Portare a termine questa intervista è stata una lunga attesa. Non per pigrizia o lentezza ma perché “Laerte – La Rete è un coordinamento informale e apartitico di cittadini singoli, gruppi e associazioni”. E per questo, non abbiamo intervistato una persona o un rappresentante ma tutto il gruppo ponendo una serie di domande a cui hanno risposto collettivamente. Un gruppo che “si riconosce nei principi dell’auto-organizzazione, della gratuità e della nonviolenza” con un centinaio di aderenti diretti oltre a “un coinvolgimento indiretto di circa mille persone su tutto il territorio comunale di Ferrara”.
Lasciamo però che siano loro a raccontarci come e perché nascono…
Laerte nasce il 29 novembre 2018 per proseguire, consolidare e ampliare il progetto Urban Center del Comune di Ferrara, di cui ne costituisce l’anima civica. Laerte promuove e sostiene le iniziative di cittadinanza attiva locali e le pratiche di partecipazione civica. Tra i suoi obiettivi c’è lo sviluppo della “democrazia partecipativa”, attraverso la costruzione di collaborazioni basate sull’ascolto e la responsabilità diffusa, per superare la verticalità delle decisioni in un’ottica di co-progettazione tra pubblica amministrazione e cittadini.
Per essere più chiari potete fare alcuni esempi, anche schematici, di iniziative realizzate dalla Rete?
- il ripristino di un bosco didattico e la riprogettazione di aree di verde pubblico a Barco, con il conseguente consolidamento dei rapporti di vicinato;
- il ripensamento collettivo di un’area verde abbandonata trasformata in parco pubblico in viale Krasnodar;
- i momenti conviviali, le feste di quartiere e le azioni di cura dello spazio pubblico di via Zemola, via Cavedone, via Pitteri, via Rampari, Pontegradella, Borgo Punta, Boara…;
- la gestione collettiva di orti e lo sviluppo di attività ambientali con le comunità scolastiche con il conseguente miglioramento di cortili e corti delle scuole coinvolte;
- la sperimentazione di una moneta locale, la gestione di scambi di prodotti e servizi tra vicini e gruppi di acquisto, il sostegno all’economia solidale;
Torniamo invece al passato. L’esperienza pregressa maturata con Urban Center immagino sarà servita ma come si pone a continuazione Laerte e in cosa invece è in discontinuità?
L’Urban Center era un progetto del Comune di Ferrara nato nel 2010 e proseguito fino al 2019: si ispirava ad un modello diffuso in tutto il mondo e nelle principali città italiane. È stato un esempio concreto di come cittadini e tecnici della pubblica amministrazione possono lavorare insieme in una logica di prossimità, co-progettazione e costruzione condivisa di reti sociali ed economiche. Nel 2016, l’Urban Center ha attivato un processo di riflessione sui “beni comuni” caratterizzanti la nostra città, che adesso il percorso civico di Laerte sta proseguendo, consolidando e ampliando.
In anni di incontri e collaborazioni, alcuni gruppi di cittadini interessati al miglioramento delle relazioni e dei luoghi in cui vivono, si sono impegnati a co-progettare iniziative e soluzioni con l’amministrazione comunale. Con il supporto di tecnici comunali formati, sono riusciti a strutturare nuovi processi partecipativi. Lo scopo era quello di esprimere le potenzialità presenti sul territorio promuovendo il benessere di chi lo vive, attraverso regole e accordi che fossero alla portata di tutti.
Le nuove procedure e normative ideate per favorire l’uso libero dello spazio pubblico aperto hanno ottenuto diversi riconoscimenti nazionali e sono state di ispirazione per diversi Comuni. In sintesi, i pilastri alla base dell’agire amministrativo erano due: un’azione intersettoriale coordinata di riordino e razionalizzazione delle normative esistenti, la costruzione di un interlocutore di riferimento per i cittadini, dinamico e paritario, finalizzato alla costruzione di un patrimonio di relazioni e saperi pubblico e a tutti accessibile.
In particolare, il Regolamento comunale per la gestione partecipata delle aree verdi pubbliche è diventato un modello riconosciuto anche in Europa, grazie al progetto europeo “Perfect” per la valorizzazione delle infrastrutture verdi urbane, che lo ha inserito come buona pratica nella piattaforma del Programma di cooperazione Interreg Europe, finalizzata allo scambio di politiche innovative tra gli stati membri.
Laerte, in questo periodo, ha cercato di recuperare il ruolo di ascolto e di sostegno delle pratiche esistenti nella nostra città per il potenziamento delle relazioni sociali e la cura di beni comuni: da interlocutore di riferimento istituzionale per la pubblica amministrazione, è divenuto un percorso civico auto-organizzato e autonomo.
E a cosa aspirate?
Laerte aspira a divenire il promotore della replicabilità di alcune pratiche affermate come i Gruppi di acquisto solidali, le filiere corte, la moneta complementare, il welfare di comunità, la democrazia di prossimità, il patto tra generazioni, che potrebbero rappresentare nuove strade da percorrere per rendere meno traumatica l’uscita dall’emergenza sanitaria.
Ad oggi, l’obiettivo principale è quello di costruire e consolidare una Rete tra le iniziative civiche locali, vero compimento del processo dei beni comuni avviato. Attraverso la realizzazione di strumenti e la raccolta di informazioni, per tutte e tutti liberamente accessibili, coinvolgendo non soltanto i gruppi già impegnati ma anche quanti vorrebbero intraprendere nuove attività.
Oggi, non solo il progetto dell’Urban Center è stato definitivamente chiuso, ma alcuni dei Patti stipulati hanno trovato importanti ostacoli nella loro applicabilità, probabilmente perché i processi avviati negli anni precedenti non sono stati tradotti in procedure consolidate all’interno degli uffici comunali.
Per questo, abbiamo deciso di attivare una raccolta firme che invitiamo tutti a sostenere, sia contattandoci direttamente scrivendo a laerte@autistici.org, che collegandosi sulla piattaforma Change.org a questo link:
https://www.change.org/p/cittadini-ferraresi-per-l-uso-civico-e-collettivo-dei-beni-comuni
Il nome che avete scelto è molto interessante. Laerte, padre di Ulisse e membro della spedizione degli Argonauti per recuperare il Vello d’Oro che cura ogni malattia. Non è forse La Rete il vostro Vello? Riuscire a creare connessioni orizzontali, mutuo aiuto, conoscere e apprendere dalle diversità può considerarsi una medicina per il mondo in cui viviamo?
Si, la Rete è il nostro Vello! E siamo felici con il nostro nome di ricordare la figura mitologica di Laerte, non solo leggendario Re di Itaca ed Argonauta, ma anche padre e anziano, che in attesa del ritorno del figlio, decide di lasciare il palazzo reale e trascorrere i suoi ultimi anni prendendosi cura di una vigna, in un orto. Laerte deriva dal greco Laertes, un nome composto formato dalle parole laos, che significa “popolo”, ed erein, in cui significato è “unire”, e che possiamo dunque liberamente tradurre con l’espressione “popolo unito”. È stato anche per questo che abbiamo deciso di chiamarci così, per ricordarci che il nostro percorso ci spinge a dare forza ai desideri e alle passioni che ci uniscono. La prima ragione però è che Laerte è un semplice anagramma di “La Rete”, appellativo volutamente anonimo che ci ha sempre caratterizzato e nel quale ancora ci riconosciamo. Chi si riconosce in Laerte, è quotidianamente impegnato nella sfida di liberare il proprio tempo e costruire legami di fiducia duraturi e profondi, che pongono al centro l’uomo come essere sociale. Non sappiamo se questo può considerarsi una medicina per il mondo in cui viviamo e per Ferrara, lo è sicuramente per noi.
Uno dei vostri principi dice: “Gli stili di vita, i comportamenti, le iniziative e i progetti della Rete danno priorità al diritto dei bambini, dei giovani e delle generazioni future di vivere in un pianeta migliore di come lo abbiamo trovato”. Un mondo migliore sotto quali declinazioni? Immagino ambientale ma anche sociale.
Il mondo immaginato da Laerte è basato sull’equilibrio ecologico, la socialità, l’aiuto reciproco, il dialogo intergenerazionale e interculturale, requisiti indispensabili per l’esistenza di una comunità che si cura del suo territorio e delle relazioni sociali che lo caratterizzano. Laerte guarda con consapevolezza non solo al presente, ma anche ad un domani che non è poi così distante, il futuro prossimo in cui i bambini e gli adolescenti di oggi, e non soltanto le nuove generazioni, erediteranno il patrimonio ambientale, economico e sociale dei propri genitori e nonni.
Uno dei vostri obiettivi è: “Lo sviluppo della democrazia partecipativa, come ascolto e co-progettazione tra pubblica amministrazione e cittadini”. Ecco, come si sviluppa nel vostro percorso la democrazia partecipativa? Come lo state facendo e come pensate di farlo in futuro?
Come promotori della democrazia partecipativa, i cittadini protagonisti di Laerte sono portatori di conoscenze specifiche relative ai nuovi regolamenti e alle nuove procedure comunali che in questi anni sono state cambiate per favorire un uso spontaneo, conviviale e artistico degli spazi pubblici aperti, il ripensamento collettivo e la gestione partecipata di aree di verde pubblico, la semplificazione di alcuni strumenti classici della partecipazione popolare (petizioni e proposte deliberative), lo sviluppo di percorsi partecipativi.
Durante il lockdown, Laerte ha sostenuto la creazione di una rete tra le associazioni locali e liberi cittadini attivi in ambito ecologico e ambientale, la “Rete per la giustizia climatica”. Abbiamo collaborato all’individuazione di modalità e strumenti per cercare di avviare un dialogo con i nostri amministratori, tre petizioni che ad oggi hanno permesso di aprire un tavolo di co-progettazione con l’Assessore all’Ambiente Alessandro Balboni.
“Il tempo non è compensabile in denaro” si legge sempre tra i vostri principi. Come questo può essere un vantaggio per la rete e chi la compone? Se il tempo potesse essere compensato in denaro si avrebbe la possibilità di dedicarsi maggiormente al progetto?
Laerte sta studiando circuiti di scambio alternativi al denaro, fondati sul dono e l’economia solidale, anche per questi motivi abbiamo scelto di non convertire il tempo dedicato per Laerte in moneta.
Nell’immediato, è stata scelta questa opzione semplicemente per evitare problemi. Non avere denaro da gestire abbatte la burocrazia, garantisce assoluta libertà e autonomia delle azioni promosse, non si alimentano forme di dipendenza o favoritismi. In questa prima fase di sviluppo, crediamo con forza all’idea di consolidarci come un organismo civico collettivo informale di volontari. Gli svantaggi sono tanti, tutti noi lavoriamo o studiamo, abbiamo altri interessi, una famiglia. La spinta propulsiva di Laerte e i suoi impatti sarebbero forse maggiori se qualcuno si potesse dedicare interamente al Progetto, non possiamo saperlo.
Inoltre, questo ci obbliga a rallentare, a eseguire poche azioni ben calibrate, a dare priorità al nostro stare bene e al nostro stato d’animo.
Avete sviluppato una collaborazione con Pellicano Papers e Web Radio Giardino. In che misura l’aspetto comunicativo fa parte del progetto?
Il nostro sogno è quello di avere canali comunicativi diffusi e diversi, perché chiunque ha a cuore “Laerte” può dargli/le voce. Da subito, Laerte si è dotato di un “gruppo comunicazione”, abbiamo realizzato un semplice sito web ed ereditato la pagina Facebook dell’Urban Center. Durante il lockdown, abbiamo realizzato una serie di podcast sulle pratiche attive di cittadinanza insieme a Web Radio Giardino, sulla cui piattaforma è possibile ascoltare le interviste, e a Pellicano Papers che ha accompagnato le storie con un articolo e un’immagine grafica. Queste collaborazioni ci permettono di allargare gli orizzonti e di includere tra le buone pratiche anche quelle che si occupano di comunicazione, informazione e innovazione sociale.
Sul sito è possibile consultare la Carta dei Principi, chiunque vi si riconosce può aderire alla Rete. Le persone più motivate possono aggiungersi al “nucleo operativo” per la costruzione di strategie e iniziative specifiche. L’attuale gruppo organizzativo si compone di: Gaia Lembo, Paola Chiorboli, Loredano Ferrari, Silvia Ridolfi, Sergio Goffi, Ilenia Crema, Paola Gatti, Lorenza Cenacchi, Paolo Ceccherelli, Chiara Porretta, Lucia Diez, Gemma Malisardi, Laura Del Favero, Alberta Gaiani.