È proprio vero: dietro i portoni in legno di Ferrara si celano spesso palazzi meravigliosi. Uno di questi, in via Montebello, mi ha dato il benvenuto nel mondo di Heidi. Quando mi ha accolta con un sorriso radioso mi ha condotta in un tour della sua casa, mi ha presentato la sua cagnolina e mi ha fatto accomodare nel suo regno: la cucina.
Heidi è una donna danese che ha scelto di vivere a Ferrara e coltivare l’amore per la tradizione culinaria italiana e, in particolare, estense. Il motivo per cui sono venuta a conoscerla è il suo progetto: si chiama “A Presto”, proprio come la prima parola che ha imparato a Ferrara. Tramite quest’iniziativa, Heidi insegna agli amanti del cibo l’arte della cucina, oltre a organizzare cene e degustazioni di vino in case private. Ora, però, lascio che sia lei a raccontarvi la sua storia.
Cosa ti ha portata a Ferrara?
Sei anni fa mi sono innamorata di mio marito, dopo un’amicizia di otto anni. A Ferrara qualcuno desiderava acquisire la sua compagnia in Danimarca. Dopo un viaggio per conoscere questa persona strinsero un accordo: mio marito avrebbe trascorso alcuni periodi in città per trasmettere le sue conoscenze ai nuovi proprietari. Spesso lo accompagnavo ma, avendo una cagnolina anziana, andavamo avanti e indietro in macchina ed era molto stressante. Mentre continuavo a gestire la mia attività come business coach in Danimarca, i viaggi diventavano sempre più pesanti ed entrambi capimmo in fretta che la città estense rappresentava il nostro nuovo inizio. Così anche io ho venduto l’attività e, dopo aver visionato circa 35 case, in cinque minuti mi sono innamorata di questa.
Com’è nato il tuo progetto “A Presto”?
Quando sono arrivata a Ferrara non conoscevo una parola di italiano (l’intervista è stata infatti condotta interamente in inglese, ndr) e mi chiedevo “adesso cosa faccio?”. Così mi venne un’idea: io amo il cibo, per me il cibo è amore, quindi dovevo trovare il modo di creare qualcosa di mio. Ho iniziato a girare per la città, scattare foto, mangiare nei ristoranti. Ho cominciato a parlare con le persone di questo palazzo: per farmi sentire accolta, Milvia, Ina e Nicoletta mi hanno portato deliziosi piatti preparati da loro… questo gesto mi ha davvero emozionata e ora considero queste donne la mia famiglia italiana. Lella ha una cucina tutta sua fuori città, dove mi ha insegnato come fare la pasta a mano. Era chiaro che io e lei dovevamo collaborare. Aveva il luogo perfetto, io ho creato il sito web e grazie ai social media ho raccolto i primi contatti. L’idea di “A Presto” è far conoscere la cucina italiana ai danesi e a chi, in generale, proviene dalla Scandinavia. Negli ultimi tre anni abbiamo accolto circa 60 persone danesi e mi piacerebbe ampliare il progetto non solo ai turisti che fanno tappa a Ferrara, ma anche ai cittadini stessi. Ho imparato moltissimo dalle tre donne che lavorano con me e, grazie a loro, quando torno in Danimarca posso cucinare squisiti piatti italiani e ferraresi alla mia famiglia e agli amici. Qui, però, lascio che siano loro a cucinare, mentre io mi occupo degli aspetti organizzativi.
Hai sempre desiderato occuparti di cucina?
Sono sempre stata affascinata dal cibo. Fin da bambina mia mamma mi ha mostrato la materia prima e mi ha insegnato ad avere grande rispetto per gli animali. Ad esempio, quando cucini una gallina, devi usare tutto di lei, non devi sprecare niente. Nel corso della mia vita sono stata un’infermiera, poi una family coach per aiutare le persone a dialogare, infine una business coach per le aziende e da lì ho creato la mia compagnia. Quindi no, nonostante io abbia sempre amato il cibo, questo progetto è nato con la mia nuova vita a Ferrara.
Heidi mi ha raccontato che all’inizio non è stato semplice. La difficoltà maggiore è essere una straniera in Italia. Quando non sapeva una parola di italiano molte giornate erano a base di solitudine.
Ancora non so bene la lingua e questa incapacità di mostrare chi sono e cos’ho da dire, a cui si aggiunge il fatto di dover dipendere molto dagli altri, a volte mi fa sentire triste. Conoscere persone nuove, però, è un grande stimolo che mi fa innamorare sempre di più dello stile di vita italiano, al punto che, mentre a Ferrara sono danese, in Danimarca mi sento italiana.
Prima di venire a Ferrara conoscevi già la cucina italiana?
La conoscevo, ma da danese, quindi “Carbonara panna e bacon”, per intenderci. In Italia c’è una cura diversa per gli ingredienti, in Danimarca mescoliamo tutto. Ora che ho conosciuto Nicoletta, Anna e Lella, tre donne meravigliose che sono diventate il mio team, posso dire che in cucina sono loro la mia fonte d’ispirazione: sono le chef migliori che conosco.
E qual è il tuo piatto preferito in assoluto?
La Carbonara, ovviamente… ora che conosco la vera ricetta!
Cosa ti appassiona maggiormente di questo tuo nuovo progetto?
Le persone che cucinano per me, oltre a farmi assaggiare piatti squisiti, mi trasmettono inconsapevolmente parte del loro cuore. Ti racconto un episodio che ancora mi fa sorridere: quest’anno abbiamo tenuto un corso privato per un solo ragazzo danese di 25 anni. Era innamorato da tempo di una ragazza, ma non trovava il coraggio di invitarla a uscire. Dopo il corso con “A Presto” è tornato in Danimarca e ha cucinato per lei una deliziosa cena italiana.
Sono curiosa di sapere perché, tra tanti posti, Heidi ha scelto di vivere proprio nella nostra piccola città Estense. Quando le ho chiesto cosa l’ha colpita maggiormente di Ferrara, mi ha risposto in maniera poetica, trasportandomi con lei in quella che sarebbe la perfetta scena di un film: “this city gets under your skin” (ti entra dentro, inizia a piacerti, ti tocca il cuore, ndr).
Amo passeggiare per via Mazzini, prendere il caffè in centro, ascoltare la gente e osservarne la gentilezza. Amo il contatto visivo che c’è qui: se saluto qualcuno per la prima volta, poi mi salutano sempre. Oggi posso dire di sentirmi una vera locale e non più solo una turista.
Prima di salutarla scattiamo qualche foto. Heidi prende in mano un mattarello e mi dice: quando sono arrivata in questa casa non c’era niente, solo questo… Sarà stato un segno del destino? E così, nel vedere come s’illumina davanti a ogni riferimento al cibo e a ciascun legame con il suo “A Presto”, le pongo un’ultima domanda:
Cos’è per te la cucina?
È amore, connessione, storie di vita.
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