

Il primo incontro con Laura Bertaglia l’ho avuto poco tempo fa in occasione di TEDxComacchio. Da lì, l’originalità del suo mestiere e le sue parole mi hanno colpito e spinto ad approfondire meglio discorsi già iniziati, a tu per tu, insieme a lei.
Laura Bertaglia è la prima elogista in Italia, un mestiere in grado di trasformare il ricordo dei defunti in parole empatiche e significative. Capace di ascoltare cuore e storie, crea discorsi su misura a chi li richiede, definendosi sui social “La Penna delle Anime”. Nel 2018 ha avviato un servizio in collaborazione con le Onoranze Funebri Zanella di Adria (RO) la scrittura e lettura di elogi funebri su commissione, da leggere al termine di funerali religiosi o durante riti laici.

Quando è iniziato questo percorso?
Il mio primo elogio funebre, per una mia cara amica, risale al 2011. Per anni ho scritto solo per persone che conoscevo. Poi, nel 2017 è nato il servizio di scrittura di elogi su commissione per persone che non conoscevo. Da lì ho sviluppato il Metodo di Narrazione funebre empatica, che è diventato ufficialmente marchio registrato.
Ad oggi, con la scrittura di elogi, sono quasi a quota 100 e tendo a definirmi con il termine italiano elogista, che ha lo stesso significato di Eulogy Writer, ma lo preferisco, è più accessibile.
Come si fa a dare voce a chi non c’è più?
Riassumere o spiegare come si fa è complesso, per questo parlerei degli strumenti narrativi che utilizzo dividendoli in tre gruppi. Un discorso ha regole da seguire, ha delle componenti fisse… ovviamente emotive, non razionali. È necessario ci siano dei ricordi, degli insegnamenti e dei ringraziamenti. Sono il cuore dell’elogio funebre. Però, la componente non insegnabile alla base della scrittura di un elogio è l’empatia. È allenabile, ma fino ad una certa soglia. Le persone raccontano una vita in un’ora di incontro, ed io, come professionista, devo captare le perle che più brillano in quel pozzo.

Quanto è difficile raccontare qualcuno senza averlo mai incontrato?
Facendo le giuste domande a chi mi trovo davanti, raccolgo le informazioni cardine di una vita. Toccando, come dicevo, ricordi e insegnamenti viene fuori tanto. Se ci si sofferma a pensare, ci si rende conto che quello di più importante che ci viene lasciato dai nostri cari, sono i valori. Le cose materiali le possiamo elencare in una mera lista, ma i valori possiamo raccontarli davvero con l’anima. Assicuro che può venire fuori il cuore di una persona anche in una pagina. Sembra impossibile ma è così.
Ti è mai capitato di raccontare qualcosa che non ti sembrasse giusto dire? Come si gestisce il confine tra verità e rispetto?
Cose che non fosse giusto dire non mi è mai capitato… cose che io non ho voluto dire sì. Ci sono molte persone che vogliono chiudere dei cerchi, chiedere scusa per parole non dette in vita, a volte mi viene anche richiesto di scrivere accuse e invettive per chi è presente al funerale. Come, per esempio, per gli anziani lasciati soli. Io non sempre mi presto, non posso prestare la mia penna per attaccare. Cerco sempre di spiegare che non si può ripartire con il rancore, nessuna rinascita parte da un sentimento maligno.
Qual è la responsabilità più grande dell’elogista? Verso i morti o verso i vivi?
Difficile. Ma direi nel mezzo. D’istinto mi veniva da rispondere ai vivi, perché a loro serve il saluto d’addio. Però è anche tanto necessario rendere omaggio a chi non c’è più. Ci sono dei ricordi che hanno bisogno di essere tramandati. Il valore della gratitudine è il più importante. Migliora la vita. Siamo tutti grati a qualcuno, ed essere grati per qualcosa illumina ciò che c’è di buono. Non vuol dire non vedere le cose negative, ma significa prendere un qualcosa di triste e doloroso e trasformarlo in una giornata di sole.

Che rapporto hai con tutti i volti e i nomi che racconti?
Io ricordo ogni storia, ogni nome. Ho un rapporto stretto, che solo al pensiero mi commuovo. Queste persone diventano parte della mia vita. Mi insegnano. Ad ogni elogio io imparo una lezione di vita, soprattutto su ciò che deve restare e su ciò che devo lasciar andare. Ovviamente, per fare un lavoro simile, è necessario stabilire una giusta distanza, ma in certi casi non riesco. Mi riferisco agli elogi per bambini o ragazzi giovani, questi, beh, mi fanno vacillare e me li porto a casa.
Hai mai sorriso scrivendo un elogio? Esiste anche il diritto di ricordare la leggerezza.
Scrivendo non mi è mai successo. Ma durante l’incontro con i familiari certo che sì. Ridere necessita una condivisione. Quando mi raccontano le cose più buffe si ricordano con piacere… ridere non implica un menefreghismo. Molte volte dai ricordi belli inizia una vera e propria ripartenza. Quando scrivo sono troppo concentrata e calata per sorridere, necessito di energie psicologiche ed emotive impegnative.
In un mondo iper-digitale avrà ancora spazio un’arte così intima? Come immagini l’evoluzione del tuo lavoro?
Forse non sarò obiettiva. Il mio punto di vista da persona un po’all’antica è che stiamo andando troppo velocemente verso un mondo di solitudine e ci sarà sempre più bisogno di lavori così. Di lavori preziosi che faranno sentire gli altri umani. Il mio è un servizio di umanità che l’intelligenza artificiale non può dare. Una piccola parte di me, invece, pensa che nessuno vorrà più incontri di persona e chissà, magari gli elogi saranno scritti da Chat GPT. Confido nelle parole del saggio Aristotele, che ci ha definiti animali sociali. Questo significa che abbiamo bisogno dell’altro. Nei momenti di dolore c’è bisogno di sfogarsi davanti all’essere umano, non davanti ad un computer.
MORE INFO:
Il sito di Laura: www.laurabertaglia.it
Nasco a Ferrara nel 1999. Sono laureata in Lettere all’Università degli Studi di Padova e attualmente sto svolgendo un master dell’Accademia Silvio d’Amico di Roma. Le mie giornate sono spesso trascorse tra foto, musica, libri, penne e quaderni. La scrittura è per me una forma di espressione. Odio la superficialità, soprattutto quando pervade i gesti e le parole. A queste ultime mi piace dar vita attraverso la scrittura (anche) di poesie. Ritrovo la poesia ovunque, anche nei momenti più semplici della vita quotidiana e mi piace ricercare la bellezza nascosta delle parole e dell’equilibrio tra il detto e il non detto. Sono un’inguaribile ed eterna sensibile.