, coinvolgendo l’Università di Ferrara ma anche i cittadini in un processo di consapevolezza e condivisione. Lo stato di accrescimento delle piante e l’eventuale sostituzione di quelle che non hanno attecchito è previsto con cadenza annuale.

Alcune tavole di presentazione del progetto, condivise durante l’incontro pubblico:

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