

A cinquant’anni dalla sua uscita nelle sale, Lo Squalo (Jaws) di Steven Spielberg torna sul grande schermo, in una versione rimasterizzata in 4K che invita a riscoprire un film che ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema. La pinna dello squalo di Spielberg non è stata solo un elemento scenico: ha tracciato un solco, profondo e netto, fra un prima e un dopo nell’oceano della settima arte.

La nascita del blockbuster
Jaws è stato il primo caso in cui venne adottata una strategia promozionale aggressiva e rivoluzionaria: un lancio pubblicitario martellante e una distribuzione capillare, che portò il film immediatamente anche nei cinema dei piccoli centri, abituati invece ad aspettare settimane o mesi per vedere le nuove uscite. Il risultato fu storico: Lo Squalo divenne il film con il maggiore incasso di tutti i tempi, record battuto solo due anni dopo da Guerre Stellari di George Lucas. Ma la strada era già stata spianata.
Un successo generazionale
Rivisto oggi, Lo Squalo appare come la testimonianza definitiva di un ricambio generazionale: una nuova ondata di registi giovani, cresciuti con il cinema d’autore europeo, che per la prima volta riuscivano a conquistare anche il pubblico di massa.
Ma è ancora efficace? Assolutamente sì. È un meccanismo di tensione perfetto, un manuale di regia che dimostra ai più giovani come il cinema sia un equilibrio delicato di scelte, dettagli e visione.
Il DNA del cinema da grande pubblico
Rivederlo oggi non può che ispirare riflessioni sul cinema mainstream contemporaneo: Lo Squalo mostra il DNA di quello che ancora oggi identifichiamo come grande spettacolo hollywoodiano, ma ci ricorda anche che la forza di un blockbuster non sta nell’accumulo di immagini che si presumono di grande effetto, bensì nella precisione narrativa. E quanti blockbuster attuali hanno dimenticato questa lezione, diluita in prodotti incapaci di raccontare per immagini e straripanti di superfluo?
Un set complicato, un talento messo alla prova
E pensare che Spielberg visse un inferno produttivo: budget sforato più volte, condizioni ambientali difficili, e uno squalo meccanico tanto affascinante quanto inaffidabile.
Lo salvarono un talento straordinario, l’intelligenza di evocare più che mostrare (e di affidarsi alle lezioni dei maestri del passato), e un’arma segreta che oggi è leggenda…

Bastano due note per creare un mostro
La colonna sonora di John Williams è ormai venerata dai cinefili. Eppure, inizialmente, sembrava troppo minimalista allo stesso Spielberg. Ma al montaggio, quelle due note — Mi e Fa — suonate lentamente e accelerate mentre lo squalo si avvicina, trasformarono il predatore in una presenza invisibile e incombente.
Un mostro di musica che senti arrivare anche quando non lo vedi.

Archetipi e conflitti
In quest’ottica minimalista ma giganteggiante, anche la sceneggiatura è da manuale: pensate a tre personaggi archetipici, diversi fra loro ma legati da una missione comune: risolvere i propri conflitti interiori, e quelli con il luogo in cui si trovano a vivere.
Un’idea che richiama Duel (1971), secondo film di Spielberg, in cui un uomo è inseguito da un mostro che ha le fattezze di un misterioso e inquietantissimo (eppure comunissimo) camion, simbolo dei suoi demoni personali.
Il trionfo di un giovane regista
Lo Squalo quindi è, in fondo, anche la storia di un giovane Spielberg, al suo terzo film, sull’orlo di una catastrofe produttiva che avrebbe potuto stroncare la sua carriera. Salvato dal proprio ingegno e dal proprio coraggio.
Con queste piccole note speriamo di avervi convinti ad andare a rivedere Lo Squalo in questi giorni nei cinema di Ferrara, perchè questo restauro ci restituisce la possibilità di ammirare un capolavoro come andrebbe ammirato: sul grande schermo. O forse siete tra quelli che in questi 50 anni non hanno mai trovato il coraggio di vederlo? Bene, è davvero arrivato il momento.
INFO
Lo Squalo è in programmazione, in versione rimasterizzata in 4k, nelle giornate 1,2 e 3 settembre 2025 nei cinema Apollo e Notorius.



Non riesco a capire se la versione riportata al cinema sia quella con il doppiaggio in italiano del 1975 o quella ridoppiata nel 2004. Perché la seconda versione non si riesce ad ascoltare!
Ciao Luca, da quel che mi sembra di capire il cofanetto Blu-ray con la remaster per i 50 anni contine entrambi i doppiaggi. Per come funzionano le cose oggi è quindi anche possibile che i cinema abbiano a disposizione in questo momento entrambe le tracce audio (più quella in lingua originale). La cosa migliore da fare è probabilmente contattare il cinema che si è scelto e chiedere se selezioneranno il doppiaggio del 1975 (è anche possibile che il proiezionista si faccia convincere facilmente dalle tue spiegazioni: il doppiaggio originale è quello a cui siamo affezionati! 🙂 ).