Anche ai tempi di Netflix, della serialità da divano e della pandemia c’è sempre chi sente la mancanza delle care vecchie sale cinematografiche. Un’esperienza totalizzante e piena di fascino ancora oggi non replicabile tra le mura di casa. I cinema scompaiono e un po’ della nostra memoria con essi: le code, i biglietti, i pop corn, sedersi in ultima fila con la ragazza di turno, o in prima fila per “voltarsi nel buio e vedere le facce degli altri spettatori”.
Quell’esperienza lì non ha nulla a che vedere con un clic sul telecomando o con la velocità dei tempi moderni: è roba del Novecento, elogio della lentezza, emblema del tempo libero dedicato a noi stessi per viaggiare con la fantasia almeno un paio di ore, lontani dal mondo fuori. Quell’esperienza lì, a Ferrara, si chiama da almeno vent’anni Cinema Boldini, cinema d’essai e al contempo unica sala “singola” rimasta attiva se si escludono quelli parrocchiali, dopo la rapida moria di cinema nei primi anni Duemila, quando lasciarono il posto ai multisala commerciali e alle catene di cineplex.
Un piccolo faro nel buio, un presidio della cultura locale diventato cult, amatissimo e difeso da un pubblico che negli anni si è consolidato seguendo fedelmente le proposte della programmazione, siano esse rassegne in lingua originale, versioni restaurate di vecchie pellicole o documentari in prima visione con regista in sala. La scorsa primavera la notizia che le vecchie poltroncine del Boldini venivano dismesse per i lavori di ammodernamento ha scatenato un tam tam velocissimo in rete (anche grazie alle nostre pagine) e in centinaia sono andati a prenderne al deposito comunale per portarsi a casa un pezzettino di luogo del cuore.
Lo stesso affetto che in questi mesi ha mosso molti a chiedersi: ma quando riapre il Boldini? I lavori iniziati lo scorso maggio non consentono di dar vita alla stagione normalmente nella sede di via Previati, ma da domani, domenica 14 novembre, il cinema avrà lo stesso una sua succursale provvisoria nella centralissima Sala Estense, sempre a cura di ARCI Ferrara, che ne cura la programmazione da oltre trent’anni. Ogni settimana, nel corso di 19 serate, la Sala Estense si trasformerà in cinema per due o tre giorni, con una doppia proiezione ogni domenica, insieme al giovedì.
A raccontarmi il progetto sono Francesca Audino, presidente ARCI Ferrara, e Mattia Antico, fresco di nomina a responsabile della sala Boldini. Volti giovani e nuove leve nel mondo ARCI, seppure già molto conosciuti in città per il loro attivismo nel mondo associazionistico locale.
Fa piacere vedere una dirigenza rinnovata e forze fresche in campo, come vivete questo esordio in un momento difficilissimo per locali e circoli?
Francesca: è, senza dubbio, un periodo piuttosto difficile e particolare per iniziare a cimentarsi in ruoli che sono molto importanti e complessi di per sé, ma è anche vero che nella ripartenza generale abbiamo la possibilità di approcciarci allo storico con uno sguardo nuovo. Per il momento mi sento di definirla come un’esperienza abbastanza totalizzante, questo per via della natura dell’associazione: al suo interno per quanto ci riguarda è compresa sia la parte del lavoro in ufficio che quella di svago nei circoli.
Mattia: Ho avuto la fortuna di incontrare persone meravigliose dalle quali apprendere molto e, insieme agli altri membri della nostra presidenza, di affiancare Francesca in questa avventura. Sul nostro tempo libero potremmo stare qui a fare molte battute, ma per ora consideriamo una fortuna umana poter vivere parte del nostro tempo libero anche all’interno dei circoli ricreativi, perchè questa è una passione necessaria all’interno dell’associazione.
Archiviata un’edizione di successo dell’Arena Estiva al Parco Pareschi si torna a parlare del Boldini: come sta il nostro cinema del cuore? A che punto sono i lavori e cosa prevede la roadmap?
Francesca: Dal 10 maggio, data di inizio, i lavori stanno senz’altro procedendo, non ci compete seguirne gli sviluppi ma ogni tanto abbiamo qualche aggiornamento. Abbiamo visto la sala l’ultima volta completamente svuotata e spoglia ma ancora piena di personalità, per quanto mi riguarda il ricordo di questo luogo è ancora molto nitido. Chissà che effetto ci farà entrare una volta finita, sono convinta che la riconosceremo come un’amica.
Mattia: Per noi è un legame emotivo strano, lavorativamente lo abbiamo vissuto poco, entrambi principalmente da servizio civilisti ma resta come hai detto il nostro cinema del cuore per il tempo passato lì dentro da appassionati. Cerchiamo di spostare quell’energia in Sala Estense, sappiamo essere un momento difficile per le sale in generale, ma come ARCI sentivamo l’esigenza di non aspettare oltre. Anche perchè il “Boldo” era la casa di tutti, di chi ci lavorava e di chi ci passava per caso: ci dobbiamo spostare, ma speriamo di creare lo stesso clima di sempre.
Al termine dei lavori quali saranno gli ammodernamenti complessivi che potremo trovare?
Francesca: I lavori più importanti intervengono su impianto elettrico e riscaldamento, e poi naturalmente ci saranno i nuovi arredi.
Cosa ci attenderà in Sala Estense? Il cambio di sede comporterà sacrifici in termini di pellicole che potrete proporre, di posti a sedere o di normative particolari?
Mattia: L’obiettivo è quello di dare continuità alla programmazione nonostante il cambio sede e il minor numero di serate, che saranno tra le due e le tre a settimana. Dal 14 novembre al 29 dicembre avremo 19 sere a disposizione, con la domenica in doppia proiezione. Rimaniamo fedeli al cinema d’essai e riusciremo ad avere prime visioni e qualche anteprima. Siamo molto legati ai restauri della Cineteca e ci stiamo organizzando per poterli nuovamente donare al nostro pubblico.
Serate da non perdere, chicche in arrivo, cosa vedremo da qui a fine anno?
Mattia: A proposito di anteprime, inizieremo il 14 novembre con La Persona Peggiore del Mondo di Joachim Trier; alle 18.30 in versione originale sottotitolata e alle 21.00 doppiato in italiano. Lo replicheremo anche il giorno della sua uscita ufficiale, vale a dire giovedì 18 novembre, mentre la sera prima – mercoledì 17 novembre – daremo Titane di Julia Ducournau in versione originale sottotitolata. Una piccola anticipazione che ci rende davvero molto felici: martedì 14 dicembre, grazie alla collaborazione di UCCA proietteremo l’ultimo lavoro di Filippo Vendemmiati, Let’s Kiss (Franco Grillini storia di una rivoluzione gentile), senza anticipare troppo, ringrazio anche ArciGay per aver aderito immediatamente alla nostra proposta.
Ad inizio lavori c’è stato un boom di richieste per avere a casa le poltroncine del vecchio cinema. L’affetto che circonda il Boldo è davvero impareggiabile da sempre: che messaggi avete ricevuto in questi mesi e prima dell’annuncio della riapertura?
Francesca: Stiamo assistendo a una bellissima risposta da parte del pubblico per il cambio sede ma devo dire che emerge molto la nostalgia per il vecchio Boldo. Lo capisco, era un cinema pieno di vissuto e ricordi, già bello nostalgico di per sé.
Mattia: Non lo neghiamo, per noi vuol dire tanto, lo abbiamo specificato prima, al Boldo vogliamo bene per una serie di ragioni. Siamo arrivati un po’ lunghi con le comunicazioni, ma non ci è mancato l’affetto e la felicità nel vedere il Boldini tornare, seppur altrove. Sono stati tanti i messaggi arrivati in privato, tutti riassumibili con un “beh quindi? Il Boldini ci manca!”. Per questo motivo ci tengo a ringraziare chi in questi anni ha fatto sì che questa fetta di cinema ferrarese diventasse “la casa” di cui parlavo prima, Alice Bolognesi. Possiamo dire scherzando che per sostituirla ci sono servite due persone!
Per ARCI Ferrara ci sono davanti ancora mesi di incertezza per quanto riguarda la musica suonata e i locali di spettacolo dal vivo o il peggio è alle spalle? Che progetti ci sono, Covid permettendo, per tenere viva la passione vostra e dei tanti amici che frequentano i circoli ogni settimana?
Francesca: Per quanto riguarda spettacolo e musica dal vivo restiamo comunque positivi e fiduciosi, forse spinti dal buon vento della riforma in arrivo. L’estrema penalizzazione alla quale abbiamo assistito in questo biennio richiede un intervento radicale e mostra l’estrema importanza del settore. Per questo non vediamo l’ora che tutti i nostri circoli ripartano con la loro programmazione tra concerti e cineforum. Per il futuro abbiamo tante idee, ci serve solo incanalarle nell’operativo. Per la primavera speriamo di tornare con la Vulandra e con tante iniziative in particolare nei circoli delle frazioni e della provincia.
INFO:
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