Chi passava periodicamente da via Arianuova, anche distrattamente, avrà notato che quei ragazzi chini sui libri dietro una vetrina al piano terra, quasi all’altezza del liceo Ariosto, ora non ci sono più. Scomparsi? Macché! Basta spostarsi qualche centinaio di metri verso la Porta degli Angeli per ritrovarli. Adesso la vetrina è più grande e all’interno ci sono più locali, più libri, più gente, che nella vecchia sede ormai non entravano. Parliamo di Formando PerCorsi, attività fondata da Giovanni Govoni e Ambra Richiedei nel 2013, che si occupa di ripetizioni, recupero, preparazione esami, aiuto compiti, e un sacco di altre cose che sono venute fuori nella chiacchierata che abbiamo fatto con Giovanni. L’abbiamo trovato nella nuova sede in via Boccaccio, davanti alle scuole elementari Leopardi. Solo lui, poiché Ambra ora vive vicino a Brescia e si occupa d’altro.
Formando PerCorsi, detto FPC, si presenta bene, piuttosto minimale, accogliente. Le vetrine che danno sull’esterno danno l’impressione non di rinchiudersi ma di rimanere fuori all’aperto, l’ambiente adatto per quei ragazzi che ricerchino un posto un po’ più leggero e informale di quello scolastico. Dentro, le voci degli insegnanti che spiegano teoremi e declinazioni, insieme alle domande sommesse degli studenti, sono quasi l’unico suono oltre al trillo del telefono di Giovanni, che suona spesso. All’altro capo del filo sono genitori che chiedono ripetizioni per i figli, o insegnanti che si candidano per entrare nelle batterie di FPC. Difficile starsene tranquilli! Ma almeno è garanzia che le cose vanno come devono.
Come tante cose, tutto è nato mentre si progettava altro: “Io e Ambra eravamo alle prese con la ricerca del tirocinio finale, ultimo ostacolo prima di terminare gli studi, la facoltà di Psicologia a Padova, e ci siamo resi conto che… non sapevamo scrivere un curriculum decente da inviare alle aziende! È stato questo che ha fatto scattare in noi qualcosa, una domanda: chi è davvero capace di compilare un curriculum vitae come si deve? È una cosa che in giro non c’è! E dal momento che con la nostra laurea saremmo potuti diventare selezionatori o impiegati nelle risorse umane, saper leggere e consigliare il cv giusto diventava importante.”.
Ed ecco perché il nome Formando.
Esattamente: l’idea centrale, almeno all’inizio, era quella della formazione, l’assistenza per chi stava costruendo il proprio percorso. Ci si occupava di screening di curriculum e orientamento per chi cercava lavoro.
Poi però le cose sono cambiate: dietro i vetri della vostra sede non vediamo persone di venticinque-trent’anni che cercano impiego, ma ragazzi delle superiori, delle medie, anche alcuni bambini. A un certo punto avete virato sulle lezioni private, come mai?
Le cose erano effettivamente iniziate con l’assistenza a neolaureati in cerca di lavoro. Tra questi neolaureati, però, in fondo c’eravamo pure noi! Così io e alcuni amici, tutti freschi di alloro in psicologia, chimica, matematica, ci siamo chiesti come poter spendere, almeno all’inizio, le cose che avevamo appena imparato. Così le due cose – da una parte il lavoro su candidature e cv, dall’altra le ripetizioni – sono andate di pari passo per un periodo.
E le lezioni private han preso il sopravvento…
Quando ci è venuto in mente di metterci in campo seriamente per le ripetizioni, si è aperto un mondo. Meglio: una giungla! Non c’era nessuna vera regola né forze in campo che fossero particolarmente strutturate, da cui l’idea di inserirci e vedere come andava. Inizialmente il processo era piuttosto farraginoso, perché il pagamento era in voucher ed erano le famiglie stesse a doverseli procurare in tabaccheria, così il solo spiegarlo e far partire il meccanismo era un problema. In seguito, dopo aver tentato vari modi sia di pagare gli insegnanti che di far pagare le famiglie, si è trovata una quadra.
Insomma, far partire e funzionare tutto non è stato così banale. Momenti di sconforto ne avrai avuti, sì?
Infiniti, però molti dettati dell’inesperienza. Una volta superato un ostacolo, capivo che spesso era tale solo nella mia testa. Ad esempio, la burocrazia, i metodi di pagamento, la gestione di studenti e insegnanti… di volta in volta, un po’ per tentativi e un po’ acquisendo esperienza, si sistemava tutto. Adesso, se uno è libero professionista, noi possiamo essere suoi clienti e procuragli studenti, ragazzi di tutte le età che hanno bisogno di lezioni private. Le lezioni si svolgono nella nostra sede o a domicilio e il lavoratore può gestirsi come vuole, accordandosi direttamente con le famiglie. E non si tratta solo di insegnanti giovani, ma anche persone adulte, che ci permette peraltro di affidare a ogni studente l’insegnante più adatto, anche solo per vicinanza di età.
Una risorsa per chi ha debiti formativi e insieme un’opportunità per chi cerca lavoro nel campo dell’istruzione. In definitiva, funziona…
Funziona, e potrei raccontare un momento in cui me ne sono reso conto per davvero. Stavo assistendo io stesso a una lezione che un nostro insegnante stava dando in sede, una lezione sul Teorema di Ruffini. Bene, considera che io a scuola non l’avevo mai capito se non vagamente, mentre in quel momento… l’ho capito! E insieme al teorema ho capito che stavamo facendo proprio quello che ci si aspettava da noi, stavamo facendo istruzione, insegnamento, formazione, quello che io e i miei amici volevamo offrire quando ci è venuta l’idea.
Dev’essere una soddisfazione!
Lo è. Naturalmente le difficoltà non mancano e problemi ne nascono ancora, ma adesso raggiungiamo abbastanza regolarmente le diecimila ore annue di ripetizioni. Con diecimila ci stiamo dentro! È una soddisfazione, specialmente se si pensa che non ci siamo fatti pubblicità – eccezion fatta per un poco di volantinaggio negli anni – ma tutto è nato e cresciuto col passaparola. Le famiglie sono contente, lo dicono ad altre famiglie, e si innesca la catena. E non solo le famiglie, anche la SPAL e la Quattro Torri si sono rivolte a noi, per alcuni dei loro giocatori! È la miglior certificazione che lavoriamo bene e che la gente lo viene presto a sapere.
Non solo, negli anni avete collaborato anche con altre associazioni, per volontariato o altro, giusto?
L’Associazione Giulia, per esempio. Siamo andati a casa di bambini e ragazzi ammalati per aiutarli a restare al passo con le varie materie. Alcuni di loro stavano facendo la chemioterapia che impediva loro di andare a scuola. Nel nostro piccolo, abbiamo contribuito a dar loro uno spaccato di normalità nelle loro vite costrette lontane dai compagni e gli amici.
L’impressione, in sostanza, è che non ci siano solo le ripetizioni, ma si vada anche oltre…
È proprio così. In generale, specialmente ora che abbiamo una sede molto più grande, l’intento è quello di offrire un luogo e un punto di riferimento a tutti, non solo a chi deve far lezione. Esempio: capita che alcuni studenti delle scuole superiori qui vicino (in zona ci sono i due licei, Ragioneria…) abbiano corsi pomeridiani a scuola che iniziano poco dopo la fine delle lezioni, per cui a loro conviene aspettare nelle vicinanze. Piuttosto che farli vagare senza meta tra bar e panchine, magari col freddo e la pioggia, perché non farli venire qui? Stesso discorso per gli ex docenti o professionisti che chiedono i nostri locali per qualche attività, e che possono usufruirne la sera quando le nostre lezioni sono concluse. Abbiamo spazi adatti che il mattino e la sera rimangono vuoti, che spreco! Mettendo a disposizione la sede, FPC può essere vantaggioso per tutti.
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Ed è proprio vero: sullo sfondo ci sono una città e un paese in cui manca il lavoro e poche cose funzionano, ma guardando bene si nota che qualcuno, che forse di tutto ciò non se n’è accorto, ha la voglia e forse l’incoscienza di far funzionare qualcosa, aiutando gli studenti delle scuole a recuperare i debiti e insieme dando l’opportunità di insegnare a universitari, neolaureati, insegnanti privati, a chi non è in nessuna graduatoria scolastica, o a chi è in cerca di impiego e da qualche parte deve pur cominciare – e magari facendo capire, a qualcuno di loro, che insegnare gli piace, e che potrebbe essere proprio la sua strada.
Certo occorre sforzarsi e aguzzare la vista per cogliere questi puntini di colore sullo sfondo grigio, ma riuscirci può dare coraggio e motivazione a chi in questo sfondo rischia di naufragare, colorandosi dello stesso grigio spento dove diventa indistinguibile dal resto, affondando nell’insoddisfazione della mancanza di lavoro e di prospettive.
Intanto, FPC pian piano si svuota, i ragazzi se ne vanno, le voci dei prof si spengono, con teoremi e declinazioni per oggi basta! Rincasando, in questo novembre che finalmente si fa freddo, anche il cellulare di Giovanni finalmente resta un po’ in silenzio, almeno fino a domattina.