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Libreria Libraccio Ferrara
5 Aprile 2019 ore 17:00
“La democrazia del narcisismo – Breve storia dell’antipolitica”
Giovanni Orsina
Presenta
“La democrazia del narcisismo
Breve storia dell’antipolitica“
Marsilio
Dialoga con l’autore Giuditta Brunelli
Con il saluto di Daniele Negri
Letture sceniche Centro Teatro Universitario
di Ferrara
Promosso da Università degli Studi di Ferrara – dipartimento di Giurisprudenza
In collaborazione con ARCI Ferrara, SCUOLA FORENSE di Ferrara, IUSS Ferrara 1391
Con il patrocinio di Ateneo di Ferrara, Comune di Ferrara, UCCA e Fondazione Forense di Ferrara.
Se il populismo è sintomo e non malattia, da dove deriva il nostro rancore? Da Tocqueville a Tangentopoli, dal Sessantotto ai giorni nostri, la storia del lento divorzio tra cittadino e politica.
«La politica non controlla più il futuro. Ha sempre meno senso, potere, respiro. La sua funzione principale, ormai, è fare da capro espiatorio per il risentimento universale. Solo se riconosciamo che questa crisi ha le sue radici nel cuore della democrazia, e sta montando da almeno un secolo, potremo comprenderla a fondo»
Fino a pochi anni fa l’ascesa del populismo veniva interpretata quasi esclusivamente alla luce della crisi finanziaria. Ma se l’economia è tornata a crescere e il peggio sembra passato, perché i cosiddetti «partiti del risentimento» continuano a raccogliere consensi? Siamo forse di fronte all’epilogo di una storia che ha origini più profonde? Giovanni Orsina cerca queste origini all’interno della democrazia, ragionando sul conflitto tra politica e cittadini che ha segnato gli ultimi cento anni. Se alcune fasi di quel rapporto – il connubio inedito tra massa e potere a partire dagli anni trenta, la cesura libertaria del Sessantotto – sono comuni a tutto l’Occidente, Orsina individua la particolarità del caso italiano nella stagione di Tangentopoli. Il sacrificio simbolico di un’intera classe di governo conclude la repubblica dei partiti e allo stesso tempo inaugura un venticinquennio di antipolitica. Con la quale tutti hanno dovuto fare i conti – Berlusconi, Renzi, Grillo, i postcomunisti, la Lega –, ma della quale nessuno è riuscito a correggere o contenere le conseguenze nefaste.
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