
14 Gennaio 2026 ore 17:30 - 23 Gennaio 2026 ore 17:30
Incontri alla libreria Libraccio – Gennaio 2026

– Mercoledì 14 Gennaio ore 17.30 presentazione di Wu Ming 2
“Mensaleri” – Einaudi
In dialogo con Marco Belli
È il 1868 quando Nazzaro Mensa acquista l’isola di Parpai, sul fiume Leri, e vi costruisce una grande cartiera. Sulla riva dirimpetto fonda un villaggio per gli operai, un borgo che porta il nome della sua famiglia, unito a quello del corso d’acqua: Mensaleri. Sembrerebbe il sogno di un imprenditore illuminato, ma intorno a Nazzaro non ci sono solo ingegneri e tecnici, c’è anche un mago, che lo affianca nelle decisioni. Nel 1995 l’èra dei Mensa si è ormai conclusa, la fabbrica è passata più volte di mano e le banche l’hanno lasciata morire. È allora che Riniero, pronipote di Nazzaro, si presenta con un piano irresistibile di rigenerazione del sito industriale, per dare a Mensaleri un nuovo corso. O forse no.
– Venerdì 16 Gennaio ore 17.30 presentazione di Monica Pasquino
“Senza legge. Perché l’educazione sessuo-affettiva a scuola è una questione politica” – Tlon
Dialoga con l’autrice Henry Gallamini
“Senza legge” racconta perché l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole sia oggi una necessità politica improrogabile, un’urgenza sociale e culturale, e al tempo stesso il bersaglio di strumentalizzazioni e attacchi che mirano a soffocare il cambiamento. Attraverso le diverse esperienze e prospettive di cinque voci autorevoli, il libro ricostruisce anni di dibattiti, progetti, conflitti e resistenze istituzionali, offrendo un quadro delle sfide ancora aperte. Dai percorsi educativi nelle scuole alle rivendicazioni per i diritti delle persone LGBTQIA+, dalle piazze al Parlamento, dai centri antiviolenza ai teatri, le autrici esplorano il legame tra scuola, società, politica e prevenzione delle violenze di genere. Al libro hanno collaborato anche Alessia Crocini e Lella Palladino.
– Giovedì 22 Gennaio ore 17.30 presentazione di Antonia Caruso a Ferrara
“Corpi invisibili” – Becco Giallo
Dialogano con l’autrice Henry Gallamini e Giulia Ballarin
Cosa succede quando un corpo viene ignorato, nascosto o ne viene proposta una percezione diversa? Questo corpo diventa invisibile. C’è chi non deve pensare al proprio corpo, quando è in pubblico, perché conforme, adatto, “normale”; e ci sono corpi invece che vengono tenuti fuori dalla sfera pubblica, dai luoghi fisici, dalle narrazioni. L’idea di questo libro è quella di rappresentare i corpi invisibilizzati dal 1930 fino ai nostri tempi. La rappresentazione del corpo è inevitabilmente legata al contesto politico e sociale; la storia italiana è coprotagonista della narrazione di questo libro. L’intento di questo saggio illustrato è di restituire valore e visibilità a quei corpi che, durante le epoche, sono stati allontanati ed emarginati dalla sfera pubblica o la cui narrazione è stata distorta al punto da non poterli più riconoscere. Lo fa prendendo come esempio 8 corpi situati nel proprio specifico contesto sociale (si parla di carcere, fabbrica, manicomio, migranti, sex worker, donne in tv, corpo trans e aborto) osservandone la loro evoluzione all’interno della storia italiana degli ultimi novant’anni, dagli anni Trenta del secolo scorso fino al 2020. Postfazione di Luce Scheggi.
– Venerdì 23 Gennaio ore 17.30 presentazione di Alberto Grandi a Ferrara
“L’invenzione del cuoco. Contro le bugie degli chef” – Mondadori
Dialoga con l’autore Luca Grandi
Alberto Grandi, che insegna Storia dell’alimentazione all’Università di Parma, con questo saggio afferma due intuizioni storico-scientifiche è la cucina che ha fatto gli italiani (e non viceversa) ed è la televisione che l’ha inventata e raccontata corredandola dei suoi archetipi: ricette, forchettate in diretta, nutrizionisti, chef con pose da star. Nell’Italia degli anni Sessanta, mentre è in via di esaurimento il boom economico, il cibo inizia a essere narrato, rappresentato, spettacolarizzato dai media, acquisendo una dimensione simbolica e pian piano un ruolo identitario: in breve gli italiani diventano anche quello che cucinano. In questa narrazione è la televisione a svolgere un ruolo decisivo, allevando schiere di consumatori secondo la leggenda che succulenti piatti regionali costituiscano da sempre il desinare quotidiano nelle poverissime mense dei contadini fino al dopoguerra. A partire dal mitico “Carosello”, e poi attraverso trasmissioni e personaggi di variegata competenza, da Ave Ninchi a Luigi Veronelli fino ad Antonella Clerici o a Benedetta Parodi, la televisione contribuisce a creare un immaginario gastronomico condiviso e identitario, con la codificazione di ricette, riti, regole che oggi consideriamo un patrimonio nazionale.
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