Binomio essere umano-natura: niente di più semplice, niente di più complesso. Questo legame, vitale per noi, ma un po’ meno per la natura (diciamoci pure la verità), sta diventando sempre più fragile e frammentato. Il rapporto tra arte e il registro della natura, non è un elemento recente nel dibattito artistico. Eppure, gli artisti hanno la capacità di individuare incessantemente nuovi interrogativi e fornire prospettive altre. Un qualsiasi atto creativo richiede tempo, energie e dedizione: bisogna immagazzinare, interiorizzare, rielaborare, per poi esternalizzare, restituire, donare sotto forma di suoni, parole, immagini.
Tale processo diventa un po’ più complicato, ma più arricchente e soddisfacente, quando gli artisti decidono di unire i gesti, i linguaggi, le esperienze, che si riverberano poi in un unico progetto, e che prevede uno scenario comune. Denis Riva in arte Deriva e Luca Zarattini hanno deciso di abbandonare, per un determinato periodo, i propri percorsi individuali e di congiungere le singole visioni in un’unica immaginazione. Il risultato di questo pluralismo è la straordinaria e avvincente mostra, intitolata Post Eden presso zanzara arte contemporanea dal 15 aprile al 24 giugno.
Luca Zarattini considera l’arte una necessità vitale, parte integrante del suo essere. Il suo lavoro è un processo di stratificazione e di frantumazione, atto a creare mondi nuovi. Ciò che ‘insegue’ e ricerca durante il processo artistico è il gesto, che è un atto estemporaneo, “mi interessa l’istante creativo in sé, come se fosse una performance teatrale o musicale; il mio lavoro è pieno di vita, la creazione è vita, dove il pensiero diventa secondario, in quanto nel momento in cui dipingo, mi trovo altrove, in un’altra dimensione”.
Denis Riva trasforma il materiale che raccoglie in materia pittorica. Quella della raccolta è una tendenza che ha portato a trasformare il suo studio “in una piccola splendida discarica”. Attribuisce al suo nome artistico Deriva una connotazione positiva: nel suo caso è un distacco da determinati meccanismi preimpostati, è una pratica liberatoria, un’esplorazione totale dello spazio, che ruota attorno alla natura.
Zarattini e Riva si definiscono costruttori di immagini, capaci di perdersi nella potenza anche solo di una singola opera. Ritengono che eccetto l’arte, ci siano due punti che li accomunano: la musica e la carta. Entrambi sono sensibili a una determinata sonorità e lavorano la carta – attraverso strappi e stratificazioni – affinché non assume la forma di ciò che aggrada il loro sguardo.
Prima del progetto in questione, non si conoscevano personalmente, però secondo Giulia Giliberti e Sara Ricci di zanzara arte contemporanea, ambedue manifestavano già una determinata attenzione e una peculiare sensibilità nei confronti della terra, della natura, della società. Ed è così che si fa largo l’idea di un disegno comune intriso di immagini, sensazioni e gesti.
Il dispositivo teorico della mostra prende spunto dal libro di Bernard Charbonneau Il Giardino di Babilonia, in particolare dall’idea dell’artificializzazione della natura. Si affronta la questione del nostro pianeta nella prospettiva di un ideale giardino ormai perduto. La noncuranza e l’indifferenza dell’essere umano ha distrutto questo “paradiso terrestre”, confinandolo a una riserva quasi artificiale. Concettualmente, la mostra è suddivisa in due parti, come dei capitoli: prima/durante il disastro e dopo la catastrofe.
Un lavoro puntuale del primo ‘capitolo’ è l’opera La grande cloaca che ci seppellirà tutti, l’unica realizzata a quattro mani, che rappresenta il mondo già esploso, di cui si vedono soltanto i suoi detriti e la fine. Si tratta di un’installazione composta da vari componenti, di cui un quadro e un video.
Le nostre azioni hanno intaccato la bellezza e la purezza di tutto ciò che naturale poteva essere, riducendo la natura a un elemento artificiale, museale, da presentare sotto teca. Ed è proprio questo aspetto di denuncia che l’opera Riserva artificiale cerca di veicolare. La grande installazione che divide lo spazio dell’ex scuderia, è composta da tanti disegni ‘incorniciati’ in delle porte-finestre ed è rappresentativa dello scenario post tragedia.
Gli artisti raffigurano un mondo diverso, creato dopo un’esplosione, e immaginano un’ipotesi di vita possibile. Un paesaggio distrutto, quasi un fondale, popolato da esseri ibridi, un po’ ancestrali, che prendono forme inedite, un combo tra esseri marini e oggetti musicali (come altresì le sculture in mostra nella stanza adiacente). Per adattarsi a questo nuovo scenario, l’uomo deve migliorare, inglobare questo mutamento e trasformarsi, assumere un’altra forma, diventando parte della natura e imparare a coabitare con essa.
Il titolo della mostra Post Eden è un rimando quindi a uno scenario apocalittico, catastrofico e distopico. Il concetto di ‘eden’ è scardinato dalla sfera biblica, semmai racchiude il rapporto unico e privilegiato che l’essere umano aveva antecedentemente con la natura, quando erano un singolo corpo. Il titolo è aperto e si presta a varie interpretazioni e anzi, è proprio un invito a riflettere e a immaginare altri scenari possibili. La mostra stima a essere una constatazione del (forse) più grande fallimento dell’essere umano. Eppure, può servire da ammonimento e cercare attraverso le singole azioni di disinnescare questo meccanismo catastrofico che stiamo perpetrando.
Il progetto artistico di Zarattini e Deriva non è un’operazione nostalgica, non è un desiderio di ritrovare una natura che palesemente non esiste più. Piuttosto, è un suggerimento a preservare ciò che abbiamo e migliorare questo binario su cui stiamo viaggiando. È una presa di coscienza del cambiamento già in atto e della necessità di trovare nuovi schemi di convivenza e altri strumenti di dialogo. Non fornisce risposte, ma soltanto indizi e spunti di riflessioni. Invita a un approccio sostenibile, lo stesso che gli artisti cercano di adottare nella loro arte.
“Ogni artista dovrebbe pensare a quanto inquina attraverso i materiali che usa e dovrebbe provare a rendere la sua arte sempre più sostenibile.”
Ambedue hanno maneggiato visivamente un’idea, donando una gamma infinita di sensazioni attraverso le immagini. Mentre osserverete le loro opere, abbandonatevi, osservate, ‘spogliatevi’ di qualsiasi nozione o concetto. Semplicemente, provate a guardare, per davvero…
INFO
Post Eden
Deriva – Zarattini
15/04/2023 al 24/06/2023
zanzara arte contemporanea
via del Podestà 11/11A, 14A Ferrara