“Moderna classicità” è una delle definizioni affiancate al percorso artistico di Achille Funi, così come “perfetta simbiosi tra la pittura primitiva e quella metafisica, tra il Quattrocento e Giorgio De Chirico”. Qualunque definizione si scelga, rimane un fatto irrefutabile: Funi è stato uno dei grandi pittori del Novecento nonché orgoglio ferrarese.
La Fondazione Ferrara Arte e il Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara hanno deciso di celebrare la sua figura e la sua arte con la mostra Achille Funi. Un maestro del Novecento tra storia e mito che raggruppa 130 delle sue opere, tra cui importanti inediti e recuperi. L’antologica a Palazzo dei Diamanti non è la prima che vede riconosciuti il valore e il merito del pittore nella città estense. Va ricordata altresì la grande retrospettiva organizzata da Franco Farina nel 1976, poco dopo la morte dell’artista avvenuta nel 1972 ad Appiano Gentile.
Virgilio Socrate Funi (assumerà il nome Achille poco prima dell’inizio della prima guerra mondiale) nasce a Ferrara il 26 febbraio 1890. La scelta dei nomi, un po’ altisonanti, deriva dalla passione per gli autori classici del padre. Sarà quest’ultimo ad accompagnare un Funi ancora giovanissimo ad ammirare gli affreschi del Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia oppure i dipinti del Duomo. Il grande amore per l’arte e la cultura del passato, specialmente per Leonardo, ma altresì per i più locali Cosmè Tura e Lorenzo Costa oppure Ariosto e Tasso, se si amplia il perimetro culturale, si riverbera sull’intero suo percorso artistico.
Achille Funi è stato definito da coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo come una persona umile e schiva, un po’ orso, dotato di un carattere decisivo e generoso, sovrastorico come la sua arte, che superava il tempo. Dedito completamente all’arte, lavorava sempre, in qualunque ora del giorno lo si trovava occupato a dipingere o a disegnare “mica tutti i giorni si può fare un capolavoro, però bisogna fare” usava replicare a chi lo osservava. La personale in corso è strutturata in modo che sia chiaro l’intero suo percorso, la sua passione, il suo zelo e spazia dai primi approcci giovanili al Realismo magico, dal gruppo “Novecento” all’arte parietale.
In quanto artista, si forma dai 12 ai 15 anni all’Istituto d’arte Dosso Dossi di Ferrara per poi proseguire all’Accademia a Brera a partire dal 1906, quando tutta la famiglia si trasferisce a Milano. Appartengono proprio a tale sguardo giovane e alle prime prove accademiche, alcuni suoi ritratti della prima sala che accoglie il visitatore. Come Autoritratto (1907) in cui si raffigura a fianco a un mezzo busto, scultura che potrebbe essere considerata il suo alter ego, quello storico: e come se volesse enfatizzare la sua passione per il classico e parallelamente modernizzarlo.
Tra il 1914 e il 1920 si avvicina al Futurismo, però lo fa a modo suo, con la propria personalità e il proprio inconfondibile stile, senza abbracciare completamente la visione e l’approccio dei futuristi. Questo lasso di tempo è compresso tra la sua partecipazione nel 1914 alla mostra delle “Nuove Tendenze” e il manifesto firmato insieme ad altri artisti come Leonardo Dudreville, Luigi Russolo e Mario Sironi, l’11 gennaio 1920 dal titolo Contro tutti i ritorni in pittura, allontanandosi di fatto dai futuristi.
Mette sì le forme in movimento, però mantiene le linee e i contorni. Il suo futurismo non era quello radicale o canonico di Filippo Tommaso Marinetti, le sue forme rimangono plastiche, solide, architettoniche. La priorità di Funi rimane il fenomeno plastico, mentre il suo ‘futurismo’ non si discosta mai dal volume, dal ritmo e dai colori.
“Il pittore è un moderno erede di una modellistica classica, che gli consentiva di rimontare a suo giudizio i pezzi dell’iconografia tradizionale. L’accostamento era per frammenti, e secondo una costruzione neoprimitiva della superficie.” Sarà proprio la sua esigenza primaria di un “ritmo plastico puro” che gradualmente lo allontanerà dal movimento futurista. Un eccellente esempio della sua singolare visione futuristica ne è la serie che vede come protagonista la figura del motociclista.
Superata questa fase, la sua pittura si pone tra tradizione e modernità, con l’obiettivo di “non rinunciare al moderno, ma portarlo al clima storico dell’eterno”.
A partire dalla seconda metà degli anni ‘20 la produzione di Funi diventa regolare: i motivi dei dipinti saranno ritratti, nature morte, paesaggi, temi storico-allegorici o religiosi per le opere parietali. Indurisce il disegno e si rifà ai grandi della pittura ferrarese del Quattrocento e Cinquecento, ossia introduce una pittura minerale e rocciosa, mentre la sua ritrattistica vede figure e soggetti per lo più allegorici. Secondo Giorgio De Chirico due erano i mezzi – il disegno e il colore – con i quali il pittore fa coincidere il passato con il presente. Appartiene a questo periodo Autoritratto con brocca blu (1920) oppure Margherita Sarfatti con la figlia Fiammetta (1919-29), raffigurata a mezzo busto davanti a un davanzale come era solito nella ritrattistica del Rinascimento.
Achille Funi fu uno dei fondatori del “Novecento” prima un raggruppamento e poi un vero e proprio movimento, che si articolava in varie tendenze di ritorno al passato, coordinato dalla critica d’arte Margherita Sarfatti, che nasce ufficialmente nel 1923. Il ferrarese fu tra i più fedeli all’ideale classico proiettato alla contemporaneità. Recupera i colori e il tema del paesaggio, incentivato da alcuni soggiorni a Roma o Trieste, come Il Faro romano (1930). Inoltre, arricchisce il suo repertorio pittorico includendo simboli e miti antichi, soggetti ispirati all’antica Grecia o alla romanità, come Riposo di Apollo (primi anni ‘30).
Possono essere individuate attorno al 1930/1932 le sue prime realizzazioni di pittura murale. Era un grande sostenitore di tale tecnica ed effettivamente si può senza ombra di dubbio affermare che fu per merito suo e di Mario Sironi che quest’arte ritrovò una nuova fortuna. Quando decise di dedicarsi all’affresco, non si improvvisò pittore murale, ma si recò a fare esperienze in alcune botteghe bergamasche. Uno dei suoi magnifici lavori parietali si trova proprio a Ferrara, nella Sala dell’Arengo nel Palazzo Municipale. Uno straordinario affresco che si sviluppa su quattro pareti Mito di Ferrara, ciclo realizzato tra il 1934 e il 1937, è distribuito su tutto lo spazio, senza aperture. L’opera rifiuta il principio della distanza e della prospettiva e i temi scelti – Gli Arcangeli e la Morte o Tancredi e Clorinda – sono all’insegna del meraviglioso, del registro alto, del tono epico. L’intento è di evocare il mito come punto d’incontro tra presente e passato.
Come si accennava all’inizio, la mostra presenta anche alcuni ritrovamenti, come nel caso dell’opera L’acqua (1922), di cui si erano perse le tracce per un lungo lasso di tempo. Il dipinto rappresenta una donna che porta una brocca d’acqua mentre avanza sullo sfondo di un paesaggio. Tale figura si inserisce perfettamente nell’immaginario femminile di Funi, ossia delle fanciulle dolci e moderne.
L’intera produzione artistica del pittore ferrarese (integrava spesso la sua firma aggiungendo proprio questa appartenenza) è caratterizzata da un vivo interesse naturalistico e una precisa volontà anti-impressionista (particolarmente all’inizio), atmosfere irreali, quasi da sogno, un sogno classico, evocazioni di simboli antichi e favole mitologiche, figure solide e nudi statutari, esaltazione della femminilità, “la pienezza sentimentale e romantica del quotidiano”. La mostra Achille Funi. Un maestro del Novecento tra storia e mito ne è una esplicita ed encomiabile prova.
Se si desidera conoscere meglio l’arte di Achille Funi, sono previsti un ciclo di conferenze nella Sala Rossetti del Palazzo dei Diamanti, e presso il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara è in corso fino a 17 marzo 2024 la mostra Il tempo immaginato. Achille Funi tra archeologia, storia e modernità.
Achille Funi. Un maestro del Novecento tra storia e mito
Ferrara, Palazzo dei Diamanti
28 ottobre 2023-25 febbraio 2024
A cura di:
Nicoletta Colombo, Serena Redaelli e Chiara Vorrasi
Mostra aperta tutti i giorni, dalle 9:30 alle 19:30