

L’estate volge al termine e come vi abbiamo raccontato, sono stati tantissimi gli eventi musicali a Ferrara. Alcuni nuovi, alcuni che si ripropongono ogni anno e che sono ormai tradizione. Per Ferrara sotto le Stelle è un atto secondo, come un film in due tempi, ad abbracciare inizio e fine dell’estate, con le date di giugno (il doppio live di Le luci della centrale elettrica, la bellezza di Kevin Morby e l‘intensità di Giovanni Truppi) che sono state belle e partecipate.
Ma quelle, anche già nelle premesse di chi organizza, erano l’anteprima. Il secondo troncone invece arriva ora, con tre date imperdibili una dopo l’altra e una ultima serata, coincidente con l’inizio del Festival di Internazionale, con i leggendari Kula Shaker al Teatro Comunale, il 28 settembre.

Ma arriviamo a noi: da giovedì a sabato, sempre all’interno del cortile del Castello Estense, eccoci con tre proposte tutte internazionali, tutte diverse, tutte da scoprire. E non solo: particolare attenzione bisogna darla ai gruppi spalla, tra i più chiacchierati dell’ultimo anno.

Giovedì 7 settembre si aprono le danze con Fatoumata Diawara, mentre in apertura c’è Emma Nolde.
Per chi: la prima sera è per le persone che credono nella contaminazione, nell’incrocio di culture e hanno come ideale una umanità che si fonde assieme attraverso la musica. Arriva infatti una delle regine della world music, ormai una istituzione: Fatoumata Diawara ha pubblicato pochi mesi fa il terzo disco in carriera, l’ottimo “London Ko” che la conferma interprete capace di trovare una risposta brillante all’unione dei suoni dell’Africa (della Costa D’Avorio in particolare, di cui è originaria) con quelli del resto del mondo. Non a caso, il disco è in parte prodotto da Damon Albarn, voce dei Blur, con cui collabora da diversi anni, e ne mostra infinite sperimentazioni, tra pop, elettronica, rap e tradizione africana.
Un brano: Nsera, traccia di apertura del disco, perfetto e programmatico di quello che è il disco.
Ma anche: più convenzionale, ma mai banale è Emma Nolde, in apertura. Ventitré anni, due album (il primo già candidato al premio Tenco come opera prima, il secondo “Dormi” uscito lo scorso anno) capace di affiancare una certa aderenza al pop rock italiano, con una grande vivacità compositiva. Basti sentire la traccia che dà il titolo al nuovo disco, “Dormi”.

Venerdì 8 settembre, Trentemøller, con in apertura Bono/Burattini.
Per chi: seconda serata e si cambia radicalmente suono. Trentemøller arriva dalla Danimarca per la prima volta a Ferrara, seguendo una tradizione che ha sempre (e man mano più negli anni) avvicinato il festival alla contaminazione con la musica elettronica. Nome assolutamente di eccellenza del genere da ormai vent’anni. Difficile inquadrare l’artista ed è un complimento: come raccontato nella (ottima) biografia presente sul sito Ondarock in questi anni di carriera Trentemøller si è distinto per una discografia variegata, dall’elettronica minimale, alla house, alle contaminazioni con il rock fino ai numerosi remix, che lo hanno costantemente migliorato ed evoluto, fino a farlo diventare un nome centrale (ma mai facilmente vicino alle masse) dei nomi che fanno ballare, con intelligenza.
Un brano: complesso, ma al tempo stesso facile. Se infatti la carriera dell’artista è fatta di mutazioni costanti, l’ultimo fotogramma (verosimilmente protagonista sul palco) sarà dedicato all’ultimo, brillante album “Memoria” uscito lo scorso anno, in territorio spesso vicino al dream pop, per cui si può provare con “In the gloaming” , con la bellissima voce di Lisbet Fritze, a presentarci un quadro sonoro più rallentato e ugualmente affascinante.
Ma anche: in apertura uno dei più interessanti esordi quest’anno, il duo Bono/Burattini. Duo al femminile, Francesca Bono (voce degli Ofeliadorme) e Vittoria Burattini (batterista dei Massimo Volume) autrici di “Suono in un tempo trasfigurato”, sperimentale quanto preciso affresco di rock minimale, distorsioni, viaggi sonori e colpi emotivi che vogliono far chiudere gli occhi e sognare. Basti “Trick of chess” o “Sogno nel vigneto” a far capire che dal vivo ci saranno grandi momenti.
Sabato 9 settembre, ultima data: ecco gli Arab Strap, con in apertura Daniela Pes.
Per chi: Se Trentemøller era il culto dell’elettronica, gli Arab Strap sono un ulteriore culto, in una discografia abbastanza unica, tanto che è complesso parlarne facendo riferimenti ad altre band. Sono gli Arab Strap: duo scozzese, barba lunga per Moffat, il paroliere, capello rosso per l’altro, Middleton, alla chitarra. Una lunga carriera a seguire esattamente questa linea compositiva: parole feroci, vive, dure, la realtà pura e dall’altra parte chitarre, distorsioni, code strumentali, come se ci fosse una confezione e un prodotto all’interno, entità separate che, in qualche modo assieme funzionano.
Qui è tutto racconto ed emozione, con l’onestà di una serata fatta di alcool, di dolori, amicizia e ferite. Una prima parte di carriera, qualche anno di pausa (che sembrava la fine del percorso della band) e una rinascita, nel 2022 con “As Days Get Dark” che li ha fatti tornare dritti al centro della scena musicale, con un album che è valso tantissime posizioni alte nelle classifiche di fine anno.
Una canzone: sono i 25 anni dal secondo disco della band, Philophobia e il disco verrà suonato per intero (anche se forse non mancherà qualche allargamento finale alla discografia del gruppo), uno dei dischi culto della band, con la amatissima “New Birds” a trainare il lotto dei ricordi.
Ma anche: in apertura c’è Daniela Pes, molto verosimilmente uno dei dischi italiani di culto di questo 2023. Un’artista che ha saputo prendersi il suo tempo per arrivare al primo disco “Spira” pubblicandolo, lei classe 1992, a 31 anni. Di formazione jazz, Spira è il sorprendente inizio di un percorso e sintesi di anni di lavoro, con la bella produzione di Iosonouncane ed è un pugno di canzoni, sette, che stanno facendo parlare da diversi mesi gli appassionati di musica. Per un indefinibile viaggio sonoro tra sperimentazione, sintetizzatori e suoni onirici che tocca forse il punto più alto in Arca, o ancora meglio Carme (e di quel momento, dopo il terzo minuto in cui tutto è magia) ma che lungo tutti e trentotto minuti di disco regala uno dei viaggi sonori più interessanti di questo 2023.
MORE INFO
Il sito ufficiale di Ferrara sotto le stelle
7 settembre: Fatoumata Diawara (Opening Emma Nolde)
8 settembre: Trentemøller (Opening Bono/Burattini)
9 settembre: Arab Strap (Opening Daniela Pes)
Classe 85, vive a Ferrara da vent’anni. Secondo il profilo ufficiale è Infermiere, nel contempo si occupa da anni di giornalismo con l’idea di cercare di raccontare il mondo da una angolazione sempre nuova, con spirito critico ma rivolto al meglio, al domani e al possibile. Ha scritto un romanzo, si chiama “Sfumature” e si occupa di musica con una newsletter settimanale, live report e altro.Qui su Filo, articolo dopo articolo tenta di costruire un mondo più informato, consapevole ed ottimista o, almeno, aderente alla realtà.