L’arte di Samuel Moretti e il viaggio nella trama dell’Essere

Fino al 25 giugno il Castello di Mesola ospita la mostra personale dell’artista dal titolo “Io sono terra e acqua”. Un’esperienza da vivere, fra atmosfere oscure, fulgori di bellezza e incanto.
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Ciò a cui diamo il rassicurante nome di mondo è in realtà un groviglio di chiaroscuri, un tormentato fluire e defluire di acque, detriti, carcasse, sterpaglie. Fra tenebra e bagliori, si consuma l’agone che – a un tempo – dà respiro e abbandona alla morte.

Un luogo ben poco mondabile, icona dell’arcaico, è il Delta del Po, nido e voragine per l’artista mesolano Samuel Moretti. Fino al prossimo 25 giugno, proprio il Castello estense di Mesola ospita, al piano terra, la sua mostra personale dal titolo “Io sono terra ed acqua”, inaugurata lo scorso 25 aprile. In cinque sale, di cui due nella semioscurità (e con, in sottofondo, l’Inno dei Cherubini di Čajkovskij), è possibile ammirare trenta incisioni, quindici vasi e cinque urne cinerarie.

Moretti a sinistra, all’inaugurazione della mostra a Mesola

RIMANENZE

Nelle opere in mostra, l’amalgama tra figure animali, vegetali e umane fa affiorare due termini: relitto e reliquia. Due parole, queste, che condividono un’assonanza: ci parlano di un rimanere, di un restare, di un resto. Resto che, a sua volta, richiama il continuare ad essere, il ritornare ad essere. Non mera passività, quindi, ma richiamo a una forma originale, ritorno a sé. È l’intima essenza delle cose ad essere qui evocata.

E così, le figure nelle opere di Moretti ci riportano al cuore del luogo, alla sua anima. Quel resto non è avanzo, ma al contrario – come detto sopra – rimanenza, stare sulla cosa: come nel meditare, lo stare su un oggetto non è apatica e distaccata contemplazione ma andare alla sua essenza.

I DEMONI DELLA PENOMBRA

Moretti coglie questo cuore del luogo e – non a caso – ha un proprio luogo del cuore fuori Mesola dove prende ispirazione, cerca le forme. Da quella natura incontaminata, poi, riporta – ad esempio – lunghe linee verticali, come canneti; e figure, a tratti con richiami demoniaci: scheletri che – come negli incubi più profondi – divorano e dimorano nelle nostre notti bianche, nascosti in qualche penombra, in quei coni oscuri che ci abitano e che spesso non riusciamo a dominare.

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Lische e teste di pesce, in alcune opere di Moretti sembrano sgorgare da cornucopie. Oppure, foglie d’oro svolazzanti, immagini d’incanto, alleggeriscono l’aria. Ma ecco, altrove, ramificazioni che paiono tentacoli, avvinghianti, grovigli di braccia che minacciano un soffocare silenzioso, e per questo ancor più tremendo.

IL CORPO E LA SUA LOTTA

Come spiega Davide Ondini nel catalogo della mostra, le due urne cinerarie esposte riportano altrettante citazioni in latino tratte dalle Historiae Ravennates di Girolamo Rossi (Ravenna 1539-1607): «hinc fieri ubi terra, mare» («qui, dove una volta c’era la terra, ora c’è il mare») e «ubi nunc mare hic iterum terram» («qui, dove ora c’è il mare, c’è di nuovo la terra»). Genesi e morte sembrano, dunque, convivere in un’eterna tensione. Ciò che ti dà la vita è anche ciò che ti può inghiottire. E così, in certe opere di Moretti, il corpo disteso sembra – al tempo stesso – lottare nella luce e contro la luce: uomo dal volto celato, come se ne fosse privo, annichilito da una forza primordiale indomabile. O è invece la carne ad emergere, ad avere la meglio?

CHIARORE CHE AFFIORA

In queste notti cupe o abbacinanti, a perdere sovranità è in ogni caso lo sguardo. E allora, davanti alle opere di Moretti, la fantasia si invola oltre gli anfratti più osceni, per vivere, per respirare nella luce. Nei suoi monotipi, ad esempio, il tenue chiarore delle piante trasmette la sensazione dell’affiorare delle cose da quel nero profondo che è letto, palmo, grembo. Oltre quelle foreste – fittissime e alte come cattedrali -, oltre quei gorghi, vi è un bagliore lontano che si fa sentiero, cammino possibile.

In quel mondo tra il Grande Fiume e il mare, scrigni occulti non custodiscono carcasse ma vive e vivificanti reliquie, codici, essenze, storie. Artista eremita, Moretti ci racconta questo mondo in perenne trasformazione eppure all’apparenza immutabile, questa natura indomita che sembra non aver conosciuto la violenza della tecnica.

L’arte di Moretti è, dunque, tentativo di afferrare l’Inafferrabile, di dire in un’immagine, in una composizione quel che non si può ricomporre né delimitare, addomesticare. E da questo tentativo – sempre fallimentare per l’artista – a guadagnarci è lo sguardo di chi ammira le opere: uno sguardo che si colma di meraviglia, grato per aver trovato in Samuel Moretti un inquieto compagno di viaggio nella trama dell’Essere.

CHI È SAMUEL MORETTI
Samuel Moretti nasce ad Argenta nel 1980 e vive a Mesola. Intraprende gli studi musicali diplomandosi nel 2010 in Strumenti a percussione presso il Conservatorio di Musica “G. Frescobaldi” di Ferrara. La frequentazione di artisti come Pietro Lenzini lo avvicina al mondo dell’arte, stimolandolo ad accingersi alla pratica incisoria e pittorica.
Ha partecipato ad esposizioni personali e collettive, fra cui: “A ferro e fuoco”, Galleria d’Arte Zamenhof, Milano 2011; “Premio Roberto Zambelli”, Torre Strozzi, Perugia 2016; “Di memorie e ombre”, Ancona 2017; ”Art Prize”, San Miniato 2019; “Premio Michelangelo Antonioni”, Ferrara 2020; ”La libertà dello sguardo e la persistenza delle emozioni”, Galleria del Carbone, Ferrara 2020; “Spazi del silenzio”, Bottega Bertaccini, Faenza 2020; “Via Crucis”, Monastero di Sant’Umiltà, Faenza 2020; “Ferrara in Numberg”, Galleria Der Kreis, Norimberga 2021; “Forme silenti”, Galleria della Molinella, Faenza 2021; “Estreme reliquie di paesaggio”, Ca’ Cornera, Porto Viro (RO), 2022; “Excrucior”, chiesa arcipretale di Mesola, 2022; “La città del silenzio, Artisti ferraresi per Antonioni”, PAC, Palazzo Massari, Ferrara 2022; “Labirinto dal carcere al piacere”, Cà la Ghironda (Modern art Museum), Bologna 2022; “Il borgo  rurale in fiore”, Museo etnografico: Centro Documentazione Mondo Agricolo Ferrarese, Ferrara 2025.

Per conoscerlo meglio: https://samuelmoretti.jimdo.com

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