

“Se sono infelice, devo scrutare nella mia consapevolezza” dice Osho, in una sua famosa citazione.
È difficile dire quale sia il motore delle opere che Matteo Farolfi ha presentato ieri al Cinema Notorius durante il vernissage che da il via ad Awareness, il progetto artistico che apre l’ottava edizione del Ferrara Film Corto Festival e che indaga “il rapporto tra immersione e trasformazione, tra l’ambiente naturale e la coscienza umana”.
Però la sensazione che arriva forte è che queste meravigliose, piccole opere esposte nascano dal desiderio di aggiungere una dimensione di magia a questo pianeta che abitiamo: come se fosse dalla natura in disgregazione che si possa rinascere, cambiando prospettive, giocando, ribaltando le normalità. Sono oggetti comuni – polaroid di cartone, figure umane che si stagliano nell’acqua e emergono in tre dimensioni, e poi catene e metallo che diventano la figura di un palombaro – ma spesso è natura che diventa reinterpretazione e assume un messaggio diverso.



Forse è questa la sua consapevolezza, insomma: una parola che dà il titolo alla mostra. Ci sentiamo di dire – forse spingendoci un po’ in là – che questo lavoro artistico non sia poi così lontano da quello di Banksy: come le opere e le installazioni del famoso autore (forse) inglese invitano a riflettere, più che a farsi ammirare per la bravura tecnica, così in Awareness la materia pura è al servizio dell’idea e l’idea è prima di tutto un messaggio.
Prendiamo il simbolo di questa esibizione: il Sudarium Estensis un telo, una traccia che emerge dalla Darsena, forse provene dal Po, risale dall’acqua per lasciare un messaggio. Un telo che è come una sindone, su cui emerge la figura di un palombaro, con lo scafandro consumato dall’acqua, deteriorato da anni e anni di attesa sommerso. È finzione, certo: il sudario è immaginato come un telo appartenente a Teseo, il valoroso eroe greco.

Ma forse chi ha più da dire è chi l’ha recuperata – e cioè Farolfi stesso – perché, come si spiega nel presentare la mostra “il palombaro diventa figura archetipica e contemporanea insieme: simbolo di chi sceglie di scendere negli abissi per cercare dentro di sé le tracce della superficie, per poi riemergere, diverso, più consapevole”. Il sudario è il mezzo scelto per evidenziare il tratto trasversale a molte delle opere esposte: figure ricavate da pietre, sassi, luci che si incuneano dentro ad altri oggetti per illuminare, immaginare mondi dentro mondi.
Non sembrano esserne del tutto consapevoli (o forse è il motivo, naturale, della loro unione artistica) nè Farolfi, autore delle opere in mostra, nè Eugenio Squarcia, che è invece direttore artistico del festival. Però torna tutto: il tema del festival “Ambiente è musica” è articolato nel programma del festival e perfettamente incarnato nella mostra stessa; osserviamo un telo salire dall’acqua del Po e poi il festival ci invita prima a seguire un incontro il cui titolo è “L’acqua e la vita” e poi un reading scenico ad opera di Filippo Gentili e Giulio Boccaletti, uno tra i più noti oceanografi e osservatori del cambiamento climatico.

Venerdì al Consorzio Factory Grisù ci sarà invece una masterclass dal titolo “Il Volto Nascosto – Masterclass di make-up artistico tra storia e illusione”: è la stessa illusione che è alla base del progetto di quel telo, un “falso d’autore”, promosso come un vero ritrovamento all’interno delle acque per far ragionare su quale sia oggi il concetto di vero e reale. Tutta la mostra è un percorso visivo e materico che indaga il rapporto tra immersione e trasformazione, tra l’ambiente naturale e la coscienza umana.
Quindi forse Farolfi e Squarcia sono consapevoli eccome, e lo sanno, se ne accorgono che le opere di Awareness sanno raccontare storie tanto quanto i corti presenti al festival, e che in questa epoca in cui la discussione pubblica è tutta intenta a immaginare cosa sarà vivere con le intelligenze artificiali, noi stiamo rischiando di dimenticare che l’arte non è tecnica, ma sentimento.


È chiarissimo nell’opera che vedete qui sotto, con quella terra che viene dalle terre della Romagna sommersa due anni fa, una terra che nelle mani dell’artista è diventata solida, tridimensionale, e su cui emergono detriti, volti, strumenti di ricostruzione, quasi i resti di una umanità che per fortuna non smette mai di sorprenderci, se sappiamo dove guardare.

Informazioni
L’esposizione di Awareness rimarrà nelle sale del Notorius Cinema di Ferrara fino al 3 novembre, mentre l’edizione del Ferrara Film Corto Festival si sviluppa dal 22 al 25 ottobre 2025.

Classe 85, vive a Ferrara da vent’anni. Secondo il profilo ufficiale è Infermiere, nel contempo si occupa da anni di giornalismo con l’idea di cercare di raccontare il mondo da una angolazione sempre nuova, con spirito critico ma rivolto al meglio, al domani e al possibile. Ha scritto un romanzo, si chiama “Sfumature” e si occupa di musica con una newsletter settimanale, live report e altro.Qui su Filo, articolo dopo articolo tenta di costruire un mondo più informato, consapevole ed ottimista o, almeno, aderente alla realtà.