

Tutti conoscono il surf, ma non tutti sanno cos’è lo stand up paddle, uno sport nato nel 1700, alle Hawaii, dove veniva utilizzato per andare da un’isola all’altra. Mentre in America è famoso tanto quanto il surf, il cosiddetto SUP in Italia ha preso piede solamente da una decina di anni. Si tratta di uno sport acquatico che necessita solamente di una speciale tavola da surf e di una pagaia per essere praticato e, proprio grazie alla sua facilità di approccio, si sta diffondendo rapidamente.
Ho incontrato Simone Tugnoli Peron, coordinatore del campionato Italian Sup League, un circuito di gare nato dalla libera associazione di Asd sportive con il comune obiettivo di unire atleti e appassionati del SUP. “All’interno dell’Italian Sup Leaugue mi occupo di stilare le classifiche – mi spiega Simone –; il mio scopo è quello di portare questo sport nelle nostre zone e farlo conoscere nel nostro territorio”. Proprio con questa finalità, è nato il Delta Sup (legalmente dipendente dalla società sportiva Romagna Paddle Surf), un gruppo di riferimento per gli amanti di tale sport nella zona del Delta del Po. “Al momento Delta Sup conta circa 20 persone, tutte piene di entusiasmo – mi spiega Simone che da 5 anni ha abbandonato il windsurf per dedicarsi al SUP –. Nel nostro territorio ci sono mare, laghi e diversi bacini d’acqua da sfruttare, è bello immergersi nella natura e godere del silenzio che offre”.
Il SUP è uno sport prettamente individuale, ma nelle gare si compete anche in squadra, sommando i punteggi dei vari atleti. In generale più la tavola è lunga, più è performante in termini di velocità.
Foto Simone Tugnoli
Sono tante le discipline praticabili nello stand up paddle e per ciascuna viene adoperata una tavola diversa: c’è chi ama cavalcare le onde (SUP Wave) e chi invece preferisce gareggiare (SUP Race), ma vi è anche chi lo pratica per rilassarsi, facendo passeggiate sul pelo dell’acqua (SUP Touring). Ci sono inoltre le esperienze Wellness e Fitness, dal momento che tavola e pagaia possono essere adoperate anche per lo yoga e altre forme di ginnastica.
Ci sono diverse tipologie di gara nel SUP: nelle “SUP Race” generalmente c’è un percorso prestabilito da seguire e vince chi arriva per primo al traguardo. Si può partecipare a una “gara corta”, a una gara tecnica oppure a una cosiddetta “long distance” (sopra i 10 chilometri). Nelle “Beach Race” invece è incluso anche un passaggio per la spiaggia, da compiere con la tavola sottobraccio. Infine, nelle “gare Wave”, una giuria conteggia le onde prese e valuta come queste vengono cavalcate.
Il gruppo Delta Sup si dedica a tutte le diverse discipline, organizzando eventi e gare. Il 25 aprile 2018 ad esempio, si è tenuto lo “Spring Sup Raise”, l’evento inaugurale del campionato italiano Italian Sup League, con atleti provenienti da tutta la penisola.
Oggi, 27 luglio si terrà invece una passeggiata in SUP presso il Lido di Volano (bagno Ristoro), in occasione dell’eclissi lunare: dopo una passeggiata notturna, i partecipanti ceneranno insieme, ascoltando la musica delle Rockaway Bitches, una band tutta al femminile amante del SUP e dei Ramones.
I membri del Delta Sup sono sempre disponibili a far provare gratuitamente questo sport a chiunque sia interessato, ma organizzano anche veri e propri corsi per chi desidera imparare seriamente uno sport ancora poco conosciuto, ma estremamente completo. Nello stand up paddle infatti viene utilizzata tutta la muscolatura, non solamente quella delle braccia e del tronco, ma anche delle gambe, dal momento che serve molto equilibrio per stare in piedi sulla tavola. Simone mi ha spiegato che si tratta di uno sport abbastanza facile, praticabile da tutti a livello amatoriale (specialmente grazie alla grande stabilità delle moderne tavole da SUP per principianti), ma è anche una disciplina molto faticosa: in un’ora di Racing si arrivano a bruciare fino a 1000 calorie!
Per praticare il SUP, oltre a possedere una buona dose di equilibrio, è molto importante saper nuotare; non è infatti conveniente utilizzare il giubbotto salvagente dal momento che, limitando i movimenti, aumenta il rischio di farsi male. Per il resto è un sport alla portata di tutti, praticabile durante tutto l’anno.
“Quello del SUP è un ambiente molto socievole, dove la passione comune è palpabile – mi racconta Simone con entusiasmo –. La competizione c’è, ma solamente dal momento in cui scatta il “Via!” fino alla fine della gara; dopodiché si va a mangiare tutti insieme, in amicizia”.
Classe ‘92, una laurea magistrale in pubblicità e comunicazione e un bisogno irrefrenabile di scrivere. La danza, le lingue e la musica riempiono il suo tempo libero. Ogni volta che può sale su un aereo e viaggia per scovare nuovi angoli di mondo e scoprire nuove sfaccettature di se stessa.