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Laboratorio Aperto – Ferrara
16 Giugno ore 17:00
Presentazione libro “Quella voce che nessuno ascolta”

Non è soltanto una percezione comune che una donna possa faticare a farsi ascoltare e curare nel modo giusto dal proprio medico. È un dato di fatto, provato da un ampio spettro di studi. La genetica, gli ormoni sessuali, il metabolismo, ma anche il ruolo sociale, culturale, lavorativo e l’identità di genere determinano importanti differenze tra persone – uomini, donne e chi in questo binomio non si riconosce – ma la medicina se ne occupa poco. Farmaci e terapie destinati a tutti sono sperimentati prevalentemente sugli uomini. La diversa incidenza degli effetti collaterali dei medicinali è poco nota – e ancora meno considerata – al momento della prescrizione. Alcune condizioni ritenute prettamente femminili, come l’osteoporosi e la depressione, hanno invece un andamento peggiore proprio negli uomini. E soprattutto persistono pregiudizi e mancanza di conoscenze specifiche in base al sesso e al genere, per cui spesso malattie come la vulvodinia e l’endometriosi vengono diagnosticate solo molti anni dopo la comparsa dei sintomi. Oggi però cresce la consapevolezza che la cura non può prescindere dalle differenze di genere e dalla loro importanza come determinanti per la salute. Affermare che «siamo tutti uguali» è una semplificazione mossa da buone intenzioni ma scientificamente inadeguata. Bisogna invece riconoscere che ogni persona è unica e ha il diritto di essere accettata, trattata e curata come tale.
Valeria Raparelli è ricercatrice presso il Dipartimento di Medicina Traslazionale per la Romagna e affiliata al Centro Universitario di Studi sulla Medicina di Genere dell’Università degli Studi di Ferrara. Co-Responsabile del network transatlantico GOING-FWD (Gender Outcomes International Group: tu Further Well-being Development), grazie alle sue ricerche pioneristiche è diventata una delle principali esperte italiane nell’ambito della medicina sesso e genere specifica.
Daniele Coen ha guidato per quindici anni il Pronto soccorso dell’Ospedale Niguarda di Milano e ha collaborato a lungo con l’Istituto “Mario Negri”. A fianco dell’attività clinica e di ricerca si è sempre occupato di divulgazione scientifica.
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