Lo si sente ripetere spesso quando si parla di arte a Ferrara, forse con un po’ di nostalgia mista a grande stima: negli anni Settanta c’era un certo fervore culturale in giro, e questa nostra città, assopita per lungo tempo, era nel suo piccolo uno dei principali centri di produzione d’arte contemporanea. Non soltanto grazie alle proposte espositive del Maestro Franco Farina, allora direttore della Civica Galleria d’Arte Moderna, ma altresì per il rivoluzionario e pionieristico Centro Video Arte, con l’enorme lavoro di ricerca messo in piedi da Lola Bonora e Carlo Ansaloni.
Il mezzo elettronico, da mero supporto utile soltanto all’intrattenimento familiare, diventa in quel periodo un fattore determinante per la costruzione e il consolidamento di un linguaggio visivo autonomo. Renato Barilli, affermatissimo critico d’arte bolognese, dichiarava:
“Il procedimento del video-recording è meno ingombrante rispetto alla ripresa cinematografica, è pronto a catturare senza esigere laboriose installazioni […] Inoltre, la registrazione elettromagnetica è immediatamente visibile su un monitor, nello stesso momento in cui si dipana l’azione reale, di conseguenza non è previsto il montaggio, ma ribadisce la realtà dell’azione vissuta, c’è un rapporto di specularità perfetta. “
L’arte elettronica condivide le tendenze che si stavano manifestando in quel periodo storico, ossia superare l’idea dell’opera d’arte stabile e definita, e abbracciare la sua declinazione come evento ed esperienza. Come nota la storica dell’arte Silvia Bordini, la registrazione non è semplicemente un trasferimento dell’opera all’interno di un sistema di riprese, ma è una riformulazione dell’azione e dell’agire degli artisti. Esposta al pubblico, la registrazione dell’evento diventa essa stessa evento: l’azione una volta fissata “nell’immaterialità dell’immagine” si configura come un’altra opera, ridefinendo il rapporto tra opera e pubblico e aprendosi all’uso di un nuovo lessico.
Ferrara è al centro di tale processo culturale che pone le basi per l’apertura di un’inedita prospettiva nell’utilizzo del video e incide sull’importanza del suo messaggio. In tantissimi si sono chiesti come sia stato possibile che questa città – pur con una certa tradizione culturale, ma oggettivamente decentrata rispetto ai centri artistici europei – sia diventata protagonista di una serie di importanti iniziative. La risposta ci indirizza verso la brillante personalità di Lola Bonora, che ha avuto il merito e la lungimiranza di comprendere la potenza di questo medium e la tenacia di far diventare il Centro Video Arte uno degli interpreti principali di quella nuova realtà.
Nel 1972 inizia l’attività del Centro (si concluderà nel 1994) e poi a partire dal 1977, quella della Sala Polivalente, per desiderio di Bonora e i suoi collaboratori, Carlo Ansaloni e Giovanni Grandi. La loro fiducia e la loro fede hanno spostato le montagne, come ha scritto qualcuno. Effettivamente, hanno dovuto lavorare con pochi finanziamenti e superare non soltanto la carenza di risorse e mezzi, ma altresì un’iniziale titubanza e incomprensione per ciò che accadeva alla Sala Polivalente.
Quella del Centro Video Arte era un’attività inedita che ha colto il cambiamento radicale che si stava affermando, continuamente inventata, densa di eventi, di contrasti, ma anche di perenne scoperte, di iniziative e incontri sorprendenti e sinergici, accompagnata da un’intensa operatività didattica e documentaria. Tutto ciò sostenuto dalla professionalità, dal rigore e dalla passione dei protagonisti menzionati, che sono riusciti a incanalare la ricerca verso altre mete congrue al video, come quelle della performance, inventando le giuste metodologie per operare con un medium che si stava evolvendo costantemente.
Vent’anni di attività sono stati in grado di incidere considerevolmente e lasciare una precisa traccia nel sistema culturale. Se l’argomento vi appassiona e desiderate conoscere meglio questo lembo storico dell’arte, nonché di Ferrara, zanzara arte contemporanea propone una rassegna dal titolo Video-setting. Videoarte: origini e sperimentazioni. La direzione artistica è di Maurizio Camerani e sono previsti vari interventi che vedono il coinvolgimento di alcuni esperti del settore e la proiezione di alcuni video d’archivio a cura di Carlo Ansaloni. Calendarizzati già i prossimi due incontri, 11 febbraio e 18 febbraio, ore 16, presso le ex scuderie in via Podestà 14/A. Accompagna la rassegna una ridotta selezione fotografica di Marco Caselli Nirmal, curata da Massimo Marchetti, che documenta l’attività del Centro Video Arte.