Un vero e proprio viaggio per raccontare come l’acqua entra nelle nostre case e nelle nostre vite. Dalle origini della catena produttiva ai nostri rubinetti, parlare di acqua è più che mai importante e attuale e farlo attraverso il palcoscenico di un teatro può diventare il modo giusto per raggiungere un pubblico nuovo, giovane e sensibile.
Volo sull’acqua è il titolo dello spettacolo promosso da HERA che andrà in scena ad ingresso gratuito (fino a esaurimento posti) mercoledì 31 ottobre alle 21 presso il Teatro Comunale di Ferrara. Sul palco due volti noti provenienti da mondi molto diversi: Fabio Volo, mattatore di radio e tv, scrittore, autore e piccolo self-made man italiano da sempre dotato di grande ironia e capacità narrative, e Gianumberto Accinelli, divulgatore scientifico bolognese appassionato e preparato sull’argomento e già ospite di numerose trasmissioni radio e tv. In un articolo il Corriere della Sera lo ha inserito tra le venti persone che stanno cambiando l’Italia con il suo lavoro.
Da dove proviene l’acqua, quanta ne consumiamo e in che modo? E’ vero che l’acqua del rubinetto supera infiniti controlli di qualità ed è ottima da bere al pari di quella in bottiglia? Accinelli, che è prima di tutto un entomologo, paragonerà l’esperienza delle api con il miele a quella della catena produttiva idrica, divertendo e informando ad un uso consapevole di questa risorsa preziosa.
Accinelli come è nata l’idea dello spettacolo?
La produzione dello spettacolo aveva già lavorato con HERA sempre in ambito scientifico con Mario Tozzi, e si sono interessati a me e Fabio ascoltando la mia rubrica fissa nel suo programma su Deejay, Il Volo del mattino, proponendoci di collaborare.
Quindi con Fabio Volo c’è un sodalizio artistico che dura da tempo.
Ci conosciamo da qualche anno e da un paio di anni ho questo spazio settimanale nel suo programma dove parlo di scienza attraverso narrazioni di storie esemplari. Per me è importante l’aspetto narrativo per poter arrivare a più persone possibili, cerco sempre di avere a fianco qualcuno capace di raccontare qualcosa in modo semplice e diretto e in questo Fabio è bravissimo.
Come mai un entomologo si occupa dell’acqua?
Io sono appassionato di insetti ma anche in generale di ecologia, mi interessa molto ogni aspetto del mondo naturale che riguarda l’ambiente e come gli esseri umani lo abitano. Per scrivere questo spettacolo ho dovuto studiare e informarmi in modo approfondito per poi poter semplificare i messaggi che vogliamo portare all’attenzione del pubblico. Uno su tutti: il consumo consapevole dell’acqua pubblica, che non ha niente da invidiare a quella in bottiglia, anzi è più controllata e inquina meno.
Obiettivo dello spettacolo è sfatare quindi il mito della bottiglia d’acqua sigillata, sinonimo di qualità e controlli.
Io bevo sempre acqua del rubinetto, la porto con me in borraccia, perfino al ristorante, non ha alcun senso comprare quella in bottiglia. Basta pensare alla plastica che viene consumata, ai costi di produzione, a quelli di inquinamento ambientale dovuti tra l’altro al trasporto. Abbiamo un’acqua buonissima a chilometro zero e non usarla è imperdonabile.
Nello spettacolo si parlerà anche di insetti come esempio virtuoso.
Useremo come metafora il mondo delle api, che producono il miele, paragonandole a chi eroga un servizio idrico per i cittadini, come fa Hera. Lo spettacolo sarà diviso proprio in capitoli, in un continuo rimando tra questi due mondi, con in mezzo le incursioni a ruota libera di Fabio Volo, che ad improvvisare è bravissimo. Il giornalista Giorgio Comaschi ci ha poi aiutato ad adattare testi ai tempi teatrali, ad inserire immagini e video di corredo, è la prima volta che mi trovo a parlare su un palcoscenico di un teatro. I primi tre spettacoli a Bologna, Cesena e Rimini sono andati molto bene, il pubblico era numeroso ed interessato.
Il Corriere della Sera ti ha inserito in un articolo tra le venti persone che stanno cambiando l’Italia, in che modo lo stai facendo?
Quella segnalazione la devo fondamentalmente al mio lavoro con Eugea, una startup spinoff dell’Università di Bologna nata nel 2005 e formata da ricercatori del gruppo di Ecologia applicata della facoltà di Agraria. Si occupa di natura, di produzione di kit ecologici, di didattica per aziende e scuole. Vuole rendere l’ecologia popolare, portare i concetti più complessi alla portata di tutti. È gestita da una cooperativa sociale che tra l’altro coinvolge persone che sono affette da disturbi psichiatrici. Me ne occupo ancora, seppure con meno tempo a disposizione perché di recente sono tornato nelle aule del liceo, per insegnare scienze.