

Tutti conoscono Buffalo Bill, almeno nella sua narrazione leggendaria che spesso travalica la storicità del personaggio. Buffalo Bill si è insediato nel nostro immaginario in tanti modi, non ultimo attraverso una famosa canzone di Francesco De Gregori a lui dedicata. De Gregori racconta il declino della figura di Buffalo Bill per raccontare il declino di un’epoca: il vecchio west che cede il passo alla modernità, con l’avvento della ferrovia prima e dell’automobile poi. L’immagine di Buffalo Bill, eroe del West, seduto sul ciglio della strada insieme al suo amico meccanico “Culo di gomma” – che traggo dal testo della canzone – è uno di quei flash che hanno il potere di condensare tutto questo discorso in un’immagine.

Tutto questo è abbastanza noto, meno noto invece è l’incontro tra Buffalo Bill e il nostro paese. Nel lontano 1906, come posso affermare dalle testimonianze raccolte, Buffalo Bill attraversa diverse città italiane e fra queste Ferrara. Il passaggio nel capoluogo estense richiama subito alla mente il titolo di un noto disco di Francesco Guccini, “Fra la via Emilia e il West”, che naturalmente parla d’altro, ma sembra davvero adatto.
Dunque siamo nei primi del Novecento e Buffalo Bill (al secolo colonnello William Frederick Cody) a quel tempo girava il mondo con il suo circo portandosi al seguito ottocento uomini e cinquecento cavalli su quattro treni speciali. La fama che lo precedeva era di essere uno sterminatore di bufali, come tutti sanno, ma se a Ferrara oggi non abbiamo bufali non lo dobbiamo al suo passaggio. La storia del personaggio racconta che avrebbe ucciso circa cinquemila bufali nelle praterie americane per rifornire di carne gli operai che lavoravano alla costruzione della ferrovia. Per chi trova disdicevole lo sterminio dei bufali, sappia che il peggio deve ancora venire, perché ad un certo punto sarà la stessa civiltà indiana a fare la stessa fine.

Quanto a Buffalo Bill possiamo facilmente immaginarlo inseguire bufali nelle praterie americane, più difficile è vederlo scendere da un treno alla stazione di Ferrara, ma così è stato e le testimonianze raccontano anche una sosta dalla Gigina per mangiare un boccone. Quando Buffalo Bill arriva a Ferrara la sua leggenda però è in declino. Poco tempo prima i meno leggendari butteri dell’agro Pontino lo avevano sfidato e sconfitto in una gara per domare puledri! Sai che risate, un po’ come vedere Cristiano Ronaldo umiliato in un campetto di periferia dal campioncino del quartiere.

A parte questo incidente di percorso la sua fama è dura a morire e riscuote ancora grande successo nelle esibizioni circensi. Nel suo tour italiano Buffalo Bill mette in scena uno spettacolo dove tra le altre cose ci sono battaglie tra pellerossa e soldati americani, assalti ai convogli di pionieri secondo l’immaginario della conquista del far west. Tuttavia, dietro la tappa ferrarese di questo spettacolo si cela un tragico fatto di cronaca. Alla stazione di Ferrara, mentre si effettuano le operazioni di scarico del materiale di scena, un indiano muore stritolato fra due vagoni. Mentre si allestisce quella colossale rappresentazione fasulla della storia americana con battaglie tra soldati e pellerossa, accade questo incidente che sembra restituirci invece la verità storica sulla conquista del west. La fine dello sfortunato indiano nella morsa dei vagoni sembra ricordare infatti la fine della civiltà indiana che inizia quando il treno espropria e sopprime i suoi spazi vitali. E tutto il resto è storia tristemente nota.

Vivo con mia moglie Rossella sull’argine del Po di Volano a Ferrara dove sono nato nel 1964. Ancora non ne sono fuggito (non parlavo di mia moglie). Sono sopravvissuto a studi classici e poi giuridici e soprattutto a vari mestieri interrotti, come la professione di avvocato civilista e poi vari ruoli impiegatizi nell’amministrazione comunale, non degni di nota. Uno di questi, benché a part time, mi dà da vivere ancora oggi. Fortunatamente queste occupazioni non mi hanno impedito di approdare in tarda età, come un clandestino, nelle insidiose e affascinanti terre del disegno e della scrittura, che non mi danno da vivere, ma un po’ vivo mi fanno sentire. Un mio acquerello dal titolo “Pennuti” è stato premiato nella IV° Edizione del premio Shalom – Capranica (VT). Da una decina di anni circa pubblico vignette, strisce a fumetti e articoli sul sito Web Bradipodiario, della cui redazione faccio parte. Nel frattempo ho pubblicato diverse vignette inerenti alla pallacanestro nella rivista Web di Superbasket. Realizzo anche illustrazioni: una di queste è impressa sulla copertina del volume che la Banda Filarmonica Comunale Ludovico Ariosto di Ferrara ha realizzato per illustrare la sua storia; altre due sono uscite sulla rivista cartacea Diogene Magazine n.39 del 2016. Scrivo anche poesie. Una di queste è stata premiata nel concorso in memoria dello scrittore Gianfranco Rossi nel 2014. Ho scritto diversi romanzi, tutti inediti. Uno di questi ha vinto nel 2012 un concorso letterario tenuto a Sanremo, ma non è stato pubblicato. Questi e altri lavori sono visibili sul mio sito http://www.umbertoscopa.com/. Purtroppo questa mia biografia pecca di incompletezza per il difetto, spero scusabile, che sono ancora vivo.