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Palazzo Bonacossi
20 Marzo 2019 ore 18:00
VIAGGIO NEL CINEMA CON… UN’ORCHESTRA TASCABILE
In programma musiche di W.A. MOZART, C. SAINT-SAËNS
Archi del Conservatorio Boito di Parma
Claudio Brizi, harmonium
Giulio Giuriato, pianoforte
Nono appuntamento della stagione
Ingresso libero
Musica e cinema, più un omaggio alla raffinatezza francese, si uniscono nel nuovo appuntamento della rassegna musicale dei Concerti a Palazzo Bonacossi, in programma mercoledì 20 marzo alle 18. Organizzata dal Conservatorio Frescobaldi di Ferrara in collaborazione con i Musei civici di arte antica al museo di via Cisterna del Follo 5 a Ferrara, la data della rassegna è a ingresso gratuito fino a esaurimento posti. Protagonista del concerto sarà il Conservatorio Boito di Parma con ‘L’Orchestra Tascabile’. “Il concerto – spiegano Laura Pontecorvo e Annamaria Maggese, docenti del Frescobaldi organizzatrici dell’iniziativa – rappresenta il primo passo di una collaborazione che il Conservatorio di Ferrara ha stabilito con quello di Parma, per proporre uno scambio nelle due diverse città dei gruppi di musica da camera dei rispettivi istituti, fondamentale per stimolare gli studenti a dare continuità alle attività cameristiche che si svolgono nei diversi corsi. La presentazione dei progetti nei diversi conservatori favorirà la conoscenza e il confronto tra gli studenti, a garanzia della volontà di proseguire con tali scambi anche nei prossimi anni accademici”.
IL FILM
Il pomeriggio prevede uno spettacolo multimediale di musica, con il concerto, e di cinema dal vivo con la proiezione di film e l’utilizzo di riprese video in diretta. “L’assassinio del Duca di Guisa” di André Calmettes e Charles Le Bargy è un film muto del 1908 con alcune ingenuità registiche tipiche della primissima stagione della settima arte, nata nel 1895. La pellicola racconta un fatto storico accaduto nella Francia di Enrico III nel 1588 e ha il pregio di darci una morale non troppo scontata; la grandezza di un uomo non si può cancellare uccidendolo: “E’ più grande da morto che da vivo” dice depresso il codardo Re Enrico dopo aver scoperto che il Duca, appena assassinato su sua cospirazione, avrebbe contribuito alla guerra della Francia con 700.000 corone al mese. I limiti del film si notano soprattutto nella direzione degli attori, gli ambienti e la fotografia basata più sulla ricchezza dei costumi che sulle scenografie, comunque fedeli nella ricostruzione degli ambienti. Ci sono però due pregi assolutamente non trascurabili. Il primo è che si tratta di una pellicola a colori! Sull’onda del regista più visionario del cinema muto (l’affascinante Georges Méliès raccontato con grande tenerezza e ammirazione da Martin Scorsese in “Hugo Cabret”), anche Calmettes usa un trucco: dal bianco e nero (seppiato) dipinge direttamente sulla pellicola alcuni colori, che danno un maggior coinvolgimento con la storia e sensazioni più intense nello svolgersi degli eventi.
Il vero interesse, però, sta certamente nella colonna sonora di Camille Saint-Saëns. Ormai settantatreenne, il grande musicista dona un piccolo capolavoro, che segue fedelmente le immagini e gli accadimenti valorizzandoli al massimo e stemperando alcune pesantezze, diventando il primo riuscitissimo esempio di un celebre compositore classico che si presta alla musica da film. Quella che viene eseguita in diretta durante la proiezione è la versione per settimino, formazione che ben può fregiarsi del nome di “Orchestra tascabile” ma, essendo le parti originali incomplete, sono state ampiamente rimaneggiate da Claudio Brizi. Si tratta dunque di un’esecuzione moderna in questa versione.
IL CONCERTO K. 466 DI MOZART TRASCRITTO DA FRANCK
Capolavoro assoluto e tra i primi componimenti romantici della storia della musica, questo magnifico concerto è stato amatissimo da tanti compositori ed esecutori, tra i quali Beethoven, Hummel, Brahms, Clara Schumann e tanti altri. Tra gli ammiratori c’era Saint-Saëns che lo eseguiva al pianoforte nei salotti francesi con César Franck (autore della trascrizione per settimino) all’harmonium e con il solo quintetto d’archi a parti reali (con tutta probabilità eseguivano le prime parti dell’Orchestra del Trocadero). All’harmonium sono affidati tutti i fiati oltre al raddoppio di qualche linea melodica interna.
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