Una delle maggiori qualità dell’essere umano è l’adattabilità. La trasformazione, il trovare nuovi punti di equilibrio tra immaginazione e realtà possibile. Cambia la città, con manifestazioni nuove che parlano ad un pubblico diverso e altre che cambiano per sopravvivere, evolvere, esistere.
Altre ancora tornano all’essenza del loro spirito, come quella manifestazione che da decenni fa parte del tessuto culturale della città e delle persone che la vivono, già lo scorso anno in lotta per esistere senza snaturarsi.
L’organizzatrice Rebecca Bottoni ci parla al telefono, curiosamente mentre noi siamo dentro ad un supermercato (quanto di quelle prime settimane di pandemia erano i supermercati?) e ci racconta dell’edizione numero trentaquattro del Buskers Festival e di come l’idea sia, quest’anno, esserci ed essere il festival dei Buskers, nello spirito originale.
“Abbiamo coniato lo slogan dell’edizione: “Torniamo a respirare”. Un auspicio e l’evidenza di essere dentro al Parco Massari, una location piena di ossigeno.” ci racconta.
“Cambia ancora il format rispetto allo scorso anno ma stiamo facendo dei piccoli passi in direzione di una ritrovata normalità, per un festival che non ha mai saltato una edizione, nemmeno lo scorso anno, quando era oggettivamente difficile.
Ricominciamo dentro ad un parco: come nella migliore tradizione dei festival buskers. A New York si suona normalmente a Central Park e visto la possibilità di usare questo spazio, avendo tutti gli spettacoli all’interno, abbiamo la possibilità di riprodurre o avvicinarci a quell’esperienza. Non potendo chiudere il centro storico questa è una soluzione che assomiglia al festival come tutti lo conosciamo, un secondo format differente da quello a cui eravamo abituati, ma un passo in avanti rispetto allo scorso anno e che ci aiuta nella nostra anima green. Quello ambientale è un tema che va molto di moda ma a cui noi lavoriamo da tempo: in fondo la sola esperienza di suonare per strada significa bassissimo impatto sonoro e un conseguente basso inquinamento acustico e ambientale. È vero, questi cambiamenti sono necessari per evidenti motivi ma allo stesso tempo ci aiutano e sono in linea con i principi del festival.”
A livello di artisti, è una edizione italiana o siete riusciti ad avere anche ospiti internazionali?
Torniamo, intanto, ad aumentare gli artisti, che sono ora venticinque contro i quindici dello scorso anno, e se l’ossatura, come sempre, è composta dai musicisti, abbiamo anche altre categorie di ospiti, compresi quelli che noi definiamo il miglior giocoliere, il miglior pittore, il miglior ritrattista e cosi via.
È una edizione con l’essenza del Buskers festival, ridotto ai minimi termini, ma con tutto.
Abbiamo avuto circa 800 richieste che ci testimoniano una grande voglia di ricominciare e da qui abbiamo selezionato i 25 artisti. Per consentire anche una certa sicurezza nella loro presenza stiamo monitorando che siano vaccinati oppure provvederemo noi a fare il tampone, grazie anche ad uno sponsor che ci offre una via preferenziale. Provengono da diversi paesi europei, paesi considerati sicuri: ad esempio abbiamo evitato la Gran Bretagna, scegliendo anche da paesi più limitrofi come Francia, Germania, Galizia e ovviamente con una forte componente italiana. Alcuni di questi artisti stranieri sono già in tour in Italia e questo ci ha semplificato la gestione lasciandoci mescolare la sicurezza sanitaria con la qualità artistica.
Quali potrebbero essere gli ospiti di maggiore interesse?
Vi posso dare qualche anticipazione: abbiamo Dario Rossi, un percussionista di Roma che venne già nell’edizione del 2014 che suona pentole, bidoni rovesciati e strumenti di recupero e che ha video virali che arrivano ai 24 milioni di visualizzazioni mentre suona a Parigi. C’è un gruppo che si chiama Residual Gurus, anche loro con strumenti originali provenienti da strumenti riciclati, una delle caratteristiche fondamentali dei buskers è sempre quella di essere un pò diversi dalla norma. E la loro storia è particolare: sono 4 ex manager di aziende, provenienti da Barcellona che hanno deciso di mollare tutto e fare i musicisti.
Infine c’è un altro ragazzo, che si chiama Lev Radagan, americano che vive a Berlino, che noi abbiamo soprannominato “The Skaterist”, dall’unione di skater e chitarrista, per il suo aver costruito queste ultime sopra ad alcuni skate, esibendosi in quel modo. Aggiungo, abbiamo deciso di riconfermare Ambre Marie, dopo lo scorso anno.
Come possiamo immaginare la serata? Che tipo di esperienza avete immaginato?
È importante segnalare che esisterà un biglietto, che si può già acquistare e che è importante anche per riuscire a gestire coerentemente le capienze. Lo scorso anno a Comacchio c’era solo una prenotazione gratuita ma molte persone non si sono poi presentate, impedendo però ad altre l’accesso perchè le capienze limitate sono gestite su quei numeri. Abbiamo la necessità di garantire la presenza effettiva. Ad oggi abbiamo mille posti ogni sera, con libera circolazione tra gli spettacoli e ovvi distanziamenti e posti segnalati nel momento che si vive la performance e sarà anche possibile portare il proprio telo: rimane quindi intatta l’atmosfera del festival, un festival che vive dalle 19 alle 24, con tanto di mercatini, food truck ed esibizioni.
È una prospettiva che si potrebbe mantenere anche in futuro?
Da una parte il centro manca: il buskers vive in strada, ovviamente però questa soluzione ci consente di mantenere il festival nel suo spirito e contemporaneamente di sottostare alle regole di sicurezza. La cosa importante per noi era creare quell’atmosfera di tranquillità e rispetto, cosa che abbiamo sempre conosciuto nel contesto del centro e che qui portiamo nei 25 eventi al Massari, verosimilmente con spettacoli non in contemporanea per non accavallare i suoni, non essendoci muri come nel centro della città a separare i suoni.
In aggiunta, nei giorni del Festival, al PAC (Padiglione di Arte Contemporanea, a fianco del Parco Massari), ci sarà una mostra ad ingresso gratuito che potremmo chiamare una mini collettiva, in aggiunta alla mostra fotografica del Festival su questi trentaquattro anni, un periodo in cui è cambiato davvero il mondo.
Faremo infine una tappa in una casa di riposo per anziani (con solo gli artisti già vaccinati o con tampone) e qualche altro evento, che per ora non sveliamo ma molto importante per noi, così da raggiungere tutti, come è nello spirito dell’artista di strada.
INFO:
Ferrara Buskers Festival – Sito Ufficiale
24 Agosto – Preview – Comacchio
25-29 Agosto – Parco Massari, Ferrara