

Ambra Bianchi è una di quelle persone con cui parleresti per ore: la sua passione per la musica è contagiosa. Ne parla come fosse una cara amica, una compagna che dovrebbe far parte della nostra vita fin dalla più tenera età, perché è una maestra preziosa. Ora che Ambra è la nuova Direttrice della Ferrara Film Orchestra, l’ensemble del Musicfilm Festival, quest’anno in programma dal 20 al 23 novembre. Le ho chiesto di fare quattro chiacchiere: mi interessava conoscere il suo percorso e le emozioni che l’hanno accompagnata nelle diverse tappe della sua carriera, e approfondire una pratica che mi incuriosisce molto: il metodo Ritmìa.

Sono diversi anni che fai parte del Musicfilm Festival…
Precisamente dal 2019, dalla primissima edizione, quando ero nell’organico orchestrale in qualità di flautista con il Maestro Roberto Manuzzi. L’anno scorso, alla fine del Musicfilm Festival, ci siamo messi a ragionare: lavoriamo con giovani musicisti eccezionali e abbiamo più di 40 arrangiamenti già scritti per orchestra – tra colonne sonore di film, cartoni animati e musical – ed è un peccato che questi brani vengano suonati solo una volta all’anno. Abbiamo quindi pensato di proporre il repertorio al di fuori del contesto del Musicfilm Festival per farlo diventare un concerto a parte. A quel punto mi hanno chiesto: “Perché non lo dirigi tu?” L’esperienza non mi manca: dal 2007 dirigo l’AMF Brass Band e conosco bene il contesto orchestra, così ho accettato!
Come ti sei sentita quando ti hanno chiesto di dirigere la Ferrara Film Orchestra?
Felice. Ho iniziato a suonare il flauto a sei anni: il primo amore non si scorda mai, ma va bene anche dirigere, è un’altra faccia della mia immensa passione per la musica.

Cosa ti aspetti da questa nuova esperienza?
Mi piacerebbe che il patrimonio artistico di questa città, identificato nei ragazzi di questa orchestra, avesse finalmente la sua giusta collocazione: uno spazio dedicato e il riconoscimento che merita. Sono tutti ragazzi usciti dal bacino di formazione ferrarese, come la Scuola di Musica Moderna, il Conservatorio e altre realtà locali. Vorrei che si rompesse la dinamica del provincialismo. Siamo già molto contenti dei riscontri avuti in altre città, dove abbiamo fatto sold out! Da un punto di vista personale, spero di fare un buon lavoro per il rispetto della musica e di chi ci verrà a sentire. Sono una flautista molto preparata, ma non sono un Direttore d’orchestra che ha intrapreso un percorso di studi mirati, per questo il mio approccio si baserà non solo sulla tecnica, ma anche sul valore umano.

I riscontri di cui parla Ambra si riferiscono a due eventi in cui la Ferrara Film Orchestra ha fatto conoscere il proprio repertorio: il 1° agosto, al parco Coletta di Ferrara, si è tenuto un appuntamento importante nella cornice dell’evento Un giardino per tutti: per la prima volta, nella nostra città, è stato proposto questo genere musicale nella formula concert. Poi, il 20 settembre, l’orchestra si è spostata a Vo’ Euganeo, in provincia di Padova, per la Festa dell’uva, che coinvolge tutti i Colli Euganei: anche qui ha conquistato tutto il pubblico.

Come si è evoluto il lavoro dell’orchestra, negli ultimi tempi?
Purtroppo negli ultimi 40 anni molte orchestre sono scomparse. Una volta le produzioni ti chiamavano con largo anticipo, ti mandavano le parti e avevano il budget per pagare i musicisti; ora che tutto deve essere smart, capita che ti chiamino il pomeriggio per il concerto del giorno dopo. Oggi il lavoro dell’orchestrale è diventato sempre più difficile, e così è difficile anche creare realtà stabili che danno vita a gruppi coesi. Il nostro si basa sulla collaborazione, sul confronto e sul rispetto della componente emozionale dei singoli musicisti. L’ascolto è fondamentale: grazie ai legami che abbiamo intrecciato, alla preparazione del singolo e alla condivisione di visioni e idee, diamo forma al nostro progetto tutti insieme.
Quali sono state le soddisfazioni maggiori che hai vissuto grazie alla musica?
Ho vissuto così tante emozioni… Quando facevo parte dell’Orchestra Sinfonica Giovanile Italiana mi sono immersa nella dimensione internazionale della musica, accompagnando portenti come Ricciarelli e Pavarotti. Ma la musica sa essere incredibilmente importante anche in una dimensione molto più intima, come in un concerto all’alba, al Lido di Comacchio. L’esperienza più bella della mia vita è la musica stessa, sempre e in toto, che sia in un grande teatro o per strada mentre un bambino mi ascolta.


L’amore di Ambra per la musica è talmente grande che non ho bisogno di vederla per percepirla: la sua voce, all’altro capo del telefono, mi trasporta nel suo mondo, facendomi scoprire un metodo incredibile d’insegnare la musica fin dalla più tenera età.
Oltre a essere musicista, cantante, insegnante di flauto, sei anche tra i pochi operatori abilitati del “Metodo Ritmìa”. Di cosa si tratta?
È un metodo inventato una trentina di anni fa che unisce musica, movimento, espressività, respiro e rilassamento in una pratica efficace per insegnare musica ai bambini. Quando ho iniziato, non riuscivo a catturare la loro attenzione con i metodi accademici. Poi, la prima lezione che ho seguito al corso di formazione, tra movimenti, giochi, respiri, rilassamento e personaggi come i “Coccogrilli”, mi ha catapultata alla scoperta di un metodo incredibile. Con Ritmìa ci si approccia alla musica attraverso il corpo e una serie di tecniche respiratorie, i cosiddetti “respiri canto”, che attivano stati emotivi diversi. La musica ha questo potere: sblocca attività neuronali, ci porta altrove, suscita emozioni.
Ambra segue questo metodo da 20 anni, anni in cui si è confrontata con i genitori e ha ascoltato ciò che riportano i bimbi tornando a casa. Nel tempo, dalla grande mole di materiale raccolto è nato un lavoro di ricerca incredibile, al punto che nel 2017 è stato creato un dipartimento di ricerca (il Dipartimento Musicale Metodo RITMìA, presso la Scuola di Musica dell’Associazione Musicisti di Ferrara) che dirige lei, ed è l’unico in Italia.

“Metodo Ritmìa” è destinato solo ai bambini?
No, oltre ai laboratori per i bimbi, facciamo formazione per gli insegnanti, che ci raggiungono da tutta Italia! Metodo Ritmìa è una tecnica trasversale che ha portato anche a training per la gestione delle emozioni per i musicisti che salgono sul palco. Purtroppo oggi è forte la tendenza ad associare la musica solo al talento: questo crea aspettative che generano ansia e frustrazione. Il mio pensiero è diverso: anche se non diventi un musicista fenomenale puoi sempre diventare un ascoltatore attento. Il Metodo Ritmìa ti porta ad approcciarti alla musica nel modo più accogliente e sereno possibile. Una volta un papà mi ha detto che questa metodologia “ti insegna a stare nella musica”. Ecco, è tutto racchiuso in queste poche semplici parole.
Cosa ami di più del tuo lavoro?
Le emozioni, anche quelle brutte, che nell’arte trovano una loro forma: non bisogna averne paura, si possono trasformare.

Chi sono i grandi musicisti o direttori d’orchestra a cui ti ispiri?
Ho iniziato con Severino Gazzelloni, forse il più grande flautista italiano, colui che ha riportato il flauto traverso nei programmi televisivi. È stato il primo dell’epoca ad abbracciare l’avanguardia musicale, con uno sguardo che andava oltre. Studiare con lui è stato magico. Ricordo il terzo giorno di audizioni: eravamo in 300, da tutto il mondo; io volevo solo incontrare altri musicisti, vedere da vicino il Maestro e tornare a casa. Quando è arrivato il mio turno mi ha detto “sono stanco di sentire gente che fa troppe note al minuto: suonami qualcosa di leggero, lento, che arrivi dritto al cuore”. Puoi immaginare la mia delusione quando mi ha interrotta dopo pochi istanti. Ha preso solo 8 persone delle 1.000 selezionate, e io ero tra quelle. Sentirmi dire “Tu avevi un suono con un’anima, con una profondità che mi ha toccato” mi ha regalato un’emozione incredibile! Altri grandi che mi hanno affascinata sono il direttore d’orchestra Leonard Bernstein e il flautista jazz Dave Valentin, che mi ha traghettata nel mondo della musica moderna.
Come ti prepari a un concerto? C’è una frase o un gesto che contraddistingue quel momento?
Tanti anni fa ogni cosa poteva essere una scaramanzia ma, da quando ho conosciuto il Metodo Ritmìa, le paure sono sparite ed è stata una liberazione. Salgo sempre sul palco pronta ad accogliere tutto quello che viene. So di essere preparata e mi presento per quella che sono, nella mia autenticità.
Prima di salutare Ambra – che con il suo immenso bagaglio di esperienza e la sua incredibile sensibilità nel cogliere e accogliere le infinite sfumature delle emozioni, si prepara alla nona edizione del Ferrara Music Festival – sono curiosa di sapere se ha un consiglio da dare a chi ha l’ambizione di fare il suo stesso mestiere. “Fai musica se sei mosso da una grande passione, non da una grande ambizione“, ecco il suo consiglio.
Note
La 9a edizione del musicfilmfestival si terrà il 20 novembre 2025, al Teatro Nuovo di Ferrara, con la direzione artistica di Edoardo Boselli e un ospite d’eccezione, Mario Biondi.
Informazioni
Ferrara Film Orchestra: sito web | Facebook | Instagram


Classe ‘92, una laurea magistrale in pubblicità e comunicazione e un bisogno irrefrenabile di scrivere. La danza, le lingue e la musica riempiono il suo tempo libero. Ogni volta che può sale su un aereo e viaggia per scovare nuovi angoli di mondo e scoprire nuove sfaccettature di se stessa.