“E il paese diventa Presepe”: così titolava una locale testata giornalistica al rinnovarsi, negli anni ’90, della tradizione natalizia che voleva l’intero paese di Vigarano Pieve coinvolto nell’organizzazione e rappresentazione delle scene e luoghi del paese in cui nacque Gesù.
Chi di noi da bambino non ha sognato di immedesimarsi in una delle tante statuine dei bellissimi presepi che, vere ed autentiche opere d’arte, si ammirano durante le festività natalizie in tutte le chiese di ogni città e paese? Dalla più piccola delle cappelline sperdute nelle campagne o sulle montagne innevate alle basiliche imponenti delle città più grandi, le scene di Betlemme fanno scatenare in ciascuno di noi emozioni uniche, anche solo perché ci permettono di rivivere i ricordi degli anni d’infanzia quando noi stessi eravamo gli autori di quello che sarebbe stato il più bello tra i presepi esistenti: il nostro!
Era una delle favole di Natale quando eravamo bambini: una favola che si ripropone annualmente con nuove emozioni anche grazie a quella prima umile scenografia del presepe, anzi del primo presepe della storia.
Un bue, un asinello e un bambino di terracotta. La notte del 24 dicembre del 1223 nasce il primo presepe in ricordo della nascita di Gesù a Betlemme. Autore della commovente rappresentazione fu San Francesco dì Assisi che a Greccio, in provincia di Rieti, fece rivivere la Natività.
In un ipotetico ed unico nel suo genere gemellaggio, da quel momento in poi Betlemme e Greccio diventeranno una medesima cosa: a Betlemme si operò il mistero della divina incarnazione di Cristo, a Greccio, per la pietà di San Francesco d’Assisi, ebbe inizio la mistica rievocazione.
Tante da allora hanno voluto essere fino ad oggi le riproposizioni di quel momento nella notte di Natale in tutto il mondo cristiano. Dal 1993 al 2001 anche a Vigarano Pieve, tradizione ripresa dopo 16 anni nel 2017. Quest’anno, non cosa da poco per rinverdire ancor più la tradizione, location naturale potrebbe essere proprio nuovamente il parco naturale antistante la chiesa parrocchiale, area con piante ed ulivi resasi disponibile una volta terminati i lavori di ristrutturazione post terremoto tanto protrattisi nel tempo.
Voluto oggi da quelli che nel 1993 erano i giovani figuranti, le scene di Betlemme verranno riproposte con dovizia di particolari e la partecipazione di giovani e bambini calati nei ruoli del periodo con costumi ed attrezzi del tempo.
Ci conferma l’organizzatore di oggi Davide Gardenghi, già Giuseppe in una delle prime edizioni: “È soprattutto un’occasione di vivere la Comunità tutti assieme non solo nella notte di Natale ma anche e soprattutto nei mesi che la precedono. Intere famiglie saranno coinvolte: è motivo di aggregazione auspicato e nel quale credono molto sia Don Raffaele Benini, già parroco fin dalla prima edizione del 1993, sia il Vicario Foraneo Don Bonaccio Rosario.
Ci si trova per preparare le scenografie, i costumi da indossare, i testi da commentare, i ruoli da interpretare. È il significato più puro del Natale fatto di cose semplici ma non per questo meno sentite e vere”.
Fiaccole e fuochi illumineranno il cammino della Sacra Famiglia in vana ricerca di un albergo nella fredda notte, soffermandosi nel percorso presso le botteghe dei mercanti di stoffe, dei venditori di pesce, del fabbro instancabile lavoratore o presso il forno con il pane fresco in cottura.
Immancabili saranno i pastori, raccolti attorno ai falò, con le pecore e capre portate per l’occasione da un vicino ovile. Maria entrerà in scena a cavallo del suo consueto asino con Giuseppe, al suo fianco, che guiderà il cammino alla capanna che li ospiterà nella Notte Santa e dove troveranno una mangiatoia ed un pargolo di pochi mesi (nato a fine settembre ed i cui genitori sono effettivamente coloro che impersonano Maria e Giuseppe).
Musiche e canti natalizi renderanno l’atmosfera ancor più suggestiva così come il racconto narrato da voci itineranti contribuiranno a rendere la serata indimenticabile.
“Nello spirito natalizio più puro – aggiunge Don Benini – vogliamo riunire tanta gente per vivere assieme il vero significato del Natale Cristiano specie quest’anno in vista della tanto sperata riapertura della Chiesa resa inaccessibile fin da quel tragico terremoto del 20 maggio 2012”.
Il Natale viene ogni anno e come ogni anno il Presepe dal primo di Greccio ci fa ritornare tutti bambini perché tanti sono i ricordi che ad esso associamo. “Trascorrerlo assieme – conclude il Vicario – magari in una rievocazione animata come quella di Vigarano Pieve non può che suggellare la notte più bella che, ed è questo l’augurio più sincero, possa essere vissuto nella serenità che solo un tale evento può dare. E che sia un Felice Natale per tutti”.