Nell’antica Roma con il termine ‘cardine’ si intendeva un tracciato, una linea per definire l’orientamento della città. Cardini – Atelier Aperti è un festival che nasce a Ferrara nel 2019 con il desiderio di aprire, se non proprio scardinare le porte di un mondo creativo sconosciuto. Un messaggio veicolato dallo stesso logo della rassegna – una porta aperta verso l’immensità della creatività, l’inventiva degli artigiani e la lungimiranza degli artisti del territorio. Spazi storici e realtà nuove, racconti personali e narrazioni collettive. In alcuni casi, è davvero sorprendente come uno spazio possa contribuire alla nascita di svariati progetti, pur restando immutabile. Ed è proprio questa caratteristica e la propria storia che permette il susseguirsi di diverse generazioni. Come esempio ineludibile può essere citato lo spazio della legatoria di Franco Antolini, oggi rianimato dal laboratorio artistico condiviso LaQuadra.
Attraversare la propria città allo scopo di riscoprirla tramite uno sguardo inedito e libero. Prendere atto dello spazio in quanto luogo della creazione, non esclusivamente e necessariamente fisica, ma altresì mentale. Ogni angolo di questa città ha la sua storia, così come ogni via può testimoniare il percorso di una persona. Basta farsi guidare.
Nel tempo il gruppo di lavoro di Cardini si è ridotto e oggi Caterina Pocaterra, Sara Ricci e Corradino Janigro sono i nomi dietro a questo evento, arrivato alla sua quarta edizione. Inoltre, il formato iniziale è cambiato, oscillando da percorsi esplorativi a video esperienze. Tuttavia, l’obiettivo principale dell’organizzazione è riprendere l’approccio iniziale e ritornare ai percorsi tradizionali.
Quest’ultima edizione che si è da poco conclusa, è stata un po’ particolare, come racconta Pocaterra, che si è occupata del coordinamento del progetto. In generale, si potrebbe affermare che l’intera rassegna abbia avuto un percorso un po’ strano, poco lineare. Dopo l’esordio e un’accoglienza favorevole da parte della cittadinanza, il gruppo di lavoro è stato costretto a sospendere l’organizzazione per il 2020 causa pandemia, nonostante fosse tutto pronto. Nel 2021, la situazione dei contagi era ancora delicata quindi si è optato per la presentazione di un breve documentario, una sorta di digitalizzazione della situazione creativa ferrarese, poco raccontata in precedenza.
Il documentario in questione si intitola Oltre. Tracce e segni dell’arte a Ferrara ed è stato realizzato dal collettivo Crema – alta pasticceria video, di cui Corradino Janigro fa parte. Il video narra il mondo di alcuni artisti e artigiani presenti nei percorsi della prima edizione, come per esempio Daniela Carletti o Riccardo Biavati. Il filmato presenta Ferrara “in un continuum di testimonianze materiche, costruttrici della sua città e della sua identità”.
L’edizione 2022 è stata strutturata grazie all’intervento di diverse figure professionali e la partecipazione di alcune realtà locali, con il supporto di CNA Ferrara. Il lavoro principale è stato svolto dagli studenti del liceo artistico Dosso Dossi. Il primo interlocutore del progetto è proprio la scuola, in seguito il lavoro finale è stato presentato e restituito alla cittadinanza. Il percorso è stato svolto come PCTO – percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento, dalla durata di tre mesi. Gli studenti sono stati affiancati da alcuni componenti del collettivo di architetti HPO, che hanno avuto il ruolo di formatori. Come esito conclusivo si è deciso di realizzare delle piccole esperienze di video arte, partendo da Oltre. In aggiunta, è stata ideata un’applicazione che serviva da guida ai percorsi pensati. Un modo per interagire maggiormente con un mondo più giovane, coinvolgerli di più nella scoperta della storia di questa città. Gli studenti stessi hanno realizzato di non conoscere tanti di questi spazi. Gli organizzatori ritengono fondamentale contribuire alla scoperta degli spazi che scandiscono la quotidianità degli abitanti di Ferrara.
Lo strumento centrale è stato il video. Il filmato è stato spacchettato in suoni, video, parole. In seguito, tale materiale è stato inoltrato ai formatori che hanno guidato gli studenti nella creazione di video ex novo. Sono stati selezionati sei atelier, tra artisti e artigiani. All’interno di essi sono state realizzate delle riprese integrate in seguito al materiale ricavato dal documentario. L’esito finale è costituito delle pillole video che testimoniavano questa stratificazione e narrano spazi rivisti in diverse ottiche.
I video sono stati allestiti all’interno di questi luoghi, su supporti di recupero. L’obiettivo non era tanto produrre qualcosa, ma lavorare insieme a un progetto collettivo. Infatti, lo scopo comune era mostrare che dopo gli studi c’è un percorso, un mondo non necessariamente legato alla produzione di un’opera d’arte, ma che il mondo dell’arte è molto complesso e le figure inerenti a questa realtà possono andare dalla curatela, alla comunicazione, all’allestimento. È fondamentale riuscire a vedere l’aspetto creativo dell’arte da vari punti di vista.
Il gruppo di lavoro di Cardini – Atelier aperti si augura di ritornare a un’edizione più classica e di realizzare una nuova mappatura della città, considerando che dal 2019 a oggi le realtà presenti sono diverse, di cui tante nuove ancora da scoprire e conoscere. Un elemento ancora da scardinare a Ferrara è il mondo dell’artista, ancora poco valorizzato. Quindi, far conoscere alla cittadinanza il mondo di questi artisti, lavorare sull’aprire nuovi spazi e creare una coscienza storica di quello che c’è.
INFO:
https://cardiniatelieraperti.it/
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