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Consorzio Factory Grisù
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Riaperture Photofestival Ferrara 2019
‘Futuro’, la fotografia viaggia nel tempo tra i luoghi chiusi di Ferrara con la terza edizione di Riaperture Photofestival
Riaprire con la forza delle immagini gli spazi chiusi di una città: Ferrara è pronta a ospitare la terza edizione di ‘Riaperture’, il festival di fotografia in programma dal 29 al 31 marzo e dal 5 al 7 aprile 2019. Autori da tutto il mondo, incontri e presentazioni, eventi e workshop, per una formula confermata dopo il successo nel 2018 con 3200 presenze, e che presenta diverse novità, tra i luoghi riaperti e gli autori in mostra a Ferrara.
Il tema della terza edizione è il ‘Futuro’, che sarà sviscerato in molteplici direzioni grazie alle storie di autori nazionali e internazionali. Saranno presenti in mostra al festival: Gianni Berengo Gardin, Francesco Cito, Elinor Carucci, Simon Lehner, Claudia Gori, Mattia Balsamini, Fabio Sgroi, Eugenio Grosso, Tania Franco Klein, Ettore Moni, Claudio Majorana, Zoe Paterniani, Marika Puicher e Giovanni Cocco. Annichilito da prospettive curve su sé stesse, riposto in un asintoto irraggiungibile, ignorato da una realtà concentrata solo su ciò che è, atrofizzato da una narrazione contemporanea dove “il peggio” deve ancora venire, Riaperture ha scelto di (ri)portare al centro della scena il tempo che deve ancora arrivare. Il futuro è la promessa che la fotografia non può mantenere per definizione: per limiti congeniti, perché le immagini colgono l’istante, lo congelano, fissano il tempo per renderlo infinito. Un nodo paradossale che la terza edizione di Riaperture vuole sciogliere: per liberare la fotografia dai suoi confini spazio-temporali, per farla diventare liquida, in divenire. Elettrica. Futura.
Dal 29 al 31 marzo e dal 5 al 7 aprile 2019, il programma espositivo propone importanti autori italiani e stranieri. Gianni Berengo Gardin, uno dei più noti e importanti maestri della fotografia italiana, sarà a Ferrara con ‘Venezia e le Grandi Navi’, il suo lavoro sull’impatto del passaggio delle navi di crociera, e sabato 30 marzo alle ore 16.30 sarà protagonista di un incontro dove racconterà il suo lavoro e la sua vita. Francesco Cito, fotoreporter già vincitore World Press Photo, porta ‘Il Muro d’Israele’, che documenta la costruzione in continua progressione di un muro tra Israele e i territori palestinesi. Tra gli autori internazionali, torna in Italia l’affermata Elinor Carucci, con il progetto ‘Getting Closer, Becoming Mother: About Intimacy and Family. 1993 – 2012’, incentrato sulla sua figura di madre e il rapporto che delinea il futuro dei suoi figli. Reduce dal successo dell’ultima edizione di Paris Photo, arriva per la prima volta in Italia Simon Lehner, giovane autore austriaco premiato a Parigi per ‘How far is a lightyear?’, la ricostruzione del rapporto con il padre assente che torna nella vita di un bambino di nove anni che attraversa questo passaggio plasma la sua identità futura. È invece incentrato su non troppo implausibili scenari di inedite forme di interazione sessuale il progetto ‘Sex Robots’, della messicana Tania Franco Klein: un lavoro commissionato dal New York Times che mette in scena l’amore tra due androidi. La sfida di Riaperture 2019 è il racconto del futuro in più direzioni possibili e linguaggi possibili: indagini, reportage, ricerche e storie su temi diversi come salute, Europa, generazioni, tecnologie, politica e ambiente. Claudia Gori con ‘Le sentinelle’, vincitrice Premio Voglino 2018 come ‘Miglior Portfolio’, indaga gli effetti dell’elettrosmog come innesco di malattie che potrebbero diventare più frequenti in un futuro non troppo lontano. Mattia Balsaminidestruttura le nuove tecnologie in ambienti lavorativi con ‘Risorse disponibili’. Eugenio Grosso racconta con ‘Kurdistan Memories’ le dinamiche di un territorio significativo in una zona calda del pianeta, mentre Zoe Paternianicon ‘Discovery’ ci svela possibili parallelismi visivi tra la cultura occidentale e quella islamica. Fabio Sgroi ci mostra con ‘Past-Euphoria. Post-Europa’ incertezze e disillusioni di un futuro di integrazione europea che doveva essere e che non è ancora compiuto, in un dialogo con le generazioni più giovane ripreso da Claudio Majoranain ‘The Lost Generation’, inchiesta già pubblicata su Repubblica che racconta le dinamiche della generazione NEET (non impegnata nello studio e nel lavoro). L’impatto dell’uomo sull’ambiente, tra i temi più importanti del nostro futuro, è al centro di ‘Alps’, l’indagine di Ettore Moni su come le Alpi sono state trasformate dalla presenza umana, fotografia di un futuro già in essere. I diritti lgbt sono invece protagonisti di ‘Solo’, il progetto di Marika Puicherche racconta la storia di Imane, giovane musulmana lesbica in Marocco.
Il programma delle rassegne propone ancora i selezionati del concorso fotografico nazionale, scelti dalla giuria composta da Francesco Zizola(World Press Photo) e Giacomo Brini, presidente Ass. Riaperture. In palio premi offerti da Foto Pandini, e la possibilità di esporre durante i giorni del festival. CIDASinsieme a Riaperture ha invece promosso un laboratorio fotograficocon la partecipazione di giovani adulti migranti e cittadini italiani residenti a Ferrara: una spinta al dialogo transculturale in cui di confrontano molteplici visioni di futuri possibili. Il Liceo Artistico D. Dossidi Ferrara infine propone ‘Parola Chiave > Futuri’, cinque scatti realizzati da tredici alunni che nelle settimane precedenti al festival hanno cercato di rispondere alle domande sul futuro di Ferrara e delle loro aspettative.
La mostra a cielo aperto in via Mazzini è stata invece l’anteprima del festival: a dieci anni dal terremoto a L’Aquila, Riaperture ha prodotto ‘Displacement’, foto e poesie di Giovanni Cocco e CaterinaSerrache danno voce allo spaesamento degli abitanti di una città sconvolta dal sisma. Realizzata con il sostegno del Comune di Ferrara, Commercianti di via Mazzini, Coop Alleanza 3.0 e IBS+Libraccio, è stata inaugurata sabato 16 marzo e sarà visibile gratuitamente fino al 28 aprile. La mostra in via Mazzini simboleggia per Riaperture la volontà di restituire all’intera città la forza delle immagini, per coinvolgerla sempre più nel rapporto con la fotografia.
L’obiettivo di Riaperture Photofestival Ferrara è di riaccendere l’attenzione su luoghi pubblici o privati attualmente non in uso, per portare loro nuova energia: per questo le mostre saranno ospitate in sedi aperte proprio per l’occasione. La manifestazione sarà dunque dislocata a Factory Grisù, ex caserma dei Vigili del Fuoco ora consorzio di imprese innovative e oggetto di un percorso di rigenerazione, e a Palazzo Prosperi Sacrati, uno degli edifici storici più belli della Ferrara estense, situato al centro dell’Addizione Erculea e chiuso da anni. Sarà riaperto ancora Palazzo Massari, per la seconda volta da Riaperture dopo il terremoto del 2012, per poterlo vedere senza le impalcature del restauro, restituito alla sua bellezza. E ancora, la salumaia dell’Hotel Duchessa Isabella, una stanza segreta dell’albergo solitamente non aperta al pubblico, e il negozio in via Garibaldi 3, spazio commerciale al momento non in uso, situato nel centro storico di Ferrara. La grande novità dei luoghi di Riaperture è la Caserma ‘Pozzuolo del Friuli’, una vera prima volta per i cittadini di Ferrara e non solo. L’enorme edificio militare, insieme alla Cavallerizzain via Scandiana, sarà sede di numerose mostre del festival, per un’edizione di Riaperture che si conferma ‘polverosa’, ma che darà la possibilità di scoprire autentici spazi inediti per tutti. Ogni luogo del festival è accessibile anche alle persone con disabilità.
Riaperture unisce l’indagine fotografica alla rigenerazione urbana, portando le immagini di artisti dalla portata internazionale e giovani ma già significativi autori in luoghi della città attualmente non in uso. Riaprire gli spazi della città e gli occhi di chi osserva la realtà, attraverso la fotografia, è l’obiettivo della rassegna fotografica. Due weekend che trasformeranno ancora una volta Ferrara in un collettivo laboratorio fotografico, grazie al ricco programmache comprende, oltre alle mostre, concorso, workshop, letture portfolio, visite guidate, talk, presentazioni, proiezioni e laboratori per bambini.
Venerdì 29 marzo, alle ore 21.00 a Factory Grisù, in programma ‘Il futuro ha un cuore antico: Luzzara, Un Paese e l’eredità culturale di Cesare Zavattini’. Simone Terzi, Fondazione Un Paese, racconterà come un piccolo paese della provincia di Reggio Emilia’ sia diventato, grazie alla passione di Cesare Zavattini, un centro culturale all’avanguardia. Il dialogo sarà intrecciato al reading di Giulio Costa, Ferrara Off, che interpreterà brani dello scrittore emiliano. Sabato 30 marzo saranno ospiti a Factory Grisù con talk e presentazioni Francesco Zizola, TerraProject, collettivo emergente autore di reportage da tutto il mondo, Gianni Berengo Gardine Marta Viola, autrice che ha affrontato con la fotografia la sua lotta vinta contro la leucemia. Domenica 31 marzo Francesco Cito racconterà le storie della sua carriera di fotoreporter tra i più significativi in Italia e non solo.
Sabato 6 aprile, alle ore 18 al Cinema Boldini, ci sarà in programma la proiezione di ‘The New Wild – Vita nelle terre abbandonate’, un film di Christopher Thomson, girato in una frazione sulle montagne in provincia di Udine. L’evento è in collaborazione con Arci Ferrara. Nel secondo weekend del festival proseguiranno poi gli incontri, tra i quali la lezione di Michele Smargiassi, giornalista di Repubblica, sulla contemporaneità della fotografia. Edicola 518, ‘caso’ editoriale degli ultimi anni, racconterà la rigenerazione nel centro di Perugia di un’edicola dismessa, ora spazio dedicato alla cultura con riviste, libri, oggetti d’arte e performance. Spazio anche al web con il talk di Simone Sbarbati, direttore di Frizzfrizzi, tra i più popolari magazine online di cultura e linguaggi.
Riaperture è il festival della fotografia che vuole mettere al centro di tutto i fotografi: saranno quindi proposti due workshopdiversi, tutti ospitati a Factory Grisù. ‘Un’idea dietro la fotoè il workshop con Francesco Cito, che porterà la sua esperienza per spiegare come nasce un reportage. Luca Panaro invece insegnerà i segreti del libro fotografico realizzato a mano, oggetto unico tra portfolio e prodotto editoriale, con ‘Dummy Photobook’.
Il programma, che si apre venerdì 29 marzo alle ore 10.00 con le mostre e sabato 7 aprile alle ore 10.30 con l’inaugurazione ufficiale nel cuore della manifestazione, a Factory Grisù, prevede anche letture portfolio: fotografi professionisti, curatori di mostre e progetti editoriali, photoeditor, saranno ospiti a Factory Grisù. Le letture saranno svolte da Francesco Zizola (World Press Photo), Claudia Gori (Premio Voglino 2018), Silvia Taletti (Art Director gruppo editoriale Sprea), Giada Storelli (redattrice Il Fotografo), Rocco Rorandelli (TerraProject) e Teodora Malavenda – Yourpictureditor (photo consultant e curatrice).
Tra le novità del programma collaterale i ‘Caffè con gli autori’. Grazie alla collaborazione delle strutture ricettive della città, nel programma della terza edizione si aggiunge un ulteriore momento di confronto con alcuni degli ospiti di Riaperture. Ogni sabato e domenica, durante il festival, alle ore 10.00 appuntamento davanti a una tazza di caffè per dialogare con i fotografi proprio come essere insieme a colazione. Ecco il calendario degli incontri in hotel, tutti in programma sempre alle ore 10.00: sabato 30 marzo Fabio Sgroi all’Hotel de Prati e Zoe Paterniani al Dolcemela Bed&Breakfast. Domenica 31 marzo Marta Viola all’Hotel Ferrara, Francesco Zizola all’Hotel Duchessa Isabella, TerraProject all’Hotel Europa ed Eugenio Grosso all’Hotel Annunziata. Domenica 7 aprile Edicola 518 all’Hotel Astra.
Saranno previste inoltre visite guidatedi alcuni fotografi che racconteranno direttamente al pubblico le fasi del progetto esposto. Spazio anche per i più piccoli, con i laboratori didattici per bambinicurati da Rossella Ibba.
Infine, sabato 30 marzo dalle 21.30 alle 24.00 si balla a Factory Grisù con il dj set di Alessio Falavena, conduttore di Propaganda, la trasmissione in onda su Web Radio Giardino. Sarà l’occasione per festeggiare l’apertura di Hangar Birrerie, nuovo locale situato proprio all’interno di Factory Grisù.
È possibile acquistare il bigliettoche dà diritto alla visione di tutte le mostre durante tutti i sei giorni del festival già online, sul sito ufficiale www.riaperture.com,o durante i giorni del festival presso le due biglietterie ufficiali, a Factory Grisù(via Poledrelli 21) e alla Caserma ‘Pozzuolo del Friuli’, ingresso via Cisterna del Follo. Tra le agevolazioni previste, sconto per i possessori della MyFe Card. Tutto il programmaaggiornato è consultabile su www.riaperture.com/festival/programma.
Riaperture è organizzato dall’associazione culturale omonima, fondata nel maggio 2016 da un gruppo di fotografi, professionisti e non, che si sono riuniti per cercare di portare a Ferrara qualcosa che prima non c’era: un festival di fotografia, innanzitutto, ma anche la spinta a riaprire attività commerciali abbandonate o spazi pubblici chiusi. «”Riaperture” – spiega il presidente dell’associazione Giacomo Brini – è un nome che sottolinea la volontà di riaprire una città e riaprire anche i nostri occhi sulla realtà circostante, attraverso la fotografia di qualità, con un festival organizzato grazie soprattutto alla passione volontaria degli associati».
Dal 29 al 31 marzo e dal 5 al 7 aprile 2019 la fotografia riaccende la luce su quella Ferrara che non si vede in cartolinao sui libri di storia: la Ferrara dell’ex caserme dei pompieri, dei palazzi rinascimentali o di antiche dimore, dei negozi chiusi, di spazi in ristrutturazione, di caserme militari. Quella Ferrara brulicante vita (passata o futura) che, fosse anche solo per sei giorni, tornerà a illuminarsi proprio grazie alla fotografia. Il festival Riaperture è fatto per chi «non vuole lasciarsi stare, dietro o davanti alla macchina fotografica» dice il direttore Giacomo Brini, «e risponde alla necessità di guardare alla realtà che ci circonda, sia locale che globale, con occhi nuovi». Sei giorni di storie da tutto il mondo e da tutti i tempi, con diciassette mostre, otto luoghi e un programma parallelo di incontri e presentazioni, proiezioni e laboratori didattici, e altro ancora: «Per non avere più paura del futuro, ed entrarci dentro con mani, piedi, occhi, cuore».
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