Tra gli eventi culturali più originali che negli ultimi anni sono stati proposti a Ferrara sicuramente Monumenti Aperti merita un posto in elenco. Una manifestazione ideata a livello nazionale da Imago Mundi che si sviluppa in un percorso didattico rivolto agli studenti delle Scuole Primarie e Secondarie di primo grado, per far scoprire, conoscere e divulgare poi a famiglie e cittadini il patrimonio artistico della città.
Detta in altre parole: per alcuni mesi gli studenti di Ferrara insieme ai loro insegnanti studiano a fondo un monumento cittadino, ogni anno diverso, per poi presentarlo al pubblico in visita durante la due giorni di Monumenti aperti, come piccoli ciceroni. Se non avete mai partecipato potrebbe superficialmente sembrarvi una versione aggiornata della recita scolastica, quella cosa dove molti genitori vanno un po’ controvoglia per ascoltare dai propri figli la nascita di Gesù, la storia degli Estensi, la canzone di Natale… Niente di più sbagliato.
Il progetto di Monumenti Aperti è prima di tutto un progetto di cura, un laboratorio di educazione civica e artistica, un modo per studiare la città in modo nuovo ed originale, approfondendo un monumento, un luogo, un palazzo della città. Farlo in modo creativo, elaborandone un racconto e una messa in scena teatrale è il modo giusto che consentirà ad ogni studente di prenderselo a cuore per molti anni, andando ben oltre ciò che la memoria scolastica consente solitamente di ricordare. Se anche un briciolo di quella curiosità e di quel racconto insolito e informale riesce a far breccia tra genitori e presenti in visita, ecco che quello stimolo si propaga e genererà nuovi entusiasmi, nuova educazione ed attenzione al Bello. E a giudicare dalle file davanti ad ogni palazzo viene da pensare che ogni anno siano sempre di più le persone disposte all’ascolto e affamate di bellezza, che questa curiosità sia contagiosa e generi una sana riscoperta di ciò che ci circonda ogni giorno e a cui facciamo poco caso.
Non per niente il tema nazionale trasversale alle altre città dove si terrà la manifestazione è proprio “Il nostro bello” e quest’anno i monumenti protagonisti riaperti per un weekend ruotavano intorno a quella che definiamo “la via più bella d’Europa”, cioè l’elegante e rinascimentale Corso Ercole I d’Este. In particolare i ragazzi hanno raccontato dettagli architettonici, aneddoti e storie di Palazzo Aventi, Chiesa del Gesù, Palazzo Trotti Mosti, Palazzo Giordani, Palazzo Naselli Crispi, Palazzo Roverella, Palazzo Muzzarelli Crema, Teatro Comunale di Ferrara con il Ridotto, Palazzo Gulinelli, Palazzo Bevilacqua Costabili, Palazzo Turchi di Bagno, Palazzo Giulio d’Este, Chiesa di S. Maria dei Servi, Imbarcaderi del Castello Estense, PAC – Padiglione di arte contemporanea.
Un altro aspetto a mio avviso significativo è che ad organizzare la manifestazione nella nostra città sia una realtà che durante l’anno si occupa di teatro in modo sperimentale e innovativo, che ha conquistato un pubblico fedele e appassionato e che con Monumenti Aperti dimostra grande versatilità e voglia di mettersi in gioco anche al di fuori dal proprio contesto naturale. Come già nel festival di microteatro Bonsai, di nuovo il teatro esce dal suo luogo d’elezione, i piccoli studenti-attori abbandonano il palcoscenico e le loro classi per invadere la città, vincendo a volte la timidezza e a volte scoprendo innate doti recitative, avvicinandosi ad un linguaggio che a scuola non sempre trova il giusto spazio. Così tra un salone e un giardino, tra un costume e un copione da sbirciare nelle pause, nascono sketch buffi, battute fuori programma, dialoghi imprevedibili con il pubblico presente.
Sto parlando naturalmente di Ferrara OFF, del suo staff ma anche dei volontari che rendono possibile mettere in piedi un momento culturale corale e diffuso tra le vie cittadine. Una di quelle magie che abbiamo la fortuna di vedere ogni anno durante Internazionale a Ferrara, Interno Verde, o Riaperture solo per citare qualche esempio. Una rarità, per una città tutto sommato piccola come la nostra, un patrimonio da custodire gelosamente e sostenere economicamente perché possa crescere negli anni.
I numeri sono impressionanti: 70 volontari coinvolti, 23 responsabili, 15 monumenti, 1000 alunni coinvolti provenienti da 24 scuole, 45 classi, coordinati da 36 insegnanti sui due progetti principali.
Anche in questa edizione, gli istituti scolastici partecipanti sono stati infatti coinvolti in due percorsi, ideati dallo scrittore per ragazzi Luigi Dal Cin. Il percorso didattico “Le parole della bellezza” dedicato alle classi 4° e 5° primaria e 2° e 3° secondaria di primo grado, è stato supportato da professionisti del patrimonio culturale e da formatori teatrali nella creazione dei percorsi e nella narrazione. Le classi 2° e 3° della primaria hanno invece seguito il percorso didattico “Lo sguardo che crea”, per stimolare sguardo e creatività a partire dall’osservazione di dettagli architettonici che possono, con l’immaginazione, diventare protagonisti di storie e opere d’arte.
Capita spesso che i bambini ci stupiscano per quello che dicono, per le frasi curiose che a volte candidamente escono dalla loro bocca e per lo sguardo sincero che hanno sul mondo: lasciamo che sia la meglio gioventù a svegliarci dal torpore per farci riscoprire le bellezze che ci circondano. Forse è il modo giusto per darci nuove chiavi di lettura del contemporaneo e offrirci nuovi stimoli anche in tempi incertissimi come questi.