

Avete presente quando si schiocca le dita? Quel click, quello snap? Immaginate che a farlo sia una sala intera, quella del Consorzio Factory Grisù: lo fa quello là in prima fila, e pure l’amico vicino. È un dettaglio che non passa inosservato, anzi, è quasi fastidioso. È un rumore leggero, ma lo fanno senza nascondersi – che maleducati! – e hanno gli occhi fissi su Lorenzo Maragoni, campione mondiale, nel 2022, di Poetry Slam.
Allora, visto che non siamo dell’ambiente, e si è visto, è proprio Maragoni a spiegarlo al volo: “Questa cosa che sentite, chi schiocca le dita, è un segnale di apprezzamento! Significa che sta piacendo quello che stai sentendo”.

E in effetti schioccare le dita è un modo discreto di mostrare supporto, non spezza il ritmo come un applauso, non costringe a fermare il flusso di parole dello spettacolo in scena, perchè in scena c’è una vera e propria tempesta: sono parole come quelle di un acquazzone, quando gocce a migliaia cadono dall’alto, ecco, mentre ascoltiamo il campione di poetry slam ci è chiaro che alterna momenti di connessione tra un momento performativo e l’altro, sprigiona poi un flusso inarrestabile di parole, rime, ritmi, doppi sensi, giochi di parole che si accumulano uno sull’altro creando una pila di significati irresistibile e quasi imprendibile, complessa da fermare. Un fiume, un temporale.
Fosse una foto sportiva, sarebbe il passaggio di una formula uno: ne percepisci e osservi tutto il moto, ma è quasi impossibile farne una instantanea precisa, sarà quasi sempre una foto mossa, sfuocata. E infatti la foto ci viene mossa e sfuocata.

Ma facciamo un passo indietro: siamo al Consorzio Factory Grisù ed è la prima serata del festival Poetry Slam, organizzato da Officina Teatrale A_ctuar per il quarto anno consecutivo. “Il progetto a Ferrara, nasce nel 2022. Non era passato molto dal nostro incontro con Martina Riina, poetessa slam che portava il poetry slam nei quartieri più complessi di Palermo. L’abbiamo conosciuta al Ballarò Buskers Festival e ci ha introdotto a questa disciplina di cui non avevamo mai sentito parlare: abbiamo deciso di portarla a Ferrara”, ci racconta Sara Draghi di Officina Teatrale A_ctuar.
All’inizio il progetto non era un festival, ma un laboratorio che si chiudeva con “un duello a parole – ci spiega Draghi – ci si sfida davanti ad un pubblico che poi vota, mantenendo le regole di base della poesia performativa. Ovvero: massimo tre minuti, solo voce, solo testi propri e inediti, nessun altro strumento se non le proprie parole”. Il poetry slam è esattamente questo – o meglio: è sia questo, cioè il momento performativo (e allora si dice il poetry slam) sia la disciplina in sè, cioè la poesia performativa (e allora si dice la poetry slam).

Il laboratorio, nel 2022, è andato subito benissimo e ha portato ad una crescita anno dopo anno del progetto, mentre la poetry slam si diffondeva città dopo città. Il movimento nasce negli anni ottanta a Chicago, con Marc Smith: le sue letture di poesia diventano man mano un appuntamento fisso. In Italia questa disciplina arriva solo a inizio anni duemila; ufficialmente nel 2002, con Lello Voce. Ma diciamolo: dal 2021 al 2023, per bene tre edizioni consecutive, i campioni mondiali della disciplina – di cui esiste una vera e propria lega, con campionati nazionali e mondiali – sono stati tre italiani: Giuliano Logos nel 2021, Filippo Capobianco nel 2023. E Lorenzo Maragoni nel 2022, proprio lui, quella tempesta di parole che è sul palco la prima sera del festival a Ferrara.
“Il pubblico – ci racconta ancora Draghi – è tendenzialmente giovane, dai 14-15 anni fino ai 20, ma non mancano persone di 30 o 40 anni: ci sono poeti e poetesse slam anche di settanta anni”.
Il laboratorio resta un momento centrale, che si conclude con un duello, una celebrazione finale – il poetry slam collettivo – per chi ha svolto il laboratorio durante i quattro giorni di festival e si è messo in gioco per apprendere l’arte della poesia performativa. “Noi lavoriamo soprattutto con i ragazzi giovani, dopo la prima esperienza ci hanno chiesto di portare il laboratorio anche in altri luoghi dell’Emilia Romagna. Nel 2023 abbiamo scoperto che qui a Ferrara c’è il collettivo Poemare, gestito da Gennaro Màdera che abbiamo coinvolto e che fa parte dell’organizzazione del festival: ci aiuta a farlo crescere, ora comprende spettacoli e talk, oltre ai laboratori”.


“Assistere alla poetry slam è un momento molto divertente e molto umano, che ti disarma. La vera bellezza è la possibilità di un incontro dove ci si siede e ci si ascolta in silenzio, anzi nemmeno tanto in silenzio” ci confida Draghi.
E allora torniamo alla poesia di Lorenzo Maragoni ma non alle dita che schioccano: al silenzio (che comunque fa parte della poesia). Più precisamente, al silenzio che segue alle due semplici parole“ciao, gioia” di una barista milanese che lo avrebbe salutato così, con quell’enfasi che a volte gli sconosciuti ti riservano, sorprendendoti. Lorenzo ne è rimasto devastato:
ciao, gioia, come fai tu, donna sconosciuta, a scorgere in me Gioia, mia madre, mia madre perduta. Come vedi in me, lei?
E subito diventa un pezzo, questo qui:
Alla fine di quella performance non c’è lo schiocco delle dita, non c’è l’energia di risate che esplode dopo quella grandine che piove in rima e in poesia, senza respiro. C’è proprio, per un attimo, silenzio e assenza di respiro. Un attimo di immobilità, solo la polvere si muove e i corpi del pubblico sono bloccati, statue di gesso di fronte all’improvviso cambio di registro, che prima e dopo era un pò “ridiamo di me, ridiamo di noi, guardiamo a noi tutti” mentre ora è diventato un “guardiamo dentro a noi stessi e a ciò che siamo, nel livello più profondo della nostra anima”.
È proprio questo che puoi fare se sei il campione mondiale di poesia performativa, è proprio questo quello che vogliono imparare i ragazzi che prima schioccavano le dita – e che dopo le schioccheranno ancora: è proprio questo che sono venuti a scoprire curiosi, giovani e meno giovani tra il pubblico. Il potere delle semplici parole, di null’altro che delle parole, e di una connessione che si stabilisce tra chi ascolta e chi è seduto intorno.

INFO: Lips – Lega Italian Poetry lam – Officina Teatrale A_ctuar – Poemare – Lorenzo Maragoni


Classe 85, vive a Ferrara da vent’anni. Secondo il profilo ufficiale è Infermiere, nel contempo si occupa da anni di giornalismo con l’idea di cercare di raccontare il mondo da una angolazione sempre nuova, con spirito critico ma rivolto al meglio, al domani e al possibile. Ha scritto un romanzo, si chiama “Sfumature” e si occupa di musica con una newsletter settimanale, live report e altro.Qui su Filo, articolo dopo articolo tenta di costruire un mondo più informato, consapevole ed ottimista o, almeno, aderente alla realtà.