Quando parliamo di censimento pensiamo subito a quello effettuato dall’Istat per tenere traccia delle abitudini delle famiglie italiane con cadenza decennale, e da qualche anno in modo permanente e online. Ma un censimento del centro storico, delle vie, delle piazze, fotografate per come sono in quel momento specifico, è senz’altro un’operazione più rara e originale.
Nel 1974 la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Ferrara, incaricarono il fotografo milanese Paolo Monti di realizzare una vasta campagna fotografica che portò al censimento dell’intero centro storico della città estense, documentandolo con oltre 3000 scatti. In quella occasione avvenne qualcosa di straordinario: Ferrara fu immortalata nella purezza dei suoi spazi urbani grazie ad un rarissimo sgombero di strade e piazze, interamente liberate dalle automobili durante il periodo estivo.
Maestro fondamentale della fotografia italiana del dopoguerra: autore e teorico, nonché storico e insegnante, Paolo Monti, scomparso nel 1982, è stato uno dei protagonisti del movimento urbanistico degli anni ’70. A Ferrara è passato più volte a partire dagli anni Sessanta e fino alla sua morte, forte anche di un grande legame di amicizia con l’avvocato Paolo Ravenna. Ci ha lasciato migliaia di immagini della città, restituita nei suoi aspetti monumentali come in quelli più quotidiani e prosaici, dalle strade ai giardini, fino agli interni più intimi.
Cinquant’anni dopo due associazioni ferraresi, in collaborazione con i Musei d’Arte Antica del Comune di Ferrara, hanno riportato alla luce quest’opera fondamentale con una serie di eventi, iniziate sabato 28 settembre con la mostra Paolo Monti e Ferrara: 50 anni dal censimento fotografico, dove una selezione di opere fotografiche saranno esposte fino al 20 ottobre presso la Galleria del Carbone.
Un lavoro che vede nuovamente in collaborazione l’Accademia d’Arte Città di Ferrara che con la suddetta Galleria del Carbone vanta un’esperienza ventennale e quasi trecento mostre, e l’associazione Riaperture, ideatrice e organizzatrice di uno dei festival di fotografia più apprezzati in Italia. Con loro il Fotoclub Vigarano e la sezione locale di Italia Nostra, in continuità con il pensiero e l’impegno del suo compianto presidente Paolo Ravenna.
La genesi di questo lavoro di riscoperta durato circa 3 anni ce lo racconta bene Ulrich Wienand, fotografo e socio dell’Accademia: “Quello che io chiamo “fischio di inizio” deriva senz’altro da un monito di Paolo Ravenna rimasto incompiuto, ma ancora presente nella memoria storica: quello di acquisire l’intero corpus del censimento fotografico per renderlo fruibile a Ferrara, monito espresso anche in conclusione del video che si può vedere esposto in galleria. Per alcuni di noi questo materiale poteva servire nella revisione del futuro Piano Regolatore cittadino, per altri prevaleva comunque l’interesse dal punto di vista della storia della fotografia.”
Ma dove è rimasto per cinquant’anni questo immenso archivio? Il materiale consegnato al Comune di Ferrara da Paolo Monti e da chi gestiva la sua eredità dal 1982 al 2004, era ben custodito, ma non interamente catalogato, nella Fototeca di Palazzo Bonacossi, sede dei Musei Civici di Ferrara. Non di tutto dunque era chiara la collocazione all’inizio di questo lavoro.
Sempre Wienand spiega meglio il contenuto dell’archivio: ”Alcune diapositive degli Anni ’70, purtroppo sbiadite, e i relativi provini, di cui uno è presentato in mostra. Circa 1400 foto stampate di formato piccolo (18 x 24) e di bassa qualità, selezionate dal corpus del censimento, pervenute nel 2000 circa.
Successivamente vi fu una lunga e complessa trattativa, complicata dalle vicende ereditarie e dal trasferimento dell’Archivio di proprietà del fotografo a nuovi enti gestori, che portò all’acquisizione di una sola parte del corpus fotografico, conservato presso la Fototeca di Palazzo Bonacossi. Di queste, che sono stampate in buona qualità, vi sono in mostra circa 20 pezzi.
Tutti i negativi di Monti, cioè più di 200.000 sono custodite a Milano dalla Biblioteca Europea di Informazione e Cultura, che ha acquisito il Fondo Monti dai privati che prima lo gestivano ed ha ottenuto il riconoscimento come di notevole interesse storico. Lì c’è anche una catalogazione, piuttosto lacunosa, almeno per quanto concerne la parte ferrarese.”
Nella sala principale al Carbone trovano posto oggi una selezione di foto scattate da Monti a Ferrara. Di forte impatto sono le riproduzioni in grande formato (70×100 cm montate su alluminio) esposte già nel 1974 nella mostra “Vitalità del centro storico” allestita negli spazi di Casa Romei. Nel corpus di questo materiale erano comprese anche planimetrie, pannelli esplicativi e foto scattate prima del 1974. La mostra dell’epoca non era infatti dedicata a Monti, ma a ragionamenti urbanistici futuri e alla loro condivisione pubblica. L’esposizione al Carbone è poi arricchita da stampe fotografiche provenienti dalla Fototeca dei Musei d’Arte Antica, che documentano i dintorni della galleria, i vicoli e gli spazi del nucleo medievale, i cortili e giardini al di là dei muri.
La seconda parte della mostra racconta, attraverso una pluralità di materiali e documentazione, la presenza di Monti a Ferrara a più riprese, dal 1965 fino al 1982: foto di backstage, dispense di corsi di fotografia tenuti agli insegnanti, scatti originali con dedica, libri contenenti sue foto. Di particolare interesse, il video prodotto da Paolo Ravenna che riprende l’amico fotografo all’opera durante il censimento del 1974. “I materiali provenienti dall’Archivio Ravenna e gentilmente concessi in prestito – racconta Wienand – sono di qualità fotografica eccezionale e sicuramente stampati sotto la diretta supervisione di Monti e di Ravenna (come nel caso del ritratto).”
Alla fine del mese di ottobre nelle strade e piazze, Riaperture organizzerà invece una ”mostra diffusa” che vuole essere un viaggio tra le immagini della Ferrara “montiana”. L’iniziativa prevede la collocazione, nei punti della città in cui Monti ha effettuato lo scatto, di una selezione di fotografie dell’autore, stampate in grande formato, al fine di suggerire un percorso alla riscoperta della città e delle sue rappresentazioni.
Il 19 ottobre alle 9.30 a Palazzo Bonacossi è invece previsto un momento pubblico di studio e approfondimento con la partecipazione di esperti di Storia della Fotografia e protagonisti delle vicende urbanistiche degli anni ’70. Il convegno intende affrontare, da una parte il ruolo di Monti nella storia della fotografia italiana, dall’altra valorizzare il contributo del suo sguardo sulla città nei processi di progettazione urbana e territoriale di quegli anni.
L’enorme patrimonio materiale e culturale di Monti appartiene oggi alla Biblioteca Europea di Informazione e Cultura, che ha messo in rete una selezione di foto tra cui quelle scattate a Ferrara. Alcune fotografie si possono apprezzare anche tra le pagine di pubblicazioni su Ferrara, reperibili facilmente nel mercato dell’usato ed esposte in questi giorni alla Galleria del Carbone:
– C. Cesari, M. Pastore, R. Scannavini: “Il Centro Storico di Ferrara”, a cura di Pier Luigi Cervellati. Franco Levi editore, 1976
– Renzo Renzi: “Ferrara – vol. 1”, edizioni Alfa, 1969.
Così insegnava Monti nel 1980 ad un gruppo di insegnanti ferraresi:
“Una fotografia è l’inquadratura di una parte del reale che sta davanti alla macchina fotografica; cioè l’inquadratura è una scelta praticamente spazio-temporale, si sceglie un certo spazio e in un certo momento si scatta con la macchina in modo da fare la fotografia in un rettangolo. E cosa far stare in questo rettangolo è un problema di carattere visivo ma direi non solo visivo, perché dietro l’occhio del fotografo dovrebbe sempre esserci il cervello che funziona, che fa la scelta definitiva di quella che sarà la fotografia da far vedere. In sostanza far fotografie vuol dire veder bene le cose; a che scopo? allo scopo di farle vedere ad altri, i quali non le vedrebbero così bene.”
La mostra che già sta riscontrando un grande interesse pubblico è ancora visitabile fino al 20 ottobre 2024 alla Galleria del Carbone di Ferrara, maggiori informazioni si trovano qui.