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Bike&Sounds: anche quattro ferraresi in bici per la musica da Milano a Roma

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Abbiamo visto i LiveClub mobilitarsi assieme, al grido ‘#ultimoconcerto’, ma il settore dell’industria musicale è ancora più vasto e complesso. Le figure tecniche che permettono la buona riuscita di un concerto tra 4 mura, sono le stesse che, spesso su scala 1 a 10, tirano i fili di quelle gigantesche marionette che sono i grandi festival all’aperto. Sono proprio loro, quei professionisti, spesso autonomi, ‘abituati a far fatica’ per mettere in piedi un evento, che inforcheranno le loro biciclette per Bike&Sounds, una solidale corsa in bici, da Milano a Roma.

‘Bike & Sounds vuole dare voce a chi, in questi mesi di pandemia, è stato fermo e in silenzio – comunica l’organizzazione -. L’energia e l’adrenalina di un team di addetti ai lavori del mondo dello spettacolo, saranno i mezzi fondamentali per aiutare chiunque viva uno stato di emergenza prolungato nel tempo. Utilizzeremo la bici, il sudore, le tappe, una partenza ed un arrivo’. 

530 km, 10 clclisti, alcuni special guest, 10 tappe e 14 venue per ridare la voce a chi non è stato ascoltato fino ad ora, nel pieno rispetto delle norme anti Covid-19. Direttori di produzione, tour manager, lighting designer, safety manager, stage manager, site manager, fonici, rigger, staging crew, architetti e local promoter, assieme per raccontare cosa accade quando le luci del palco si spengono per troppo tempo. Un gruppo, un team, proprio come quando si costruisce un festival: i 10 ciclisti pedaleranno fianco a fianco, esattamente come sono abituati a lavorare; perché di lavoro si tratta, e finalmente questa verità sembra essere entrata – tristemente- nel pensiero comune. Quattro i ciclisti da Ferrara, Paolo Vettorello e Federica Poggi, dello Studio Sigfrida che porta con onore il nome della nostra città tra i grandi palchi nazionali, il videomaker Francesco Mancin e Simone Dovigo di Witoor e della famosissima Bike Night. 4 figure differenti del mondo degli eventi, ma con la stessa voglia di ripartire e di denunciare sportivamente la mancanza di attenzione che sta caratterizzando il settore e che ne sta alimentando una pericolosa crisi. Le storie dei ciclisti si intrecceranno a quelle dei graditi ospiti che incontreranno, e assieme alle immagini, andranno a comporre un documentario itinerante.   

Quindi, lunedì 15 marzo il corteo partirà da Milano, per raggiungere Verona, Padova, Bologna, Rimini fino ad arrivare a Roma, l’ultima tappa dell’iniziativa. ‘Come in tutti i tour che si rispettino – continua il comunicato ufficiale -, ci sarà anche una DATA ZERO: il 1 marzo dal teatro Ariston di Sanremo dove il giorno successivo si terrà il rinomato Festival, verso Milano (prima tappa del tour). La partenza da Sanremo sarà una sorta di riscaldamento ed “allestimento muscolare”, documentata da Radio Deejay che tramite un collegamento telefonico con il ciclista darà la “benedizione ufficiale” a questa importante pedalata’. 

La musica dal vivo nasce da una forte passione e ha l’incredibile caratteristica di saper rimanere tale, ma è vita, è lavoro, per tantissimi professionisti (e questa verità sembra ancora non poter essere data per scontata, purtroppo). Dal primo all’ultimo, dalla fatica alla soddisfazione, da ogni lato del palco: tutti contribuiscono alla riuscita del concerto, dell’evento, in maniera determinante. Ecco, Bike&Sounds parlerà di chi, pur stando dietro le quinte, è MUSICA, e non deve essere tenuto in silenzio, ma anche di altri settori ai quali è stata tolta la possibilità di parlare. ‘L’intento del tour è quello di alzare il volume per dare voce a questo difficile silenzio, conseguenza di un anno umanamente complicato. Bike & Sounds darà voce alle realtà nascoste, incoraggiando ad emergere chi sta subendo violenze e non riesce a parlare perché si sente schiacciato. Per questo verranno sostenute campagne di sensibilizzazione contro la violenza di genere. Riaccendiamo la musica partendo dal suono delle ruote sull’asfalto e del vento che accarezzerà il nostro gruppo, per arrivare nel cuore di chi vive costantemente in uno stato di emergenza. Un concerto non ha età. Un concerto non ha tempo.
Ecco perché non dobbiamo né abituarci né arrenderci a questo silenzio. Questo è il nostro modo per gridare con i fatti che ci siamo e ci saremo per gli altri’. 

Per seguire l’impresa:
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