Non c’erano molti motivi fino a pochi giorni fa per passare in via Calcagnini a Ferrara a meno che non si cercasse l’Assessorato alla Pubblica Istruzione o l’ente di formazione professionale che di recente ne ha preso il posto. Esattamente davanti a quel palazzo, al civico numero 8, ha però inaugurato nel weekend uno spazio bellissimo e diverso dal solito, uno di quelli che di solito scopri passeggiando per Berlino o Londra ma che da queste parti faticano a trovare terreno fertile.
In questo studio/laboratorio uniscono le rispettive esperienze Andrea Amaducci e la sua compagna Maria Ziosi, nel tentativo di mettere a sistema performance, musica, creatività, arte e moda, linguaggi contemporanei che entrambi in vari modi hanno già utilizzato negli ultimi anni.
In quella che era una vecchia officina completamente trasformata sembra di essere per un attimo in qualche negozietto di Kreuzberg con abiti vintage, o in un locale di Brick Lane con i vinili di qualche etichetta indie e alle pareti quadri colorati, oggetti misteriosi e affascinanti e persone amichevoli che ti invitano ad entrare per raccontarti qualcosa in più sul loro lavoro.
Lo spazio è una scatola bianca dai contorni delineati con un pennarello nero, quasi fosse un fumetto di Amaducci, ma è una scatola bianca già piena di idee in divenire e pronta a riempirsi con progetti e proposte che possono arrivare nei prossimi mesi. Nell’idea di Maria e Andrea si potranno ospitare mostre di arte contemporanea, ma anche piccoli spettacoli di teatro o djset, feste di ogni tipo perché no anche per famiglie e bambini (Covid permettendo), dove non ci si limiti a torta, palloncini e schiamazzi, ma si possano coinvolgere gli invitati in laboratori creativi, piccolo teatro con i burattini e musica. Oppure sarebbe bello diventasse un piccolo circolo, dove poter entrare per leggere un libro, ascoltare un disco, bere un caffè e rilassarsi un attimo quando si è in giro per il centro.
Tra moda e arte lo spazio ospita temporaneamente anche un prototipo di serra aeroponica che strizza l’occhio alle nuove tecnologie: tramite serbatoi e appositi armadi programmati via Arduino, i nutrienti sono nebulizzati sulle radici delle piante, rendendo possibile la coltivazione di ortaggi di ogni tipo direttamente indoor e a chilometro zero.
Chi conosce e segue da anni la coppia ritroverà gli alieni di Andrea, le copertine dei dischi che ha realizzato, la poltrona costruita con finti panetti di droga ed oggetti curiosi che appartengono all’immaginario del performer, completati dall’estro di Maria nel inventare abiti del tutto inusuali, colorati e spesso frutto di una ricerca tra materiali di recupero.
Nel frattempo i due artisti si sono uniti come nella vita anche artisticamente, creando quasi un nuovo brand: su Instagram il frutto di questa sperimentazione si può seguire sul profilo maria_et_andrea già da alcuni mesi. Sembra ieri ma sono passati quasi dieci anni dal surreale “Sogno dell’Alieno”, esperimento di comunicazione per cortocircuitare mass media e politica andato in onda su Sky con la regia di Alberto D’Onofrio. Il 18 giugno Andrea e Maria parteciperanno ad un talk al Museo M9 di Mestre dal titolo: “L’arte, tra sostanza del comunicare e forma del fare” organizzato da Penzo+Fiore e Alessio Vigni con Marina Bastianello Gallery. Un primo passo fuori dalle mura cittadine, un primo riconoscimento di questo nuovo progetto insieme, si spera il primo di tanti.
Nuovi spazi come questo (a proposito: forse dovrebbe darsi un nome proprio che vada oltre i due cognomi di famiglia) sono oro per l’incontro di linguaggi e idee, in una città dove iniziano a mancare proprio i luoghi di aggregazione che favoriscano la nascita spontanea di nuovi progetti, a parte bar e ristoranti in franchising che aprono invece ad ogni cantone. Come abbiamo voglia di tornare finalmente fuori a cena con gli amici abbiamo bisogno di tornare a suonare dal vivo, ad esporre, ad esporci, a raccontare, recitare, conoscere e (ri)conoscerci.
Ferrara ha bisogno del coraggio di Maria e Andrea, come loro hanno bisogno di tutti noi: un bel contenitore può restare tale o riempirsi della voglia di costruire qualcosa.
Fateci un giro, passate a trovarli, scrivetegli: se la cosa vi piace mettetevi in gioco, facciamo girare la voce. Forse Ferrara non sarà mai più New York come recitava quella scritta sul muro, ma non è detto che non sia bella ugualmente, in modo diverso.
INFO
Studio Amaducci Ziosi
via Calcagnini, 8 – Ferrara
https://instagram.com/maria_et_andrea