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Sea Ways è una start-up innovativa e la sua storia inizia dal mare per poi tornare a Ferrara. Dico ‘tornare’ perché Matteo Monterumici, che la Sea Ways l’ha fondata, a Ferrara (per la precisione a 18 km da qui, a Bondeno) ci è nato. Poi ha fatto un giro immenso e ci è tornato.
Matteo Monterumici ha costruito barche per 10 anni e poi è diventato direttore del porto turistico a Scarlino, in provincia di Grosseto, in Toscana. Un direttore del porto turistico fa questo: gestisce gli ormeggiatori, organizza le manutenzioni, si occupa della parte commerciale, e se poi è anche direttore del cantiere navale (come lo è stato Matteo) coordina e controlla tutte le attività di carattere tecnico. Insomma, un direttore del porto turistico sta nel porto turistico un sacco di tempo e Matteo c’è stato per sedici ore al giorno per due anni; quindi per quasi 800.000 minuti, che è davvero un sacco di tempo.
“Quando ero a Scarlino ho impiegato due anni per scoprire le cose belle del territorio: i ristoranti, le enoteche, tutto quanto. E mi sono chiesto, ma un cliente che arriva in porto, ormeggia la barca e resta qui solo tre giorni, come fa a percepire quanto questa terra può offrirgli? Come fa a saperlo? E mi sono anche risposto: non lo sa”. Monterumici mi siede di fronte e spiega che la Sea Ways è nata proprio da questa idea, e da un’esigenza: “D’estate in Italia ci sono quattro grandi marine dove ormeggiare le barche: l’arcipelago toscano, quello campano, le isole Eolie e la Costa Smeralda in Sardegna. A luglio e ad agosto sono tutte in overbooking e il diportista passa le giornate al telefono a cercare un posto dove poter ormeggiare. È un vero problema”.
Sea Ways nasce quindi per rispondere ad un bisogno specifico – quello del diportista impegnato tutto il giorno a chiamare le Marine di mezzo stivale per trovare un ormeggio – e poi fa un passo più in là. “E se il diportista decidesse di restare un giorno in più? Se volesse cenare in un locale tipico? Se volesse vedere qualcosa in particolare? Lo consigliamo noi, che conosciamo il territorio. Noi siamo proprio questo: siamo sempre presenti per qualsiasi evenienza. E questo servizio, al cliente, non costa nulla: noi guadagniamo dalle commissioni che ci riservano la marina, il ristorante, la cantina che sono convenzionati con noi”.
A questo punto della storia, però, entra in gioco Ferrara. Perché mentre la Sea Ways continua a risolvere i bisogni dei diportisti dalla Toscana alla Turchia, Monterumici torna nella sua città. Lo fa tre anni fa, nel 2017, e decide di fare una cosa che qui, a Ferrara, ancora non faceva nessuno: pacchetti turistici esperienziali. Un ‘pacchetto turistico esperienziale’ è una attività organizzata da un operatore turistico e offerta a un turista che del turismo solito non vuole più sentir parlare. È una cosa un po’ nuova e come tutte le cose un po’ nuove sconta il fatto che ora tutti vogliono farla. “Noi però in provincia siamo stati i primi, e ora ci stiamo creando mercato”, mi spiega il fondatore della Sea Ways, che nel frattempo è diventata anche un’agenzia di viaggi.
Al suo arrivo (che in un certo senso è un ritorno) a Ferrara, Sea Ways ha vinto la scommessa di Consandolo e ha raccolto il placet del consorzio Visit Ferrara, di Cna e di Confindustria. Per ‘scommessa di Consandolo’ intendo quella che Monterumici ha fatto in questo paese due anni fa: “Ho preso contatti con la cantina Mariotti e abbiamo fatto un prototipo di pacchetto turistico esperienziale. Abbiamo portato la gente tra i filari, abbiamo fatto conoscere loro la tradizione dimenticata degli enoliti, e poi abbiamo concluso con la classica degustazione. Non sapevamo se potesse funzionare ma ha funzionato, e alla grande”.
Oggi a costituire l’offerta ferrarese di Sea Ways ci sono trenta pacchetti turistici esperienziali. Nascono tutti da una ricetta semplice che Monterumici riassume così: “la cipolla non nasce dentro la retina della Coop”; che forse è un modo poetico per dire che i prodotti enogastronomici del nostro territorio hanno una storia e raccontarla fa parte di un’esperienza di cui il turista che del turismo solito non vuole più sentir parlare vuole far parte. “Funziona più o meno così: vado da un produttore di pere e gli parlo della possibilità di organizzare una attività che abbia al centro le pere che produce. L’operatore ci mette il suo tempo, io il mio e se la cosa funziona ognuno prende la sua parte, altrimenti io avrò conosciuto un nuovo posto dove andare a comprare le pere, e lui qualcuno che aveva deciso di scommettere sulla sua produzione”.
Numeri grandi ancora non ce ne sono, ma dalla scommessa di Consandolo a quella di TripAdvisor il passo è breve e ha portato Matteo e i suoi a diventare agenzia turistica europea: questo, per una start-up nata per aiutare i diportisti a trovare un ormeggio durante una calda giornata estiva, vale come fare ben più di un passo più in là. Sea Ways ha insomma fatto un giro immenso per le marine di mezzo mediterraneo ed è poi tornata all’idea di partenza; che forse è un modo poetico per dire che il viaggio è viaggio solo se torni a casa, altrimenti sei solo uscito per andare a prendere le cipolle nella retina della Coop.